
Musica. Per il loro decennale i Foja si regalano “Dieci”
DIECI, una speciale collection che racchiude i primi tre album editi
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Il sospetto è che al tavolo della costituenda nuova Maggioranza di Governo sieda un Convitato di Pietra. Invisibile, Innominabile e Ubiquo, il Personaggio ultimamente nello stesso tempo appare un po’ Sovranista e po’ Europeista, un po’ a Destra e un po’ al Centro con vista a Sinistra. Dotato di grande creatività, oltre che come Politico e Imprenditore di successo, l’Ubiquo in questione è tra l’altro celebrato anche come Generoso Anfitrione delle Mitiche Cene Eleganti, come fondatore dell’Edonismo Arcoriano, come Amorevole Tutore della disinibita e intraprendente Ruby Rubacuori, millantata - con l’avallo della Maggioranza dei Parlamentari del tempo - Nipotina dell’allora Presidente dell’Egitto Hasni Mubarak. L’abbondante paraustiello (per i non napoletani “argomentazione pretestuosa per arrivare al nocciolo della questione” Ndr) per dire che i Due Apripista Forzisti verso il neonato Gruppo degli Europeisti – Luigi Vitali e Maria Rosaria Rossi - potrebbero essere stati autorizzati al “tradimento” dal loro stesso Capo, da quel Silvio Berlusconi secondo a nessuno in materia di sorprese. Una mossa tutto sommato annunciata, una mossa per vedere l’effetto che fa… Falsi Tradimenti, Tradimenti autorizzati. Come quelli che avvengono nei Club di Scambisti… A tal proposito scrivemmo quanto segue nel pezzo “Riecco Silvio Quanteballe…” pubblicato il 22 ultimo scorso: “Il Capo di Forza Italia – secondo il sospetto che scivola sulla Tastiera di Chi Scrive – starebbe infatti alzando la voce per nascondere allo Spettabile Pubblico e a parte degli Alleati il Soccorso Azzurro al Governo. Né le dichiarazioni del Sempregrigio Antonio Tajani né le chiacchiere Monocordi del solito Giorgio Mulè risultano utili per allontanare i sospetti di doppiogiochismo. Detto papale papale le Fughe da Forza Italia – se vi saranno – rappresenteranno “Tradimenti” autorizzati dal Padrone, saranno “Corna” gradite sotto l’eco delle grida falsamente scandalizzate dei vari Tajani, Mulé, Bernini e Compagnia bella…”. Fummo bravi profeti? Leggemmo bene tra le righe? La risposta a questi interrogativi presumibilmente arriverà a stretto giro… Ps. “Sopra le Righe”, è uno spazio in progress che a seconda degli avvenimenti di giornata aggiornerà il commento arricchendolo. “Sopra le Righe” è uno spazio che offre a chi scrive il privilegio di potersi esprimere in prima persona su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui le opinioni del sottoscritto talvolta non appariranno coerenti con la linea editoriale. Voltaire docet… Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca,,,
Ci sono episodi che dovrebbero rimanere in campo, ma anche episodi che il campo non dovrebbero nemmeno vederlo. È il caso di quanto accaduto questa sera tra le due panchine, con un alterato Spiro Leka che, evidentemente, deve aver pensato che prendersela con il collega Pino Sacripanti potesse, in qualche modo, dare ai suoi ragazzi la carica per rientrare in partita. “Se non ti ho menato all’andata, ti meno adesso”, “Ti spacco il c…”…ecco alcune delle amenità uscite dalla bocca del tecnico ex Pesaro, il quale ha passato tre quarti di partita a protestare con gli arbitri anche per cose in cui aveva evidente torto. Ma il peggio è arrivato nell’immediato post partita: Leka prova a venire alle mani con Sacripanti, i due vengono immediatamente divisi dai dirigenti che assistevano all’uscita delle rispettive compagini. Lo show, con allusione “all’imbecille dell’allenatore che si affaccia alla finestra”, è continuato nel parcheggio del PalaBarbuto, una cacofonia stridente rispetto alla cordialità vista tra i giocatori delle due squadre, nonostante il match sia stato caratterizzato da qualche tensione di troppo anche sul parquet. A ciò si aggiunga l’effetto di aizzare i pochi invitati ferraresi giunti all’impianto di Viale Giochi del Mediterraneo, resisi protagonisti di scene sconvenienti anche quando si poteva contare sull’apporto del pubblico. Visto il risultato della partita, ed i falli inutili commessi dai suoi dopo le prime scintille, forse Spiro Leka dovrebbe concentrarsi ad allenare i suoi giocatori e dimostrare di meritare una panchina di A più competitiva di Pesaro che, per fare il salto di qualità, ha cominciato proprio dal cambio di guida tecnica, affidando a Repesa le redini della sua rinascita. L’andamento di Ferrara dimostra che il “manico” è di livello, che bisogno c’era di cadere così in basso? Che bisogno c’era di macchiare così una stagione finora straordinaria? Non ci aspettiamo risposte, ognuno potrà trarre le proprie conclusioni, ma sarebbe meglio che il tecnico estense faccia mea culpa, tanto per l’indecoroso spettacolo da lui offerto, quanto per l’effetto negativo che ha portato i suoi ragazzi ad essere umiliati, al punto di essere rientrati sotto i 30 punti di svantaggio solo perchè la GeVi ha smesso di giocare. I big match non si vincono cercando risse negli spogliatoi, per il bene di Ferrara sarà importante che Leka lo capisca, invece di far vergognare il suo stesso presidente.
