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Stop alle voci, Napoli non organizzerà la Coppa Italia di Serie A2. L’ipotesi, circolata nella scorsa settimana, è stata smentita dallo stesso presidente Grassi ai microfoni di “A Bordo Campo” nel prepartita del match che ha visto la GeVi uscire sconfitta dall’OraSì Ravenna. “Non la faremo” – è stata la risposta ex abrupto dal patron alla domanda di Lino d’Angiò – “non spenderemo altri soldi”. Grassi ha poi proseguito: “Serviva un criterio diverso, la situazione di quest’anno avrebbe richiesto che non vi fosse una società organizzatrice ma che i costi fossero divisi tra tutte le società partecipanti”. La chiosa finale apre all’ipotesi Cervia-Rimini: “Sembra siano disposte ad organizzare, buon per loro, ma io non spenderò 100mila euro per la Coppa Italia”. Che Federico Grassi sia una persona molto – per alcuni troppo – schietta è risaputo, ma ancora una volta le sue parole sono foriere di spunti di riflessione. Ha senso la Coppa Italia nella situazione in cui ci troviamo? Ha senso quest’ostentazione di una finta normalità puntualmente smentita da spalti desolatamente vuoti e rinvii per focolai di covid-19? Siamo di fronte ad una situazione in cui le società hanno perso la loro principale voce d’incasso, il botteghino, in uno sport che non ha avuto l’attenzione mediatica e politica di cui ha goduto l’onnipresente calcio, che senso ha chiedere alle squadre una spesa a fondo perduto di centomila euro, praticamente il costo di un giocatore di punta del campionato? L’interesse della LNP nell’organizzare l’evento avrebbe dovuto tradursi in incentivi quantomeno facilmente ottenibili, come fatto dall’ACB nella bolla di Valencia che, parole del presidente del Morabanc Andorra Gorka Aixás, ha fruttato ricavi addirittura superiori ai previsti. Parliamo di visibilità, che non può ritenersi garantita dalla sola piattaforma LNP Pass, parliamo di incentivi economici che avrebbero permesso una tranquilla transizione verso tempi meno grami. Forse, viste anche le ingenti richieste per tasse e balzelli, rimaste sostanzialmente invariate tanto a livello FIP come a livello Lega (eccettuando piccole contribuzioni, come risulta proprio dai documenti resi pubblici da entrambe le entità), sarebbe stato più corretto che fosse LNP l’organizzatrice, che comprendesse il peso che le società si sono sobbarcate, assumendo anche la spesa per il continuo screening dei giocatori, sottoposti settimanalmente a tampone molecolare. Che sia Rimini, o qualsiasi altra località, si apra una riflessione profonda: la campagna vaccinale procede a rilento e si è prossimi ad un altro giro di vite sulle restrizioni, quanto ancora potremo fingere che lo sport sia una bolla fuori dal mondo? Gli esempi di successo sono sotto gli occhi di tutti, si cominci a metterli in pratica.
Tornano i tre punti e torna a segnare Dries Mertens dopo 74 giorni di assenza per infortunio. Un gol per tempo e il Napoli fa suo il deby con il Benevento, apparso troppo rinunciatario. Il Napoli cerca di passare in vantaggio ma il Benevento, tutto chiuso, fa buona guardia. Tanti i tentativi di passare in vantaggio. Capitano sui piedi di Mertens, Fabian Ruiz e Zielinski, ma nulla da fare. Gli azzurri danno l’impressione di non essere convinti al 100% e quindi i sanniti hanno gioco facile e cercano di ripartire ma il Napoli almeno mostra attenzione e riesce subito a recuperare palla. Al 33’ pero, ci pensa Dries Mertens (131 gol in maglia azzurra) che raccoglie un cross di Ghoulam e sotto misura beffa Montipò con un preciso esterno destro. Risponde il Benevento con il primo tiro in porta: De Paoli impegna severamente Meret. Nella ripresa, stesso copione e il Napoli raddoppia al 10’ con Politano dopo una bella azione corale, raccogliendo un liscio di tutta la difesa sannita. Koulibaly si mangia il terzo gol tutto solo spedendo fuori di testa. Il senegalese commette anche un fallo stupido e si fa espellere per un doppio giallo. Finisce 2-0 e va bene cosi, ma non sembra troppo convincente questo Napoli.
