
Napoli, primo obbiettivo stagionale contro la Real Sociedad. È il battesimo nello stadio Maradona
Gattuso: “Sarà un emozione unica ed è una sfida molto difficile”.
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La quadrilogia di Ramona Adler giunge al secondo capitolo con "Ramona Adler e il serpente piumato" e non lascia respiro al lettore rimasto in sospeso -come i personaggi- sull'orlo di un gate in una città (Messina) che restituisce -nella loro pienezza- i colori vividi e le emozioni vibranti che sempre scaturiscono dagli incontri tra Jan e lo Spirito Inverno. Tutta la storia di questo secondo capitolo è giocata sul filo delle sliding doors, delle scelte fatte e rimpiante, delle porte volutamente e dolorosamente chiuse, dell'impegno -faticoso e stressante- di trovare risposte che appartengono al passato di Ramona senza distruggerne il presente nel mondo degli uomini. La parola chiave di questa narrazione, dunque, è viaggio: Messina, Napoli ma anche Milano, parentesi divertente solo in apparenza per Marisa e Ramona, che rivelerà a quest'ultima molto di sè, del suo disgusto per il mondo materico e della impossibilità di intervenire sul destino degli altri. Un treno che è metafora di uno spostamento perennemente a cavallo tra luoghi fisici e luoghi non-fisici, dove la dimensione onirica si confonde e sostituisce quella reale. Un viaggio interiore che dà la stura ad un processo - lento ma progressivo- di riavvicinamento all'essenza divina di Jan, la sacerdotessa. Pur restando Ramona, la donna dall'interiorità inferma, il personaggio disegnato dalla Curci principia ad accettare di essere anche -anzi soprattutto- Jan. In questo denso fluire di avvenimenti, una nuova luce si proietta su diversi personaggi, che si stagliano dallo sfondo del primo romanzo per assumere più forma e per inserirsi in maniera più incisiva nello svolgimento della trama; tra questi, c'è il personaggio di Marisa Bonelli, ben più dell'aiutante che assiste l'eroina nell'affrontare e superare le prove. Angelo custode, grillo parlante, anche su di lei aleggia un'ombra paventata e temuta dalla stessa Ramona: Marisa è reale o è solo una sua proiezione? Può fidarsi di lei, di ciò che risulta tangibile o deve affidarsi solo ai suoi poteri di veggente? Il percorso di Ramona, si intuisce facilmente, è irto di difficoltà ed è appena agli inizi. La Curci lascia ancora una volta il lettore con il fiato sospeso fino alla prossima stazione del viaggio di Ramona, ma lo lascia elargendogli un piccolo cadeau: la post fazione di Sigfrido E. F. Höbel, noto studioso di tradizioni iniziatiche e di dottrine esoteriche. Un altro piccolo viaggio nel viaggio di Ramona.
Nel cuore del Vomero il vero tempio dei sapori. L'ideale per una serata tra amici, da trascorrere in santa pace, immersi in un'atmosfera familiare, calda e rilassante. Ideale per tutte le tasche. Lì, alla tavola di "Marta La Matta", in via S. Gennaro, 4, dove "ogni volta" è un piacere unico, da ripetere il prima possibile. L'ambiente è quello piccolo e accogliente del pub e ogni cosa sa di quiete e di relax. Dagli sfizi al dolce, il menù è vario, con un'eccellente scelta di bevande e di birre anche artigianali. Da "Marta la Matta" panini, fritturine, crostoni e patatine fritte, sanno come rapire anche i palati più esigenti. Il servizio in sala? Sempre