Una partita per risalire la china. E tornare a sorridere dopo i venti di tempesta Spezia prima in Coppa Italia e poi Parma per ripartire. Per provare a scrivere un copione diverso rispetto agli ultimi due mesi scoraggianti, tra prestazioni di spessore e altre, come quella di domenica scorsa al Bentegodi di Verona, che lasciano senza parole. Pare invece che di parole ne abbia spese (e non si sa fino a quando non tornerà in silenzio) il presidente Aurelio De Laurentiis, segnalato furioso soprattutto con Cristiano Giuntoli. E non è difficile comprenderne i motivi, onestamente: gli arrivi voluti da Giuntoli nelle due stagioni dal mercato finora hanno molto meno rispetto alle aspettative. E quindi, oltre a Gattuso che è ovviamente oggetto di discussione con una serie di partite così negative, anche se la stagione resta positiva e gli obiettivi a portata di mano, si è tutti sotto esame: il Napoli non può permettersi di stare lontano dall’Europa che conta, dalla Champions League che offre boccate d’aria fresca ai bilanci messi a soqquadro dalla pandemia, Non si scherza, va cambiata marcia, subito. Per il Napoli c’è da riscattare la doppia batosta tra Juventus e Verona. E quindi è contemplato solo il passaggio del turno, con Gattuso che sarebbe pronto a tornare per una partita al 4-3-3, concedendo un turno di riposo ad alcuni titolari che hanno fatto troppi chilometri negli ultimi tempi, a discapito di qualità e lucidità. Insigne, Zielinski, Koulibaly, Di Lorenzo, forse anche Lozano, in assoluto il migliore azzurro dall’inizio della stagione. Tocca allora alle delusioni, a chi finora non ha letteralmente sporcato il foglio, in alcuni casi manco ci si è accorti della presenza in campo: Rrahmani, Lobotka, Elmas, il tridente delle delusioni appunto, in particolar modo gli ultimi due. Eppoi Politano (male nell’ultimo periodo) sull’out destro, mentre c’è l’occasione per mettere benzina nelle gambe per Mertens e Osimhen. Ovvero i due assi che tra gol e pericoli per gli avversari sono chiamati a rialzare la baracca. Almeno sino a fine stagione, quando saranno tirate le somme di un ciclo costruito male e che procede a singhiozzo. Mario Tucci
Avrebbe potuto tranquillamente segnarne 100 la GeVi Napoli. Gli azzurri superano i fantasmi dell’andata con una prestazione maiuscola ed un ritrovato Mayo, con tanti giocatori in doppia cifra, con una prova mentale importante per superare le prime battute di gara che ricordavano sinistramente il finale in terra estense. Ferrara è annichilita, la GeVi incassa due punti da portare nel girone ad orologio e chiarisce a tutto il campionato di che pasta sia fatta. LA CRONACA Due punti in gioco, potenzialmente quattro. Ecco le condizioni di partenza di una sfida cruciale per gli azzurri. Il girone di ritorno comporta l’inizio dei calcoli, in vista di una seconda fase in cui non si partirà tutti da zero, anzi, arrivarci senza punti da portare in dote dalla regular season potrebbe essere determinante nello spegnere i sogni di gloria. Delle altre tre candidate a passare nel firone bianco, la GeVi ha battuto solo Scafati, ma è anche vero che le ha affrontate tutte in trasferta. Adesso comincia la resa dei conti. Ancora panchina iniziale per Josh Mayo, è capitan Monaldi a cominciare il match in regia. Classico anche il resto del quintetto, con Marini, Parks, Lombardi e Zerini a completare la formazione schierata da coach Sacripanti. Presente Panni, match winner dell’andata, nello starting five estense, lo affiancano l’immancabile Hasbrouck, Vencato, Pacher, già rebus di difficile soluzione in maglia Treviglio, ed il capitano Fantoni. È della Top Secret il primo possesso, Fantoni si libera sotto ma viene cancellato dalla stoppata di Zerini, tuttavia Panni ricorda a tutti la partita d’andata con una tripla. Gli ospiti vogliono indirizzare subito la gara e trovano l’inmediato 5-0 con Fantoni. La reazione della GeVi è nelle mani di Parks che, però, fallisce uno dei due liberi che si era procurato; sul ribaltamento di fronte, ancora Panni a canestro con il taglio in backdoor che tanto soffre la difesa azzurra. Sembra di rivedere l’ultimo quarto dell’andata, la GeVi sbaglia l’impossibile e rischia di lasciar scappare Ferrara: Zerini riavvicina a 3 lunghezze i padroni di casa ma poi, a conclusione di una serie di extra possessi