
Napoli, con il Parma arrivano tre punti per la Champions
Segnano Elmas e Politano, ma il gioco non convince
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Che la GeVi sia sempre attenta ai movimenti del mercato è una non notizia, come dimostrano le varie dichiarazioni della società in questo senso; la novità arriva da Spicchi d’Arancia che riporta un interessamento del sodalizio azzurro per Francesco Candussi, ala forte in forza alla Tezenis Verona dove ha fatturato, finora, 13.9 punti, 5.3 rimbalzi ed 1 assist ad allacciata di scarpe. Sempre la nota newsletter riporta che, su Candussi, ci fosse anche la Givova Scafati che, in cambio, offriva al club scaligero Lorenzo Benvenuti, ricevendo un secco rifiuto dal giocatore. Prende, così, forza l’ipotesi partenopea dove andrebbe a sostituire Antonio Iannuzzi sul quale, sempre secondo “Spicchi”, ci sarebbe l’interesse di Mantova, con Verona e Scafati più indietro, ma soprattutto di Pistoia che vive un periodo complicato in cui, sul banco degli imputati ci sono il coach Michele Carrea ed il lungo Mitchell Poletti. Buone notizie, infine, per i tifosi: la partita che vedrà la GeVi opporsi alla OraSì Ravenna sarà trasmessa in diretta su Capri Event, canale 271 del digitale terrestre.
Registrati diversi casi di variante inglese "Da lunedì chiudiamo tutte le scuole". Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in diretta Fb. De Luca ha sottolineato che soprattutto nelle scuole di Napoli si sono registrati diversi casi di variante inglese. Secondo motivo per la chiusura, spiega, è attendere il completamento della campagna vaccinale per il personale scolastico.
Non è facile per l’Osservatore ordinare idee e pensieri di fronte al caos e alle stonature della Maggioranza Frankenstein sostenitrice del Governo Draghi. Da una parte il provocatorio e compulsivo protagonismo del Capo Politico e Religioso della Lega, quel Matteo Salvini che fa propaganda contro le scelte del Governo che sostiene e di cui fa parte attraverso alcuni suoi uomini; da un’altra parte gli inquietanti posizionamenti dei Cavalli di Troia Renziani all’interno del Pd per mettere in crisi il molle segretario Nicola Zingaretti al fine di favorire il rientro in Pompa Magna dell’ex Capo Scout di Rignano sull’Arno; da un’altra parte ancora gli smottamenti nel M5s all'ombra di chi sollecita l'ex Premier Giuseppe Conte a prendere al più presto in pugno i precari equilibri grillini. Da più parti si gioca allo scasso – insomma - forti del fatto che il Capo dello Stato abbia scongiurato le Elezioni Anticipate, rischio mortale per molti Onorevoli. Liberi tutti, dunque, tra Ragli, Rutti e Scorregge. Roba da Inferno Dantesco. Il tutto nell’attesa di poter ammirare gli Effetti Speciali annunciati dai soliti Media cortigiani e ignoranti. Da Giuseppe Conte a Mario Draghi, no problem il salto della quaglia per l’Informazione di Palazzo, conformista e formattata per servire l’Elevato di turno. In questo contesto discorso a parte per i Media Conservatori e Oscurantisti. A corto di Nemici da attaccare (il Governo Frankenstein impone regole di bon ton) i Giornali filo salviniani cartacei, digitali, on line e satellitari si sfogano contro il Ministro della Salute Roberto Speranza e contro il recente Passato interpretato da Giuseppe Conte. Spettacolo immondo! Intanto non incantano le scelte compiute dal Nuovo Inquilino di Palazzo Chigi relative alla formazione del Governo e del Sottogoverno. Annunciato come Esecutivo dei cosiddetti “Migliori”, la Squadra di Governo è formata in massima parte da polverosa Materia di scarto. Meglio avrebbe fatto Draghi a nominare esclusivamente Tecnici non chiudendo peraltro a quelli di Area Politica. Detto ciò, i Silenzi del Premier non aiutano a mettere ordine nella confusione. Silenzi che al momento lo fanno apparire debole perché