gentile, cortese e attento alle richieste della clientela. Perché gusto e cortesia, simpatia e cordialità, a certe latitudini, non possono che andare d'amore e d'accordo. Anche ai fornelli, sì, dove è possibile "incrociare" ingredienti di alta qualità, come il pesto e la provola di Agerola. Prodotti semplici, genuini e al tempo stesso saporiti. Talvolta unici e difficili da trovare altrove, come il lussureggiante crocché all'arancino o i gettonatissimi Tressette, Sette e 1/2 e Zecchinetta, fiore all'occhiello della "Matta", che chiamare semplicemente "panini", talmente sono leggeri, squisiti e irresistibili, appare un peccato. Al primo morso capirete perché. Ebbene, simili "perle" vengono preparate e impiattate in un ambiente che sa di quiete domestica e dove tutto rispecchia lo spirito dei proprietari: cordiali, disponibili e sempre pronti ad esaudire i desideri - anche quelli più arditi - dei commensali. Insomma, la più piacevole delle scoperte sul colle bello di Partenope dove il tour nella fucina del gusto è quasi d'obbligo. [gallery columns="4" ids="48770,48771,48772,48773,48774,48775,48776,48777,48778,48779,48780,48781,48782,48783,48784,48785"]
Dall’11 febbraio al 25 marzo torna il Vo’ On the Folks, con la sua ventisettesima edizione. La storica rassegna vicentina diretta da Paolo Sgevano, presenta anche quest’anno un cartellone di eventi dedicati al folk e ai suoni del mondo. In scena per quattro appuntamenti ogni due settimane grandi artisti internazionali provenienti da Svezia, Mongolia, India, Canada, Irlanda, Tunisia, Iran, Svizzera, Albania e Italia. Alla Sala della Comunità di Brendola (Vicenza) sono attesi alcuni tra i nomi più interessanti della world music. Tra gli artisti attesi alla XXVII edizione ci saranno gli scandinavi Symbio e le italo-albanesi Hana (duo composto da Hersi Matmuja e Ilaria Fantin), nella serata inaugurale di sabato 11 settembre. Poi toccherà all’evocativo Enkhjargal Trio dalla Mongolia (il 25 febbraio), all’irish music del gruppo Willos’ (11 marzo) e al multietnico quartetto Khayal in chiusura, il 25 marzo. Organizzato dalla Sala della Comunità di Vo’ di Brendola e Frame Evolution, in collaborazione con l’assessorato comunale alla Cultura e la Banca delle Terre Venete, il “Vo’ on the Folks” rappresenta uno spazio privilegiato per la riscoperta e la tutela di preziose tradizioni da conservare e tramandare, rilette in chiave contemporanea. Come testimoniano gli ospiti che si sono esibiti a Brendola in questi anni: Hevia, Enzo Avitabile, Kocani Orkestar, Joana Amendoeira, Antonella Ruggiero, Jim Hurst, Carmen Souza, Mick O’Brien, Riccardo Tesi & Banditaliana, Tannahill Weavers, Djamel Laroussi, SuRealistas, Fiamma Fumana, Phamie Gow, Mercedes Peon, Motion Trio, Vincenzo Zitello, Mariel Martinez, Mairtin O’Connor, John McSherry, Pierre Bensusan, Hamid Ajbar, Söndörgő, La Dame Blanche, solo per citarne alcuni. Grazie al Vo’ on the Folks la citta di Brendola, le cui origini risalgono al Neolitico, ha proposto un caleidoscopio sonoro con artisti provenienti dai cinque continenti. Capace di portare alla Sala della Comunità, fin dagli esordi nel 1996, musiche, tradizioni e culture diverse, unite nel nome della libertà espressiva e della contaminazione. Per info e prenotazioni, contattare la Sala della Comunità di Brendola: tel. 0444 401132.