estensi, commette il fallo che manda in lunetta Fantoni che ringrazia e fa 2/2. Spiro Leka ordina la zona, Napoli fatica ma Parks trova due liberi dalla spazzatura e riporta a contatto (6-9) i suoi; Lombardi, poi, si traveste da Two Face: sbaglia un appoggio facilissimo prima, poi collabora in difesa e conclude il contropiede con la schiacciata del -1. Ma è solo un miraggio: la zona estense asfissia l’attacco azzurro e genera il controparzialino che riporta a +5 gli ospiti con Hasbrouck e Zampini, per coach Sacripanti è il momento del time out. Dal minuto di sospensione esce anche Josh Mayo, tuttavia la risposta è la tripla di Filoni che amplia break e distanze; la GeVi tira con percentuali troppo brutte per essere vere, Zerini trova due punti solo grazie ad un tap-in sull’ennesimo errore al tiro. Finalmente si rivede Parks, bravo a battere la zona in penetrazione, ma la risposta ospite, fortunosa, arriva puntuale con Baldassare e Pacher che riportano Ferrara al massimo vantaggio. Il primo quarto si chiude con una tripla di Lombardi, ma la GeVi ha le polveri davvero bagnate. Serve un minuto di gioco per il primo canestro della seconda frazione: è di Iannuzzi che, però, pasticcia a rimbalzo sul ribaltamento di fronte regalando due punti a Pacher che non si fa pregare. La GeVi, però, reagisce: tripla di Mayo e schiacciata di Parks per rientrare a -2; Iannuzzi soffre i movimenti in post di Fantoni, ma l’asse americano dei padroni di casa scalda i motori con Mayo che colpisce ancora dall’arco e Parks che, da solo, manda in bonus gli ospiti. È il momento della GeVi, zona di Sacripanti e Ferrara comincia a faticare; Mayo, invece, comincia ad essere bollente e piazza il sorpasso con la terza bomba di serata (28-26) per un parziale di 8-2. In panchina, Leka ha più di qualcosa da dire agli arbitri ma non sembra scuotere i suoi: Napoli va sul +5 con Uglietti e Mayo e solo una giocata da campione di Hasbrouck frena l’emorragia ospite. Non basta: Marini ed Uglietti attaccano con successo il ferro e trovano il massimo vantaggio costringendo la panchina estense a chiedere di nuovo il time out. È un momento importante, Uglietti piazza il +9, rintuzzato da Vencato; ancora l’ex Treviso e Sandri spingono gli azzurri sul +11. L’ennesimo tap in di Zerini fissa il risultato sul 46-35 all’intervallo. Al rientro dagli spogliatoi è subito doccia fredda, Panni fa subito centro dal perimetro; la risposta della GeVi è una schiacciata di Zerini, poi Lombardi ubriaca Pacher e segna in reverse prendendosi il fallo; dalla lunetta l’ex Biella è glaciale. Ferrara prova a reagire, tripla di Hasbrouck per il nuovo -10, ma la difesa partenopea è solida e Pacher sbatte su Zerini. È l’attacco, invece, a patire qualche passaggio a vuoto con qualche conclusione sputata dal ferro. Non perdono colpi, però, Mayo e Parks: il play azzurro s’inventa la tripla dal palleggio, l’ala ex Treviso prima trova il canestro, poi cancella Fantoni con una stoppata. A meta terzo quarto, la GeVi vola sul +17 con Mayo che fa bottino pieno dalla lunetta. L’inerzia è dalla parte di Napoli, Marini forza il terzo fallo di Panni e va in lunetta senza sbagliare, Zampini e Baldassarre rintuzzano ma ancora la guardia abruzzese ricaccia indietro Ferrara con canestro e successivo assist a Lombardi che fa saltare la zona 2-3 di coach Leka. Il numero 13 azzurro è in piena trance agonistica, si va a prendere due liberi di pura caparbietà, con annesse scintille con Filoni il cui fallo, antisportivo, accende gli animi per un attimo. Mai dare per morta Ferrara, lo dimostra la partita d’andata, lo ricorda Hasbrouck segnando una tripla senza ritmo; la GeVi lo sa e, conscia del pericolo ma libera dal condizionamento psicologico iniziale, rintuzza subito con Lombardi. Alla penultima sirena il punteggio è di 68-50 e Napoli ha già tre uomini in doppia cifra, con altri 3 vicinissimi ai 10 punti personali. Nel frattempo, c’è tempo anche per qualche increscioso episodio sugli spalti, dove invitati al seguito della squadra ospite si rendono protagonista di vari diverbi con le pochissime presenze autorizzate al PalaBarbuto. La spiacevole situazione non incide sul campo, Marini è una stufa e piazza la tripla, Iannuzzi cancella Fantoni con una stoppata; il capitano ferrarese è in tilt e commette due falli uno dopo