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Movida: a Napoli “guerra” ordinanze, De Luca scrive a prefetto

Divieto di vendere alcolici da asporto alle 22 e chiusura dei baretti all'una.

La “guerra” delle ordinanze per la movida in Campania, cominciata ieri con quella del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, firmata di mattina, con divieto di vendere alcolici da asporto alle 22 e chiusura dei baretti all’una, poi seguita da quella del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, con locali aperti fino alle 3.30 nel week end e alcolici anche fuori dai bar fino alle 24 finisce sul tavolo del prefetto di Napoli, Marco Valentini. Ma anche su quello del questore, Alessandro Giuliano, all’Anci e al ministero dell’Interno.

De Luca ha infatti scritto a tutti, compreso il capo della polizia municipale partenopea, Ciro Esposito, “in riferimento all’ordinanza sindacale n.248 del 29 maggio 2020, recante prescrizioni in evidente contrasto con l’Ordinanza regionale n.53”. Questo provvedimento, sostiene, “è palesemente illegittimo”.

L’atto di de Magistris, per la Regione Campania, è illeggitimo, spiega la lettera “non soltanto per carenza di potere in quanto assume a proprio presupposto una situazione di crisi epidemiologica che coinvolge l’intero territorio regionale e detta disposizioni i cui effetti si riverberano ben oltre i confini del territorio comunale, ma altresì e soprattutto per violazione di legge. In particolare per evidente violazione della norma di cui all’articolo 3, comma 2 del decreto-legge numero 19 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge numero 35 del 2020, a tenore del quale ‘i Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali e regionali, né eccedendo i limiti di oggetto di cui al comma 1”.

“In considerazione della espressa sanzione della inefficacia dei provvedimenti sindacali adottati in contrasto con le misure regionali vigenti, inefficacia sancita direttamente dalla richiamata disposizione di legge, si sollecitano gli Organi dello Stato, le Forze dell’Ordine, la Polizia Municipale a predisporre tempestivamente ogni misura volta a garantire il rispetto rigoroso dell’Ordinanza regionale da parte degli operatori coinvolti. Comportamenti diversi configurerebbero, a tutta evidenza, omissioni rilevanti anche sul piano penale, oltre che in relazione agli aspetti di tutela sanitaria”, continua De Luca.

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