troppo attento al Cencelli e alla Mediazione. E viene da chiedersi fino a qual punto Draghi sia disponibile a tollerare le ormai quotidiane provocatorie e irresponsabili parole di disturbo pronunciate dal Capo della Lega. Dalla originaria lotta alle mascherine, alla crociata aperturista, alla protesta per la cancellazione delle Gite Pasquali fuori porta. Non se ne può più! Ad impreziosire il quadro si staglia sullo sfondo una Unione Europea avvitata sui Vaccini e in cui sul Tema MIgranti sono permanentemente sul ring Legalità, Etica, Morale e Diritti Umani… Ps. “Sopra le Righe”, è il nuovo spazio che mi offre il privilegio di poter esprimere opinioni personali su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui i pareri del sottoscritto talvolta potrebbero non apparire coerenti con la linea editoriale di Hastag 24. News. Voltaire docet… Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca,,,
Niente da fare. Il Napoli è fuori dall’Europa League. Non resta che il campionato ora. Peccato perché gli azzurri hanno subito segnato, poi però la solita distrazione ha chiuso definitivamente la gara. Difficile segnare altri tre gol. Il Napoli passa subito in vantaggio: al 3’ con Zielinski. Azione di transizione e il polacco, al limite, fa finta di tirare con il destro e poi con il sinistro fulmina il portiere del Granada, Gli azzurri attaccano in ripartenza, ma non riescono a raddoppiare subito, un gol che metterebbe ko gli andalusi. E invece la partita si trascina via tra tatticismi e colpi di coda che non producono gli effetti sperati. Il Granada palleggia bene, mentre il Napoli fa fatica a costruire azioni degne di nota. E infatti pareggia il Granada con Montoro, tutto solo al centro dell’area dopo un’incomprensione tra Maksimovic e Rrhamani. Il Napoli è anche sfortunato e al 34’ colpisce una traversa su punizione con Insigne. La partita si incattivisce. Fioccano le ammonizioni. Ma il Napoli non riesce a reagire. Nella ripresa nuovo cambio di modulo (a 4 in difesa). Entra Ghoulam, ma gli azzurri non accelerano. Poi, un’improvvisa accelerazione di Insigne che serve Fabian al 13’. Lo spagnolo mette la sfera alle spalle del portiere spagnolo. L’inerzia è in mano al Napoli. Due occasioni di Mertens e una di Fabian non bastano però a ridare le residue speranze e a riaprire i giochi. Anche nel finale Ghoulam e Zielinski hanno le occasioni giuste. Il Napoli esce dall’Europa League. Ma questa volta ci ha messo almeno un po’ di cuore.
Alla galleria della Human Tribe di Jorit si aggiunge un nuovo volto, quello di Pablo Hasèl che è al centro del nuovo progetto di questo eclettico e innovativo urban artist, ormai noto in tutto il mondo. A Bagnoli gli è stato affidato uno spazio privato che viene comunemente soprannominato il “campetto bruciato” per le cattive condizioni in cui versa. Da pista di pattinaggio, negli anni è divenuto un campo per accese partite di calcio, uno spazio attrezzato per i bambini e, infine, un campo da basket. Oggi semidistrutto, viene utilizzato dalla cittadinanza come campo di sgambatura per cani. Il recupero e la riqualificazione di tale spazio mira, nelle intenzioni dei fautori dell’iniziativa (tra cui Sergio Lomasto e St. Louis Accademy), a creare uno spazio a disposizione della comunità. Come nasce l’incontro con Bagnoli, il quartiere d’acciaio? Bagnoli è un storicamente quartiere operaio, se sono qui è grazie a Sergio Lomasto, che mi ha lasciato completa libertà espressiva, quando gli ho proposto un progetto imperniato sulla libertà d’opinione lui lo ha condiviso perché ha capito che avrei potuto andare oltre la semplice decorazione di questo spazio per un riuso socialmente fruibile. La mia intenzione, infatti, è di dar vita qui a Bagnoli ad un qualcosa di completo e articolato che lasci anche un messaggio. È a questo punto che la scelta