l'altro, costringendo coach Leka a richiamarlo in panca. Iannuzzi e Monaldi piazzano il +26, Uglietti arrotonda schiacciando in contropiede: il time out ospite è obbligato, parziale di 10-0 e partita in ghiaccio per la formazione di Sacripanti. Rientra Josh Mayo e subito pasa sul blocco di Iannuzzi per inchiodare la tripla dal palleggio, Monaldi accetta la sfida ed è tripla con fallo: l’aggiuntivo va a segno e la GeVi tocca il +30. Serve pazienza, ed anche un po’ di sano masochismo, per essere un arbitro di qualsiasi sport: i “grigi” ne hanno tanta con coach Leka che protesta anche per i respiri. In attesa di vedere se l’allenatore ospite riesce nell’impresa di prendere il fallo tecnico, Mayo scherza la difesa avversaria e si guadagna due liberi che realizza. È tutto garbage time, le proteste di Leka hanno solo l’effetto d’innervosire i suoi che commettono una serie di falli immotivati. Finisce 91-63 solo perchè gli azzurri chiudono anzitempo le ostilità. IL COMMENTO Una vittoria che vale molto, moltissimo, oltre i due punti in palio. Mayo è tornato, gli altri si accendono a turno e superano gli ostacoli come la zona, abusata da Ferrara, che il play americano si è divertito a scherzare. Non ci sarà tempo per gioire, domenica si torna in campo, per dare continuità. PhotoCredit: Massimo Solimene
"Dimenticate il Cardarelli ospedale di eccellenze, con il Covid si è avuto un'allarmante involuzione", così il coordinatore provinciale di Napoli di Anaao Assomed Franco Verde presenta le negligenze secondo il sindacato al Cardarelli e le proposte su come uscire dalla crisi in cui è caduto l'ospedale a causa della pandemia. Dati che sono in un documento che Anaao Assomed invia alla direzione strategica dell'ospedale con chiare richieste. Anaao Assomed in una nota spiega che all'ospedale napoletano c'è "il mancato utilizzo di strutture separate per il Covid", sottolineando che "dal mese di marzo 2020 l' ospedale ha subito un pericoloso smantellamento, con la soppressione di due reparti di ortopedia, la soppressione della palazzina Alpi, l'accorpamento delle due pneumologie in un'area sub intensiva. Dal quel momento in tutti i reparti si sono registrati infezioni e focolai, che hanno costretto ripetutamente temporanee chiusure di vari reparti (le chirurgie 1,3, vascolare, toracica, oculista ed otorino e le medicine 1,3) in particolare il padiglione B, ripetutamente chiuso sia per la presenza di percorsi non separati, sia per l'utilizzo promiscuo dei bagni di degenza tra infetti e non infetti". La situazione di difficoltà, è ripresa con la seconda ondata. "Il nostro allarme - spiega Verde - riguarda due elementi: la ridotta assistenza ai pazienti non Covid e la cattiva organizzazione pregressa e presente quale risposta alla pandemia. Non si puo' trasformare il Cardarelli in uno sversatoio Covid pericoloso per gli utenti che spesso lo contraggono in ospedale. In Campania sono disponibili 3100 posti ordinari Covid, ed essendone occupati intorno ai 1600, risulta ovvia la necessità di occupare questi letti in maniera diversificata. E inaccettabile che il Cardarelli abbia 175 posti Covid, ovvero solo 70 in meno del Cotugno e molti di più di altri ospedali Covid. Proponiamo che il 118 trasporti i pazienti conclamati Covid direttamente nei posti predisposti a tale accoglienza utilizzando il cruscotto regionale sinora non funzionante, che gli ospedali Covid siano dotati di attrezzature radiologiche e di laboratorio che, esaltandone l'autonomia, riducano l'invio di pazienti al Cardarelli per esami radiologici super specialistici. Proponiamo inoltre l'invio dei pazienti che sono presenti al Cardarelli in area sospetti, in altri presidi Covid con un meccanismo automatico all'accertamento della positività, la riduzione del numero dei posti previsti dall'unità di crisi, riservando detti posti esclusivamente ai pazienti risultati infetti dopo il ricovero, e l'utilizzo di posti Covid in spazi separati dalle degenze ma presenti nel sedime dell'ospedale, quale ad esempio ex pediatria dotata di ingresso separato". Il sindacato dei medici chiede anche l'assunzione a tempo indeterminato del personale Covid presente nelle graduatorie ed una diversa organizzazione, affidando la linea trauma e il codice rosso non all'accettazione OBI ma ad altre aree del padiglione di emergenza.