Il drammaturgo e poeta spagnolo Alberto Conejero inaugura mercoledì 1 febbraio alle ore 16:30 all’Instituto Cervantes di Napoli (Via Chiatamone, 6 G) la XII edizione del corso di traduzione letteraria per l’editoria. Organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli L'Orientale l’incontro - dal titolo “Tra libro e palcoscenico: il bivio del traduttore di testi teatrali” - sarà introdotto dalla direttrice dell’Instituto Cervantes di Napoli, Ana Navarro Ortega e moderato dagli ispanisti Augusto Guarino e Marco Ottaiano (Università L’Orientale). In questa conferenza – ad ingresso gratuito - l’autore Alberto Conejero condividerà alcune strategie, incertezze e aporie della traduzione del testo teatrale attraverso vari esempi pratici sulle sue opere tradotte, con particolare attenzione a La piedra oscura, Ushuaia, Los días de la nieve e La geometría del trigo. Tra i temi dell’incontro: Chi si traduce quando si traduce un testo letterario di teatro: l’autore letterario o l’autore teatrale? A che contesto è destinata questa traduzione: al libro o al palcoscenico? Che succede quando non è possibile ricorrere a delle note o a un commento scritto? Che tensione stabilisce l’orizzonte scenico nella traduzione letteraria drammatica? Alcune domande alle quali Conejero, già ospite dell’Instituto Cervantes negli anni scorsi, proverà a dare risposta. Alberto Conejero (Vilches, 1978), laureato in Direzione Artistica e Drammaturgia alla Real Escuela Superior de Arte Dramático e dottore presso l’Università Complutense di Madrid.Nella sua produzione teatrale si distinguono: La geometría del trigo, Premio Nazionale di Letteratura Teatrale (2019); Todas las noches de un día (2018, vincitore del III Certamen di Testi Teatrali della AAT); La piedra oscura (2015, Premio Max come Migliore Autore Teatrale 2016 e Premio Ceres come Migliore Autore 2016, tra i tanti); Ushuaia (2013-2022, Premio Ricardo López de Aranda 2013); Cliff (il dirupo), nuovo titolo e versione: ¿Cómo puedo no ser Montgomery Clift?, vincitore del IV Certamen LAM 2010. È stato anche curatore di diverse opere teatrali e riscritture. A febbraio del 2020 ha pubblicato En esta casa, la sua seconda raccolta di poesie dopo Si descubres un incendio (2017). Per info e contatti: cultnap@cervantes.es – tel. 08119563311
Da giovedì 2 febbraio alle ore 18 presso la Sala Dalí dell’Instituto Cervantes di Roma (in piazza Navona, 91) si inaugura la mostra “Cono d’ombra e luce” di Miguel Fabruccini. L’esposizione, curata da Martha L. Canfield, raccoglie 37 opere dell’artista uruguaiano, da quattro decenni residente a Firenze, suddivise in sei aree tematiche. Una retrospettiva che racconta il legame di Fabruccini con l’universo letterario uruguaiano, il cui cosmopolitismo ha dato vita ad uno stile espressivo unico che ha attraversato diverse fasi, passando soprattutto dall’astratto al figurativo. Organizzata dall’Ambasciata dell’Uruguay in Italia con la collaborazione del Centro Studi Jorge Eielson e dell’Instituto Cervantes, la mostra resterà esposta a Roma fino al 2 marzo 2023 e si potrà visitare gratuitamente dal martedì al venerdì dalle 16 alle 20 e il sabato dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 20. La mostra, inoltre, si arricchisce di tre appuntamenti tematici curati da Martha L. Canfield e dedicati a tre scrittori uruguaiani che hanno ispirato alcune opere dell’artista originario di Salto: Mario Benedetti (9 febbraio), Mauricio Rosencof (16 febbraio) e Felisberto Hernández (23 febbraio). Nell’insieme delle opere esposte nei quattro ambiti della Sala Dalí si possono distinguere sei gruppi che illustrano il passaggio dall’astrattismo al figurativo e dalla memoria dei paesaggi persi a una configurazione simbolica che unisce arte e scrittura. Un primo gruppo di opere, già presente nella prima sala, corrisponde alla serie dei “fari”, che sollevano il loro profilo geometrico sopra una superficie non definita, nella quale predominano colori dorati e riflessi di luce. Queste immagini informali, derivate dall’astrattismo iniziale dell’artista, riescono