cade sui recenti fatti di cronaca che hanno visto coinvolto il rapper Pablo Hasél? Si, perché Pablo Hasèl come cantante si è sempre schierato in maniera forte prendendo posizione a favore dei lavoratori, mettendosi dalla parte degli studenti, dello stato sociale, della scuola e della sanità pubblica. Essendo una persona schierata, militante nella sua arte, è inevitabile che dia fastidio. La campagna mediatica contro di lui, i cui echi sono arrivati anche in Italia, ha portato poi al suo arresto pochi giorni fa. Però io credo che la solidarietà verso un artista sia molto importante; quando si cominciano a toccare gli artisti, la situazione diventa critica. È vero che la Spagna ha vissuto l’epoca del Franchismo, è vero che quel paese ha una democrazia giovane ma proprio per questo ritengo che fosse doveroso dare un messaggio di solidarietà ad un artista che è stato arrestato (e condannato a nove mesi con l’accusa di esaltazione del terrorismo e ingiurie alla Corona”, ndr) per un reato di opinione, avendo espresso le sue idee. Non c’è calunnia né diffamazione nelle sue rime. Dall’ Italia purtroppo il mondo dell’arte ha reagito pochissimo, direi niente. I tuoi fans sui social hanno aperto un dibattito per alcuni versi molto critico sulla scelta di rappresentare Pablo, perché secondo alcuni, non è un buon esempio da esternare con la tua arte. Cosa ne pensi? Sulla figura di Pablo mi sono già espresso; posso aggiungere che io difendo innanzitutto la libertà d’opinione, l’artista e il suo diritto di dire ciò che pensa. Hasèl ha sostenuto che la corona spagnola è un’istituzione antistorica e inefficace di fronte alle esigenze politiche e sociali dei nostri giorni. Affermare il suo pensiero a tal riguardo non è una calunnia, e –ripeto- non si può bloccare un individuo perché esprime la sua opinione. Pablo è anche un attivista politico, sulla sua vicenda in Spagna si stanno spaccando coalizioni governative a favore della nascita di nuove formazioni che si battono da sempre per l’indipendenza della Catalogna. Quanto è in relazione il suo arresto con questa antica e annosa esigenza dei catalani ? Non lo so in che misura l’arresto e il suo impegno politico siano in relazione. So solo che è stato attaccato in maniera molto dura, so solo che va difeso. Ho sentito la necessità di farlo io. Qualcuno doveva pur farlo!
"Se c'è una questione di picco sanitario, di terza ondata, allora per la chiusura delle scuole deve intervenire o lo Stato, o la Regione. Se questo non è avvenuto, evidentemente è perché il Ministero della Salute e le Regioni interessate ritengono di non intervenire e rimbalzano al territorio raccomandando di intervenire qualora ci siano situazioni particolari. È chiaro che i contagi stanno salendo ed è verosimile, se continuano a salire, che ritorneremo, mi auguro per un periodo limitato, in una ZONA ROSSA ". Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, intervenuto a Radio Crc."Noi come Comune - ha spiegato de Magistris - con un monitoraggio quotidiano stiamo verificando se si creano nella nostra città delle situazioni particolari che, nonostante il non intervento dello Stato e della Regione, richiedono delle misure mirate. Finora il monitoraggio non ha prodotto situazioni tali da dover intervenire nei confronti di una scuola". De Magistris ha poi ricordato che "noi continuiamo a non avere il monitoraggio sanitario dettagliato, ma ormai ci abbiamo rinunciato. Dopo un anno non partecipiamo all'Unità di crisi, non abbiamo dati dettagliati sul territorio, li dobbiamo acquisire in maniera nostra, più artigianale, con la collaborazione delle Università e delle comunità scolastiche. Questo è un altro elemento che a distanza di un anno ci fa dire come schizofrenica, distonica e contraddittoria è stata la gestione della pandemia sanitaria tra Stato e Regioni".
La Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato, nel quartiere "La Maddalena" del capoluogo, un 48enne di origine cinese, per un tentativo di corruzione operato nei confronti dei finanzieri che stavano procedendo al sequestro nei suoi confronti di capi di abbigliamento contraffatti. I finanzieri avevano notato la presenza di un uomo che con fare circospetto muoveva involucri voluminosi all'esterno di un negozio. Le Fiamme Gialle hanno prima riscontrato che all'interno erano presenti scarpe con marchi contraffatti; successivamente hanno esteso le attività svolgendo una perquisizione nei locali commerciali del cinese. Rinvenute in tal modo centinaia di migliaia di scarpe ed etichette con vari marchi contraffatti, scarpe senza marchio dello stesso modello di quelle con il logo contraffatto; negli stessi locali scoperto anche il vero e proprio "laboratorio del falso", utilizzato per la produzione illecita delle scarpe. Durante le operazioni di controllo il titolare del negozio, nel chiaro tentativo di corrompere i finanzieri, ha infilato 850 euro in contanti nella tasca della giacca di uno dei due esclamando: "Prendi questi soldi e non sequestrare niente, andate via e prendetevi un caffe'". Le Fiamme Gialle partenopee hanno proceduto all'immediato arresto per istigazione alla corruzione dell'imprenditore, denunciato anche per contraffazione e ricettazione. Sequestrate oltre 140.000 tra etichette e scarpe sprovviste di qualsiasi certificato di conformità.
La febbre speculativa sul titolo di GameStop, catena di negozi di videogiochi, è in risalita a Wall street, dove nell'ultima ora e mezza della seduta ieri l'azione ha raddoppiato di prezzo. A gennaio il rialzo senza sosta del titolo, alimentato dagli acquisti di piccoli investitori organizzati sul forum di Reddit WallStreetBets, aveva fatto tremare i mercati e convinto il Congresso ad aprire un'inchiesta. Il nuovo balzo è avvenuto all'indomani delle dimissioni del direttore finanziario Jim Bell, che secondo le indiscrezioni del sito Business Insider sarebbe stato "messo alla porta" dall'azionista attivista Ryan Cohen, entrato di ecente nel cda della società. L'ingresso di Cohen, proprietario della catena di negozi per animali Chewy, nell'azionariato di un'azienda in crisi, messa alle strette dal mercato online dei videogiochi, aveva dato il via al boom del titolo a gennaio. I trader dilettanti, comprando a mani basse GameStop, avevano ingaggiato una battaglia con alcuni fondi speculativi, che avevano comprato allo scoperto azioni GameStop, costringendoli a ricoprirsi in forte perdita. Il titolo aveva toccato un massimo a 347 dollari il 27 gennaio, per poi precipitare fino a poco oltre 40 dollari. Dopo varie sospensioni per la forte volatilità ieri ha chiuso a 91 dollari.