Dopo 111 giorni in Campania le scuole continuano a essere chiuse e il rientro che ci viene proposto il 1 febbraio non garantisce una effettiva sicurezza ma, al contrario - dicono gli studendi - non fa altro che mancare di rispetto alla comunità scolastica e delega alle singole amministrazioni scolastiche responsabilità che sarebbero dovute essere di amministrazione statale. Gli studenti fanno sapere che, per garantire le misure di sicurezza contro il cotagio, durante l'occupazione, "ognuno di noi si è sottoposto a un tampone rapido naso-faringeo". Per garantire la sicurezza sanitaria nell’arco di questa occupazione ognuno di noi si è sottoposto ad un tampone rapido naso-faringeo; inoltre sfrutteremo gli spazi aperti del complesso scolastico rispettando le norme anti-covid. Ogni studente sarà il benvenuto. Chiunque vorrà, potrà seguire le lezioni in DaD durante la mattinata, mentre nel pomeriggio verranno svolte delle assemblee pubbliche e dibattiti su tematiche scelte dagli studenti, con conferenze autogestite, supportate da esterni. Vogliamo che la nostra scuola diventi un polo culturale, luogo di crescita, di confronto e di sicurezza. Oggi più che mai, questo è ciò di cui noi studenti abbiamo bisogno: la nostra scuola deve essere la nostra casa, e nessuno può privarcene. "Questa è la nostra risposta all’abbandono degli studenti da parte delle istituzioni, all'inadeguatezza della DaD come strumento di formazione, ai mancati investimenti governativi per consentire un rientro in sicurezza, agli innumerevoli tagli perpetrati nel tempo alla “Scuola” e al malfunzionamento dei trasporti pubblici - affermano -. In questo periodo la cultura, la scuola e tutti i suoi lavoratori, studenti e studentesse sono stati completamente tagliati fuori dal dibattito politico del nostro paese". "La didattica a distanza ci è stata dipinta come una soluzione definitiva - sottolineano - quando invece dovrebbe essere vista esclusivamente come un mezzo emergenziale che non può e non deve assolutamente sostituire la didattica in presenza"."Ha fornito un alibi per l'incompetenza del governo che, con questa risposta immediata, non ha progettato un piano reale per il ritorno a scuola in sicurezza - aggiungono -. Dalla chiusura di marzo fino alla prima riapertura di Settembre niente è stato fatto per garantire che le scuole rimanessero aperte, come è stato testimoniato dal l'immediata chiusura delle scuole"."Ormai la delusione degli studenti si è tramutata in rabbia in quanto le scuole vengono aperte e chiuse con noncuranza; tutto come se noi fossimo cavie su cui testare l’andamento della pandemia, anche da colpevolizzare nel caso di un aumento dei contagi, senza alcun riguardo per chi la scuola la vive in prima persona - evidenziano -. Le innumerevoli promesse del ministero della pubblica istruzione non si sono mai tradotte in fatti"."In questo periodo di crisi di governo, la scuola è stata tagliata fuori anche dal recovery plan e da ogni tipo di decisione governativa - proseguoo -. Gli studenti di tutta Italia pretendono ora risposte certe". "Questa emergenza sanitaria non ha fatto altro che far emergere prepotentemente le problematiche già preesistenti da anni nel sistema 'Scuola' - spiegano - la disparità tra le cosiddette 'scuole di serie A' e 'scuole di serie B', la trascuratezza dell’edilizia scolastica campana, anche se la nostra struttura non ne risente direttamente, e l’ingiustizia del sistema delle classi pollaio, problema radicato e da sempre denunciato dagli studenti, che oggi non fa che aumentare il disagio dovuto alla pandemia"."I mezzi pubblici sono stati un altro punto trascurato ampiamente dal governo: le difficoltà di oggi sono il risultato di anni di mala gestione dei trasporti del territorio".