a evocare il Faro della Collina del porto di Montevideo (il Cerro), importante strumento portuale e ingresso alla città. Il secondo gruppo, invece, è composto da una serie di immagini che Fabruccini chiama “serre”. Qui il cambiamento della prospettiva e la frammentazione delle parti seduce lo spettatore con una confluenza tra cubismo e astrattismo, evocando il linguaggio del narratore Felisberto Hernández. Un terzo gruppo di opere è formato da quello che l’artista uruguaiano chiama “bianchi”, ovvero immagini di case collocate irregolarmente al centro o di lato, nello spazio informe e incolore in cui il bianco predomina come materia indefinita. E qui Fabruccini incontra il suo conterraneo Mario Benedetti, che ha conosciuto il dolore dell’esilio e il bisogno di salvare la memoria del focolare. Il quarto gruppo riunisce una serie di bacinelle dentro le quali, attraverso imprevedibili riflessi dell’acqua che contengono, si configurano palazzi e grattacieli che evocano una città moderna. Ancora la memoria che rinasce e si apre strada tra il flusso inarrestabile del tempo, rappresentato emblematicamente dall’acqua. Una serie di macchine da scrivere dalle quali emergono delle immagini evocative sono il fulcro del quinto gruppo di opere. La sospensione della tastiera suggerisce il rapporto tra immagine e scrittura, il quale è senz’altro uno dei fondamenti della poetica di Miguel Fabruccini. Infine c’è un sesto gruppo formato da una serie di scarpe – o meglio “espadrillas” – all’interno delle quali si possono intravedere ritratti di persone, bambini che giocano, famiglie. Qui inevitabilmente sorge la tragica storia degli anni in cui l’Uruguay subì una violenta dittatura militare e l’esperienza personale di Mauricio Rosencof, il quale, chiuso per anni in una minuscola cella poteva parlare soltanto con un personaggio immaginario incarnato in una delle sue espadrillas.
L’Instituto Cervantes di Napoli presenta “La salute nell'era post Covid”, un ciclo di incontri in streaming con l’esperta di nutrizione Esperanza Martínez. Dal 25 gennaio al 22 marzo 2023 sono in programma 5 appuntamenti online che si potranno seguire gratuitamente sulla piattaforma Zoom dell’Instituto Cervantes, richiedendo link d’accesso all’indirizzo di posta elettronica: cultnap@cervantes.es. Questo ciclo di 5 conferenze con la biologa galiziana, che avranno la traduzione simultanea italiano/spagnolo, intende fare chiarezza sulla pandemia Covid che ha paralizzato il mondo. Partendo dalla prospettiva demografica e dallo stato di salute della popolazione che ha contribuito a creare la tempesta perfetta di cui conosciamo il disastroso risultato. L’obiettivo finale è quello di offrire dei suggerimenti per prendere in mano le redini della propria salute: un gesto intelligente sul piano individuale e altruista su scala collettiva. Nel primo dei cinque appuntamenti - “Crisi Covid 19. La tempesta perfetta?”, in programma mercoledì 25 gennaio alle ore 16 - verrà analizzato il concetto moderno di salute, che si mantiene nell’equilibrio dell’essere umano e nel suo rapporto con l’ambiente che lo circonda. La salute (o la malattia) è influenzata da diversi fattori, alcuni modificabili - che dipendono dalle abitudini di ognuno e dalla società nel suo insieme - e altri non modificabili. Questa conoscenza ci permetterà di esaminare le strategie che ci aiuteranno a proteggerci di fronte ad eventi del genere. Analizzando, in particolare, due modelli di salute: quello convenzionale, di natura reattiva e un altro alternativo, più in linea con il concetto moderno e focalizzato sulla prevenzione. Il ciclo di conferenze con Esperanza Martínez proseguirà mercoledì 8 febbraio con il secondo appuntamento dal titolo “Malattie della civilizzazione”. Il 22 febbraio è in programma il terzo incontro, “Strategie per favorire la salute fisica” mentre mercoledì 1 marzo si terrà il quarto appuntamento “Salute mentale e Covid”. Chiuderà il ciclo, il 22 marzo, “Come arrivare a cento anni in salute”. Tutti gli incontri sono ad accesso gratuito e avranno inizio alle ore 16.