Negli ultimi 22 giorni, da quando ha ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica, il nome di Mario Draghi è stato pronunciato quasi 70.000 volte (68.804) dai mezzi di informazione italiani: una media di oltre 2 volte al minuto. Il dato emerge dal monitoraggio svolto su oltre 1.500 fonti media fra carta stampata (quotidiani nazionali, locali e periodici), siti di quotidiani, principali radio, tv e blog da Mediamonitor.it, che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da oltre 35 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. Mediamonitor.it ha indagato qual è stata la visibilità del nuovo premier dal 3 al 24 febbraio, mettendola a confronto con quella dei leader politici. Alle spalle di Draghi, sia pure con oltre un terzo di citazioni in meno (18.878), troviamo Matteo Salvini, il cui appoggio - per alcuni sorprendente - al nuovo governo gli consente di ottenere il 2° posto, mentre Giorgia Meloni, grazie alla sua scelta isolata ma netta di collocarsi all'opposizione, si colloca sul gradino più basso del podio per numero di citazioni totali (12.337), ma supera Salvini per numero di presenze in radio e tv (2.803 vs 2.371). È solo sommando le citazioni di Beppe Grillo (10.686) e Vito Crimi (7.548) che gli esponenti del M5S si avvicinano a Salvini, mentre il segretario del PD Nicola Zingaretti, con 10.537 menzioni, supera il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi (8.424). Zingaretti, tuttavia, è in ultima posizione per quanto riguarda le citazioni dei leader politici nelle sole radio e tv (688, poco più della metà di quelle di Vito Crimi - 1.094 - che lo precede in questa classifica). Mediamonitor.it ha anche indagato la visibilità sui mezzi di informazione del nuovo esecutivo, analizzando la presenza dei nuovi ministri sui mezzi di informazione italiani da sabato 13 (giorno del giuramento al Quirinale) a mercoledì 24 febbraio. Come prevedibile, complice l'emergenza sanitaria ancora in corso, guida la classifica il titolare del dicastero della Salute, Roberto Speranza (8.310 citazioni), che precede Luigi di Maio (4.716), al suo secondo mandato consecutivo al Ministero degli Esteri. In grande spolvero i ministri in quota Lega: Giancarlo Giorgetti (3.937), in 3^ posizione, lascia ai piedi del podio il ministro del Lavoro Andrea Orlando (2.877), mentre il neoministro del Turismo, Massimo Garavaglia, 7° con 2.583 menzioni, precede Roberto Cingolani (2.566), titolare del nuovo Ministero della Transizione ecologica fortemente voluto dai grillini. Il più citato fra i tecnici è Daniele Franco, ministro dell'Economia, (5° con 2.753 citazioni), insieme al Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi che è in 6° posizione (2.677), mentre la ministra della Giustizia ed ex presidente della corte Costituzionale Marta Cartabia è 9° con 2.418 menzioni. Le ministre senza portafoglio Mariastella Gelmini (Affari regionali e autonomie) e Mara Carfagna (Sud e coesione territoriale), tornate nella squadra di governo a 10 anni di distanza dal Berlusconi IV, oscurano Luciana Lamorgese (13°, 1.889 citazioni), riconfermata agli Interni: Gelmini, con 2.298 citazioni, è 10^, Carfagna (2.093) e' 12^, alle spalle del ministro della Cultura Dario Franceschini (2.248). Dall'insediamento del nuovo governo, i meno citati in assoluto secondo l'indagine di Mediamonitor.it sono le ministre delle Politiche giovanili Fabiana Dadone (22^, con 838 citazioni) e dell'Università e Ricerca Maria Cristina Messa (23^ e ultima, 260). Ai primi tre posti della classifica che considera solo le emittenti radiofoniche e televisive ci sono Roberto Speranza (640), Daniele Franco (577) e Luigi Di Maio (557).