"Sanremo non deve essere colpito". "L'obiettivo da colpire non deve essere il festival". "Mi dispiace che chi fa questo lavoro debba colpirci. Da sempre sono per l'apertura dei teatri e dei cinema". Così Amadeus, in un'intervista a "La Stampa", commenta il dibattito che da giorni vede esponenti del mondo culturale contrapporre la realizzazione del festival di Sanremo con la mancata apertura di teatri e cinema. "All'estero - dice Amadeus - ci sono sale che hanno aperto con grande attenzione per i protocolli; ho un grande dispiacere che il nostro ambiente sia fermo e spero che si riaccenda al più presto. Che Sanremo abbia 380 persone in platea è uno sforzo immane. Vede, io faccio I soliti ignoti con i figuranti ed è importantissimo che ci siano. Sanremo non deve essere colpito. Se non ci sono persone in platea non faccio un favore allo spettacolo ma un danno. Il festival sarà un grande faro che illuminerà un settore e provoca sofferenza che si lotti fra di noi. L'obiettivo da colpire non deve essere Sanremo. Se si aspetta Sanremo per colpire allora vuol dire che in quel momento si sta facendo del male a tutti: cinema, teatro, musica". Che la kermesse si faccia, per Amadeus è proprio da questo punto di vista "un segnale importante". "Noi tutti, Rai, discografia, addetti ai lavori siamo insieme perché sarà un festival storico. La gente per strada mi chiede: 'ce la facciamo a fare Sanremo'? Non: 'farete Sanremo'? Il pubblico ha bisogno del festival, di alleggerire, pensare ad altro. Con tutti i protocolli possibili". Quanto alle misure anti-Covid, Amadeus spiega: "La gente a casa vedrà uno spettacolo che sembrerà il più simile a quello degli altri anni ma dietro le quinte sarà organizzato con metodi chirurgici". Infine l'auspicio: "Mi auguro che questo Sanremo sarà unico, non solo per quello che avremo messo in campo per poterlo fare durante questo periodo Covid, ma anche per l'umanità che ci stiamo mettendo. Quest'anno poter fare questo spettacolo è una sorta di privilegio e non me lo voglio perdere".
La posizione di Iv "è semplice: noi siamo compatti a parlare di contenuti. Se oggi siamo centrali è perché parliamo di vaccini, di lavoro, di Recovery plan mentre altri chiedono incarichi. Chi mandava veline dicendo che ci saremmo divisi oggi dovrebbe prendere atto che l'aggressione contro Italia Viva è fallita". Lo dice la presidente dei deputati di Iv Maria Elena Boschi in un'intervista a Il Messaggero. "Non poniamo pregiudiziali sui nomi, ma chiediamo una svolta sui contenuti - aggiunge -. La crisi politica si è aperta ieri, la crisi sanitaria, economica, educativa è aperta da tempo. È tempo di fare un salto di qualità: basta chiacchiere, preoccupiamoci dell'Italia". Rispetto al confronto con il suo ex partito, "il Pd mi sembra più interessato a parlare di noi che non delle questioni che stiamo ponendo - commenta -. Ho visto attacchi personali contro Renzi e contro i nostri parlamentari sinceramente inspiegabili. Ma questo non è il momento delle polemiche. E devo constatare che chi nel Pd ha passato la prima settimana a mettere veti su di noi oggi chiede il dialogo". Il punto "non è chi fa il ministro, ma quali idee costituiscono il programma. Capisco che possa sembrare innaturale visto il suk ancora in corso al Senato, ma noi siamo l'unica forza politica che alle poltrone ha rinunciato". Rispetto alle posizioni diverse di Iv e M5s sulla giustizia, Boschi sottolinea di non avere nulla contro Bonafede ("lo conosco dai tempi dell'universita'"), "ma che il governo si sia dimesso perché il ministro rischiava la bocciatura in Senato è un dato di fatto. Serve più garantismo e meno giustizialismo". Italia Viva sarebbe favorevole a una maggioranza Ursula che parta dai contenuti "ma poi bisogna essere coerenti: in Europa Socialisti Popolari e liberali votano insieme. I grillini spesso no, come abbiamo visto anche la settimana scorsa a Strasburgo sulla struttura tecnica del Recovery: i Cinque Stelle si sono astenuti assieme a Salvini e Meloni. La strada è giusta, ma qualcuno deve dirlo ai grillini".