Neima Ezza annuncia un concerto anche in Campania. Il rapper milanese di esibirà il 23 febbraio 2023 al Duel Club di Pozzuoli (Napoli). La tappa partenopea organizzata da Veragency sarà una delle 6 date esclusive del GIU’ TOUR LIVE 2023, che partirà il 9 febbraio da Torino e raggiungerà anche Padova l’11, Firenze il 19, Roma il 22 e si concluderà a Milano il 27 febbraio. I biglietti per assistere al suo show sono disponibili da oggi nei principali circuiti di vendita: Ticketmaster, TicketOne e Vivaticket al costo di 22 euro più prevendita. Amine Ezzaroui, aka Neima Ezza è un rapper di Milano del roster Yalla Movement, la label e management di Big Fish e Jake La Furia. In lui Fish e Jake hanno visto l’attitudine autentica del rap con la street credibility che nell’epoca della trap e dei social è sempre più rara: Neima nei suoi brani racconta la sua storia, quella della sua famiglia e quella del quartiere di case popolari in cui è cresciuto, in zona San Siro a Milano. La sua fanbase è proprio quella dei quartieri, a partire dal suo, dove per il suo ultimo videoclip ha raccolto centinaia di persone in una vera e propria manifestazione di cui hanno parlato anche i giornali locali Milanesi. Neima è un rapper capace di trasportare l’ascoltatore nel proprio immaginario in maniera sincera con una fanbase molto legata alle sue storie. Il suo Ep “Giù” continua a conquistare streaming e traguardi, attestandosi anche la certificazione ORO, con due dei suoi brani che si sono piazzati in Top50 Spotify: “LEI” feat. Rondodasosa, certificato ORO, insieme a “CASA”, singolo di punta prodotto da NKO e certificato PLATINO, che conta 42 milioni di stream su Spotify e 18 milioni di views su Youtube. La musica di Neima Ezza è ispirata come sound e stile dal rap francese, racconta la sua quotidianità e le difficoltà nelle case popolari, in una routine quotidiana dove la lotta per arrivare a fine mese fa da protagonista.
Si terranno il 16 e il 17 Gennaio 2023 dalle ore 10.30 presso Casa della Musica di Napoli i provini per artisti solisti under 30 e per le cover band (senza limiti d’età). In palio la possibilità di aggiudicarsi un posto sul palco del memorial Je sto Vicino a te 68, dedicato a Pino Daniele. La giuria composta da Adriano Pennino, Giorgio Verdelli, Nello Daniele, Marco Zurzolo e Geppino Afeltra avrà il difficile compito di selezionare un vincitore per entrambe le categorie che entreranno a far parte del cast del Memorial in programma il 19 Marzo 2023 presso il Teatro Palapartenope di Napoli. Il cast artistico dell’evento più longevo dedicato alla memoria di Pino Daniele è ancora top secret, ma come sempre non mancheranno nomi di spicco del panorama musicale nazionale ed internazionale. L’appuntamento per i solisti under 30 è fissato per il 16 Gennaio dalle ore 10.30 mentre per le cover band senza limiti d’età è per il 17 gennaio dalle ore 10.30. I partecipanti dovranno reinterpretare, esprimendo la propria creatività sulla base del personale sentire e delle conoscenze e competenze individuali, un brano a scelta di Pino Daniele. L’esecuzione del brano potrà essere fedele all’originale o rivista. Saranno ammesse interpretazioni del brano eseguito in “versione strumentale”, “a cappella” ovvero con il solo utilizzo del canto individuale o corale, e in versione “voce e musica”. Per qualsiasi informazione e/o chiarimento: memorialjestovicinoate@gmail.com immagine di repertorio: Luigi Maffettone [wpedon id="44688"]