Brutta GeVi ma due punti in saccoccia, questo il riassunto laconico dei 40’ disputati in casa della Giorgio Tesi Pistoia. Bastano Parks (18+11r) e Mayo (15) a mettere al sicuro il risultato, contribuisce Lombardi (11+11r), ma determina tutto una difesa autoritaria degli azzurri che fiacca l’attacco pistoiese, ridotto a soli 20 punti nella prima metà di gara. Sorpasso provvisorio in vetta, in attesa che Forlì possa recuperare le partite rinviate. LA CRONACA Serve ripartire ed approfittare del riposo di Forlì per il sorpasso in vetta, serve cominciare ad avere le indicazioni giuste ora che la stagione entra davvero nel vivo e potrebbe decidersi anche parte della possibile fase ad orologio; serve fare il risultato proprio perchè anche la fase ad orologio, adesso, è in forse e allora potrebbero pesare i passi falsi contro Rieti e Cento. Sorprende tutti coach Carrea che lancia capitan Della Rosa in quintetto, lo fa anche coach Sacripanti che dà a Mayo la prima partenza della stagione sul parquet, accompagnato dai soliti Marini, Parks, Lombardi e Zerini. Come contro Scafati, la Giorgio Tesi parte subito a spron battuto con Della Rosa che batte una sonnacchiosa difesa azzurra per i primi due punti del match. Al primo tentativo di fuga dei padroni di casa, complice anche la scarsa mira azzurra, risponde Parks che segna l’and one del 4-3. I problema per Pistoia arrivano alla voce falli, è precoce la seconda infrazione sanzionata a Saccaggi che viene sostituito da Riismaa dopo aver rischiato anche il tecnico per proteste. La GeVi c’è, Parks la tiene attaccata nel punteggio, Zerini offre più di un extra possesso ma i compagni non sfruttano il suo eccellente lavoro, a metà primo quarto è solo 6-5 il punteggio. Il primo sorpasso azzurro coincide con il primo canestro non di Parks: è Mayo a trovare la tripla con il fallo, anche se non passa all’incasso dalla linea della carità, poi Lombardi corregge un tentativo sbagliato da Monaldi per il +4. Pistoia è in preda ai suoi propri fantasmi, perde troppi palloni e subisce il parziale di 12-0 con Marini a firmare il 15-6, Poletti accorcia da sotto ma Monaldi prende la mira ed infilza il cotone dal perimetro per il +10; la prima sirena manda in panchina le due squadre sul risultato di 20-10 per gli ospiti. Servono quasi due minuti per vedere il primo canestro della seconda frazione, Marini porta gli azzurri sul +12 dopo tanti errori da ambo le parti, poi Zerini risponde alla tripla di Zucca con un bel canestro in post. Si rivede Parks, che subito si unisce al buon lavoro difensivo azzurro che frutta altre palle perse dei padroni di casa; da una di queste parte il contropiede che Uglietti chiude con la schiacciata del +15; la GeVi ha più che doppiato la Giorgio Tesi. I padroni di casa devono la loro seguente signatura al rimpallo che favorisce Sims, stoppato in precedenza da Zerini, ma è solo un apostrofo biancorosso: Parks ristabilisce subito le distanze poi si produce in un acrobatico recupero sulla transizione pistoiese. Fletcher dovrebbe essere l’uomo in più per la Giorgio Tesi e invece è una zavorra: ancora una sua palla persa provoca il contropiede del +16 azzurro, Poletti prova a scuotere i suoi ma viene annichilito dalla stoppata del solito Parks che, sul ribaltamento di fronte, sigla il +18. La situazione falli di Pistoia incide pesantemente sui due playmaker: sia Saccaggi che Della Rosa contano già 3 infrazioni ciascuno. Dall’altro lato, come un motore diesel, Mayo comincia a carburare fiducia e s’inventa un canestro difficilissimo in penetrazione; solo il talento di Sims evita che gli ospiti fuggano oltre i 20 punti di vantaggio. All’intervallo, però, gli azzurri conducono per 36-20. È ancora Sims ad inaugurare la seconda metà di gara trovando il canestro da sotto; Pistoia accorcia ancora con Wheatle; il parziale diventa di 6-1 con Fletcher che batte Parks ma commette subito dopo il suo quarto fallo. Lombardi prova a svegliare i suoi ma Della Rosa riporta a 10 le lunghezze di distanza con la tripla dall’angolo. Ma Napoli è paziente e sorniona, Parks e Lombardi annullano lo sforzo del capitano pistoiese, Marini ne forza il quarto fallo da cui scaturisce il nuovo +15 azzurro e Parks ritocca ulteriormente il punteggio. Della Rosa paga lo sforzo con i crampi e viene portato in panchina a braccio dai compagni, i pochissimi autorizzati al Pala Carrara, giustamente, applaudono. L’assenza