In un Paese serio Uno dei Due – Giuseppe Conte o Matteo Renzi - sarebbe di troppo. Già, in un Paese serio… Ma il Nostro, oltre che di Santi, Poeti e Navigatori è anche un Paese di Quaquaraquà travestiti da Politici. E’ una Terra – la Nostra - nella quale si confonde l’Arte del Possibile con Quella del Raggiro e dell’Inganno. Niente Compromessi di Alto Profilo, soltanto Bassezze a iosa quelle che propongono i Palazzi. L'indecenza governa incontrastata la scena Politica. Urge allora uno scatto di dignità. Un problemaccio. Diogene è un ricordo... E trovare l’Uomo è missione quasi impossibile. Uno scatto di dignità. E’ quello che manca agli interpreti della Italica Politica e ai relativi claqueurs. Non lascia dubbi l’assenza di questa qualità morale - la dignità appunto - nel Paese soffocato dalla Maledizione dei Due Mattei (il plurale è una licenza lessicale del Vostro Tastierista, ndr), nel Paese schiacciato tra la Grettezza del Leghista e la Voracità del Capo di Italia Viva. E l'assenza di dignità e di decenza nella Politica e nei Relativi Interpreti emerge anche dalla lettura dei giornali e dall’ascolto dei radio-tele notiziari di oggi. Scene di ordinario degrado morale. Nessuno che dica “Con Quello Lì neanche un caffè, impossibile ogni tipo di accordo”, in tanti invece a grancassare “Senza Quello Lì è impossibile formare il nuovo Governo”, soltanto un pugno di anime candide è spintlo ad urlare flebilmente “A questo punto meglio votare così il Paese si libera di Quello Lì”. Spettacolo di immensa tristezza! Gli Editori dettano lo spartito, i Concertisti eseguono disciplinatamente. Gli effetti della torta “Recovery Fund” calano sui Media. La Leccornia trasforma in una sorta di Salvatore della Patria il Terminale Rignanese dei trasversali interessi di Potere. Proprio Lui – il Rignanese - che la torta aveva minacciato di avvelenarla. Si rovescia la realtà. Il tutto mentre la Bomba sociale è pronta ad esplodere. A questo punto, di fronte alla minacciata ineluttabilità degli Sviluppi della Crisi di Governo, di fronte all’asfittico numero di Responsabili e di fronte all’Osceno che avanza meglio il voto anticipato dunque. Di Matteo Renzi e dei Suoi Fedelissimi il Paese ne ha piene le tasche! E’ quanto urlano i sondaggi, è quanto ignorano i Media… Ps. “Sopra le Righe”, è uno spazio in progress che a seconda degli avvenimenti di giornata aggiornerà il commento arricchendolo. “Sopra le Righe” è uno spazio che offre a chi scrive il privilegio di potersi esprimere in prima persona su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui le opinioni del sottoscritto talvolta non appariranno coerenti con la linea editoriale. Voltaire docet… Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca...
Lunedì, 26 Gennaio 2021, ore 12.00: Si apre ufficialmente il sipario sulla Crisi di Governo, le parti in Commedia sono quelle di sempre. La prima scena propone l’Inquilino di Palazzo Chigi recarsi al Quirinale per presentare le dimissioni al Capo dello Stato. Un Atto Protocollare dovuto. Sullo sfondo frattanto si muove il Nascente Gruppo dei Variopinti Responsabili. Il tutto mentre cerca di giocare in proprio – ma senza successo – Silvio, l’Immarcescibile. Dietro le Quinte – intanto - in attesa di entrare in scena da comparse fanno da spettatori la Ducetta di Trastevere e il Capo Politico e Religioso della Lega… E’ un Copione annunciato, è una sceneggiatura destinata a far precipitare nell’ininfluenza le Paturnie dell’ex Capo Scout di Rignano sull’Arno e ad evitare all’Avvocato del Popolo il trasloco da Palazzo Chigi.… Nient’altro che Flashes di Buonsenso, gli scenari appena illustrati. Nient’altro che ovvie Previsioni pur non sorrette da Doti Divinatorie Finirà – vedrete - come dal Vostro Tastierista ampiamente previsto fin dall’inizio delle Convulsioni del Capo di Italia Viva. Più veloce della luce, sarà Crisi aperta e subito chiusa, dunque. Il tutto in un battito d’ali. Così come voleva il Capo dello Stato. E in barba alla Claque Mediatica Filorenziana che sta drammatizzando una situazione che seria non è. Accade quando slogan e propaganda sostituiscono Progettualità Politica e Valori; accade quando i Ragli vengono scambiati per Urla Sdegnate… Domani pomeriggio al Quirinale si apriranno le Danze. Liturgia breve e poco affollata per il Battesimo del Conte Ter. Vincerà Giuseppe Conte, perderà Matteo Renzi, dunque. I Bookmakers non accettano scommesse sulla partita dal finale scontato. Non sarà il finale migliore questo appena immaginato. Ma sarà il finale confezionato con ciò che passa il Solito Convento come sempre affollato di Guitti, Capriolisti, Pagnottisti, Poltronisti etc etc. Non sarà il finale migliore, dunque. Certamente però sarà l’epilogo meno vomitevole. 