L'Instituto Cervantes di Napoli, in collaborazione con la Fondazione FOQUS e il sostegno di AC/E (Acción Cultural Española), presenta “Impresión-Arte: stampare, dispiegare, cantare”. Un progetto espositivo curato dall’artista ed editrice argentina Laura Lio, che promuove la diffusione internazionale della cultura spagnola attraverso le opere e i lavori editoriali di artisti e creativi che coniugano innovazione, arte e rivendicazione. Dal 12 gennaio al 27 febbraio 2023, gli spazi della Galleria d’Arte Contemporanea Portacarrese della Fondazione Foqus (via Portacarrese a Montecalvario 69 - Napoli) accolgono questa mostra che riunisce un corpus di libri d’artista, libri cartoneros, riviste rare e manifesti uniti dal lavoro editoriale di artisti contemporanei che vivono in Spagna. Una selezione di 35 opere di diversa dimensione concepita espressamente per dialogare con il luogo che ospita questa esposizione. Oltre alla mostra – che si potrà visitare gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 19 - il progetto prevede anche un laboratorio dell’editore e visual artist Pepe Murciego (il 12 e 13 gennaio dalle ore 14 alle 17, alla Fondazione Foqus), la performance “Queridas Viejas” dell’artista María Gimeno con Nera Prota (il 16 febbraio alle 11 all’Accademia di Belle Arti di Napoli) e una conferenza di Javier Pérez Iglesias, coordinatore della Biblioteca della Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense di Madrid (il 17 febbraio alle 16 presso la sede napoletana dell’Instituto Cervantes, in via Chiatamone). Al vernissage della mostra, giovedì 12 gennaio alle ore 18.30 alla Fondazione Foqus, parteciperanno la curatrice Laura Lio, la direttrice dell’Instituto Cervantes di Napoli, Ana Navarro Ortega, il console generale di Spagna a Napoli, Carlos Maldonado, il consigliere culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Carlos Tercero, il presidente della Fondazione Foqus, Rachele Furfaro e il direttore delle Fondazione Foqus, Renato Quaglia. Impresión-Arte raccoglie una selezione molto varia di lavori che spaziano dalle cose minuscole, come l’opera di Darya von Berner realizzata con biglietti della Metro stampati con una poesia di Lawrence Ferlighetti, che elogia la poetica del surreale scatenata dal viaggio, ai disegni di grandi dimensioni con personaggi inquietanti, reali o immaginari di Marta Serna. Tracciando un arco temporale che va dalla generazione nata negli anni 30 e 40, come ad esempio Esther Ferrer, Isidoro Valcárcel Medina o Eva Lootz, fino alla generazione di coloro che sono nati negli anni 60, 70 e 80. Questa selezione di libri e materiali stampati rappresenta solo una piccola parte di ciò che riguarda il campo della creazione spagnola contemporanea.
E’ all’interno di questa interessante iniziativa che la X Municipalità e il suo presidente Carmine Sangiovanni, ha ospitato presso il teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare il 27 dicembre un evento gratuito che ha visto sul palco, in due momenti distinti, Luca ‘o Zulù Persico prima e Raiz poi. Grazie ai fondi messi a disposizione dall’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli, nella persona di Teresa Armato, le municipalità hanno, infatti, attivato una serie di iniziative che hanno investito l’intera città, dai Colli Aminei a Bagnoli. Questo evento è frutto di una sinergia che ha visto, tra gli attori principali, l’assessore agli eventi culturali Titti Guazzo della X Municipalità e il presidente della Commissione Sport ed Eventi Sergio Lomasto i quali, a dispetto della contingenza dei tempi, sono riusciti a portare a casa un risultato straordinario. [caption id="attachment_48699" align="alignnone" width="300"] Luca 'o Zulù Persico e Edo Notarloberti[/caption] Circa 500 persone, infatti, hanno potuto assistere ad uno spettacolo che ha visto lo storico front man dei 99 Posse in una performance più simile al reading letterario che agli happenings musicali a cui ‘o Zulù ci ha abituato nel corso degli ultimi 30 anni. “Vio-lenti” è pensato come una narrazione che attraversa, decennio dopo decennio, l’esistenza di un uomo che ha fatto della militanza politica il suo modus vivendi, mentre la vita scorre tra le mani, le sue e quelle di Carlo (Giuliani, ndr), di Giuann Palestina, dei compagni di Gianturco e di quelli dell’ University of Secondigliano. Il re è nudo, si potrebbe dire, con i suoi silenzi quando resta da solo e non è più “né Posse né ‘o Zulù” e va alla ricerca di risposte che non sempre trova. Un taglio minimal, accompagnato