di Iannuzzi pare responsabilizza ancor di più Zerini che, oltre alle scorribande sotto il canestro avversario, offre una chiusura con il lucchetto del proprio pitturato, ne fanno le spese Fletcher e Saccaggi, stoppati senza appello. Proprio il play ex Biella si vede gravare del quarto fallo su Monaldi, Carrea allunga la difesa, posizionando poi una zona 2-3 una volta passata la metà campo; Saccaggi prova a scuotere i suoi con 4 punti consecutivi, Wheatle chiude il quarto periodo sul 37-48. L’entusiasmo pistoiese porta la Giorgio Tesi a -10 in apertura di quarta frazione, tuttavia Mayo sfrutta la situazione falli di Fletcher per frenare il ritorno avversario; Sacripanti abbassa il quintetto inserendo Sandri per Zerini; proprio l’ex Virtus Roma si fa notare per l’energia con cui regala l’extra possesso dal quale scaturisce la tripla, ancora di Mayo. L’assenza di un pivot di ruolo è pagata a rimbalzo, Poletti ne approfitta e segna 4 punti per il -9 ma Mayo sa gestire il momento e pesca Lombardi che, però, sfrutta solo uno dei liberi guadagnati. Tuttavia il pivot ex Casale è on fire e trova ancora la retina per il -8 a cui Pistoia non arrivava da metà primo quarto. Ma è una delle partite di Mayo: palla rubata e via in transizione per la tripla del +12. L’effetto sui compagni è immediato, Marini fa una gran difesa e prende lo sfondamento che esclude Fletcher dalla partita; Saccaggi è, invece, l’ultimo dei mohicani biancorossi, ma la sua penetrazione trova risposta nei due punti di Parks e, la seconda volta, nella stoppata di Zerini che mette di nuovo il posto di blocco nell’area. È il momento decisivo: Mayo pesca Lombardi per il +14; l’ala italonigeriana sbaglia una schiacciata facile facile dopo aver ubriacato due difensori con una finta ma si fa perdonare con il rimbalzo che chiude sostanzialmente i giochi, l’ultima sirena suona con il tabellone a recitare 51-65. IL COMMENTO È bastata mezza GeVi per aver ragione di una Giorgio Tesi troppo corta e troppo stanca dopo l’infrasettimanale contro un’altra corazzata come Scafati. Gli azzurri offrono una prestazione sopra le righe nella propria metà campo ma lasciano molto a desiderare quando c’è da attaccare. Malissimo la voce tiri liberi, solo 11/20, male al tiro pesante (6/28), maluccio al tiro da 2 (18/39), con errori anche marchiani. Eccellente, invece, la fase difensiva: 19 palle perse da Pistoia con 12 recuperi, 8 stoppate, di cui 4 firmate Zerini, buona la gestione falli che non penalizza il lungo fiorentino, anello debole vista l’assenza di Iannuzzi ed il minutaggio più alto a cui è stato costretto. Nota positiva, Daniele Sandri: quando non entrano i tiri, l’ex Roma offre energia a tutto campo, da un suo rimbalzo quasi impossibile nasce l’extra possesso che porta alla tripla di Mayo con cui si spengono le residue speranze pistoiesi.

Il Napoli batte 2-0 il Parma e rivede la zona Champions. Non hanno convinto gli uomini di Gattuso, ma l’importante era ottenere la vittoria, anche in modo sporco. Una partita difficile per gli azzurri. Il Parma è arroccato in difesa e si innesca solo in contropiede con Gervinho. Gli azzurri spingono ma non trovano varchi. Fase di stanca della gara che il Napoli illumina con un guizzo di Elmas al 31’. Il macedone servito da Demme si insinua in area ducale, trova un varco e di sinistro beffa Sepe. Gli azzurri si sbloccano ma restano in attesa nell’area in attesa di errori del Parma. Un Napoli bruttino, forse meno spettacolare ma più concreto. Nella ripresa gli azzurri si abbassano e il Parma prende campo. La squadra di Gattuso smette di giocare ed è in grande difficoltà. Poi, un lampo di Politano all’81’ mette in salvo i tre punti. Ma il Napoli non è guarito, anzi fisicamente sembra molto stanco. Riesce a contenere le sfuriate del Parma e nel finale Insigne colpisce anche un palo e non arriva il 100esimo gol con la maglia del Napoli. L’importante erano comunque i tre punti e per almeno tre giorni c’è’ una tregua sulla vicenda Gattuso che ha tenuto banco per una settimana.
Mario Tucci