26/01/2021 h.16.00 Ps. “Sopra le Righe”, è uno spazio in progress che a seconda degli avvenimenti di giornata aggiornerà il commento arricchendolo. “Sopra le Righe” è uno spazio che offre a chi scrive il privilegio di potersi esprimere in prima persona su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui le opinioni del sottoscritto talvolta non appariranno coerenti con la linea editoriale. Voltaire docet… Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca,,,

Il prossimo 10 dicembre i Foja celebreranno il decennale del loro primo album pubblicando “DIECI” una speciale collection che racchiude i primi tre album editi – ‘Na storia nova, Dimane torna ‘o sole e ‘O treno che va – più un quarto volume contenente i singoli fuori album, le collaborazioni internazionali, la cover di “Maruzzella”, i brani mai pubblicati prima in digitale e un brano inedito che sarà online su tutte le piattaforme streaming quello stesso giorno: “‘E fronne”. Sempre il dieci dicembre, oltre alla pubblicazione della collection, uscirà anche una speciale tiratura limitata in vinile dell’album d’esordio “‘Na storia nova” e diversi gadget che saranno disponibili su uno store online dedicato.
“Non esistono parole per descrivere i dieci anni trascorsi dall’uscita del nostro primo disco, solo le canzoni riescono ad avere tanto potere”, sottolinea Dario Sansone, cantante e leader della band che con l’uscita dell’esordio “‘Na storia nova” creò uno spartiacque nella musica napoletana contemporanea. “Tutto quello che è successo in questo decennio – prosegue – non è unicamente merito nostro ma di una famiglia dal cuore immenso fatta di produttori coraggiosi, managers sognatori, musicisti generosi, illustratori visionari, fonici alchimisti, grafici geniali, registi dalla sensibilità speciale, tour-managers innamorati, driver temerari, promoters amanti del rischio, bookers tenaci, gestori di locali intraprendenti, addetti stampa instancabili, produttori artistici talentuosi, service infaticabili, fotografi appassionanti, compagne pazienti, amici veri e di un pubblico unico che vive la musica e l’arte dal nostro lato della barricata con il fuoco dentro… cu’ ‘a Foja dint’o core..” C’è un “prima” e un “dopo” l’arrivo dei Foja sulla scena napoletana.
Un concetto di arte dove la musica è elemento portante di una percezione più ampia, che include anche arti figurative come il disegno, statico e animato di cui Dario Sansone è valido esponente. Le esperienze della band partono da una “mescla” di generi, e influenze, che da millenni si susseguono nella città all’ombra del Vesuvio. In questi dieci anni la band ha raggiunto importanti traguardi: dal memorabile concerto al Teatro San Carlo, ai concerti in luoghi rappresentativi come il Palazzo Reale, il museo di Capodimonte, Castel Sant’Elmo, l’Arena Flegrea, ai tour europei e nordamericani del 2018 fino ad arrivare a collaborare su versioni inedite di alcuni dei più bei brani della propria discografia con importanti artisti internazionali. Inoltre, ma non meno importanti, le collaborazioni cinematografiche del frontman Dario Sansone con disegni e musiche per i lungometraggi “L’arte della felicita’” e “Gatta Cenerentola”. Infine, una curiosita’ dal sapore calcistico.
Per l’occasione delle celebrazioni del decimo anno di vita del primo album i Foja il 26 novembre avrebbero dovuto far stampare la copertina della collection discografia “Dieci”, riportando un 10 azzurro su fondo bianco. “Un omaggio sentito a l’unico vero genio rivoluzionario che ha segnato le nostre vite da “napoletani”: Diego Armando Maradona”. Purtroppo proprio quel giorno Diego ha lasciato la vita terrena e così, doverosamente, la band ha deciso di “ritirare” la “10” come segno di rispetto verso un uomo le cui gesta rimarranno per sempre nella storia.
CreditPhoto: RicPic Riccardo Piccirillo