dalla meravigliosa presenza in scena del violino di Edo Notarloberti, ci hanno aiutato a focalizzare –e a non dimenticare- che sono ancora troppi quelli che fanno “tarantelle pè campà”. La performance si è conclusa, come per ogni concerto di Luca Persico, con una versione particolare di “Curre curre guagliò” che non ha mancato di incontrare il gradimento del pubblico. Di taglio completamente diverso il percorso proposto da Raiz e Radicanto, il gruppo pugliese che unisce il canto alle radici popolari della musica. [caption id="attachment_48700" align="aligncenter" width="300"] Raiz e Radicanto[/caption] La ricerca e la collaborazione tra questi artisti ha prodotto tre dischi e numerosi spettacoli in giro per il mondo nel corso degli anni. Ed è proprio il mondo, in particolare quella parte di mondo che si affaccia sul Mediterraneo, che ha preso vita nello spettacolo attraverso l’esecuzione di brani in cui i linguaggi e le sonorità si mescolano e spesso si sostituiscono gli uni alle altre. Ritmi del sud del mondo e lingua napoletana, suoni partenopei e idiomi mediorientali per ricordarci che siamo più simili di quanto si creda, e per continuare a porre l’accento sulle similitudini piuttosto che sulle diversità. Poi, la grande sfida di Raiz: quella di cantare i classici del canzoniere partenopeo, a dispetto di chi non lo reputava in sintonia con quel repertorio. Meno graffi nella voce, più grazia, una dolcezza da fine dicitore per omaggiare –mai per sfregiare- capi d’opera come “Carmela”, “Indifferentemente”, “Cammina cammina” e una versione più intimista di “Nun te scurdà”, eppure non meno sensuale di quella di Petra Montecorvino. Sfida vinta, dunque, e bis concesso ad un pubblico galvanizzato e dal repertorio e dalla presenza scenica di Raiz.

Napoli, prima l’Europa, poi la Samp. Domani, ore 18,55, per la prima volta nello stadio Diego Armando Maradona e Gattuso alla vigilia del match di coppa ci tiene a sottolineare: “Emozione, responsabilità, c’è di tutto, anche per l’importanza della partita. Diego merita tanto per quello che ha fatto, domani è un grande onore essere il primo allenatore lì, ci sarà pressione per l’importanza della pressione e l’onore per la dedica a lui”. Una gara da dentro o fuori. Una delle due squadra uscirà dalla competizione. La posta è molto alta. Il gruppo azzurro è a caccia del primo obiettivo stagionale, il passaggio ai 16esimi di finale di Europa League, alla fase a eliminazione diretta, che accoglierà anche le terze classificate nei gironi di Champions League.
Ma prima ci sono gli spagnoli, secondi in Liga, senza David Silva e Oyarzabal, i talenti più cristallini della squadra che è in alta classifica nella Liga. “Sapevamo che il nostro fosse un girone difficile, AZ e Real Sociedad sono formazioni valide. Sappiamo sarà dura, speriamo di vedere un grande Napoli per raggiungere il primo obiettivo della stagione”, ha spiegato Gattuso nella conferenza di oggi. Insomma, prima i fatti, poi i sogni. Assieme al rinnovo di contratto, che il tecnico ha praticamente confermato in conferenza stampa, invitando poi i cronisti con un’espressione colorita a non interessarsi alla vicenda.
Gattuso è sulla panchina del Napoli ormai da un anno. Arrivato nella bufera, le difficoltà in avvio, le sconfitte, la ricostruzione del gruppo, la crescita, la Coppa Italia vinta, il ritorno nelle alte sfere della classifica. “Un anno di Napoli? Siamo soddisfatti del lavoro svolto, la verità è che abbiamo a disposizione una squadra forte e giovane. Eravamo convinti dal primo giorno, è una squadra perfetta per le nostre idee di calcio. Abbiamo fatto delle buone cose”, ha spiegato il tecnico azzurro nella conferenza stampa precedente alla partita con la Real Sociedad. Insigne non deve sorridere solo per i gol. Con lui ho un rapporto schietto, sa che per valorizzare quello che fa in campo c’è bisogno di comportarsi in un certo modo. Sta crescendo anche su queste cose. Per questo deve essere impeccabile in quanto è il capitano”