Come a Ferrara, peggio che a Ferrara. La GeVi perde ancora nel giorno della diretta in chiaro sprecando ancora una volta un vantaggio notevole e palesando ancora difficoltà che si presumevano superate. La Cronaca C’è Iannuzzi nel riscaldamento, dopo l’esito lusinghiero degli esami strumentali sostenuti nella giornata di venerdì, ranghi completi anche per l’OraSì Ravenna, eccettuando coach Cancellieri, squalificato dopo quanto accaduto nell’infuocato finale di Chieti ma comunque presente in tribuna a debita distanza dal parquet. La notizia della sconfitta di Forlì in quel di Scafati rappresenta una spinta importante per la formazione partenopea, tanto in ottica primato quanto in vista della fase ad orologio. Torna capitan Monaldi a guidare il quintetto iniziale, con lui i soliti Marini, Parks, Lombardi e Zerini; starting five giallorosso formato da Rebec, Denegri, Givens, Oxilia e Simioni. È proprio il lungo ravennate ad inaugurare lo score con la tripla, tuttavia la risposta azzurra è immediata e porta la firma di Jordan Parks per la parità. È ancora scambio di canestri nei successivi 2’, ad Oxilia risponde Lombardi, ma Simioni è in palla e si fa spazio con successo ai danni di Zerini per il nuovo vantaggio ospite. La forte difesa dell’OraSì manda fuori giri l’attacco azzurro, costretto a troppe soluzioni estemporanee che trovano tutto fuorchè la retina. Per coach Sacripanti è il momento di ricorrere a Josh Mayo; il play ex Varese affianca Monaldi in regia ma Ravenna allunga con una gran giocata di Givens che segna nonostante l’opposizione di Parks. Tuttavia difendere forte ha i suoi contro, uno di questi è il fallo di Cinciarini sul tentativo da 3 di Mayo che, però, ne segna solo due. Ma è la benzina che la GeVi chiedeva, una buona difesa innesca la transizione di Mayo che si conclude con la tripla del sorpasso firmata Lombardi. È un momento importante, Parks segna in coast to coast per il +3 azzurro, Denegri trova il pari in uscita da un blocco fortissimo di Chiumenti ma ancora l’ex Treviso e Mayo permettono alla GeVi di rimettere il naso avanti (17-12). La tripla di Givens riporta gli ospiti a contatto, tuttavia Uglietti batte la zona 1-3-1 ed ottiene due liberi che realizza. Coach Sacripanti allunga la difesa nei primi secondi del possesso avversario ma Marini eccede di foga regalando tre tiri liberi a Daniele Cinciarini. L’esperta guardia ospite è glaciale dalla lunetta per il -1 ma Marini si fa perdonare segnando il long two che chiude il primo parziale sul 21-18 per i padroni di casa. La seconda frazione si apre con Oxilia che riavvicina subito Ravenna, tuttavia in angolo la GeVi trova Sandri che non perdona i due metri lasciatigli dalla difesa giallorossa. Ancora difesa allungata per Sacripanti, tuttavia Rebec è un fulmine e pesca Denegri in angolo per riportare gli ospiti ad una sola lunghezza di distacco. Napoli non si scompone, la tripla del capitano fissa il nuovo +5 locale, rintuzzato dal gran lavoro in post di Chiumenti, ma Sandri è in giornata al tiro e ristabilisce le distanze. Parks, tenuto in panchina nella prima metà del periodo, rileva un nervoso Uglietti ma l’intensità difensiva azzurra non ne risente, Sandri è uomo ovunque e dalla sua palla rubata nasce l’azione che culmina proprio con un suo assist per un’altra bomba made in Monaldi; coach Savignani non può che chiedere il time out sul 33-25 per la GeVi. Il minuto di sospensione, però, non serve a cambiare l’inerzia; Zerini firma il primo vantaggio in doppia cifra al limite dei 24”, Ravenna s’innervosisce, complice anche qualche decisione non proprio ortodossa della terna arbitrale, tuttavia la GeVi spreca troppi possessi e non riesce a scappare; ci pensa Parks, con una gran giocata in cui batte senza appello Givens, a ridare fluidità all’attacco azzurro; l’ala del Queens è bollente, sul possesso successivo agguanta il rimbalzo difensivo e, sul ribaltamento di fronte, stampa la tripla del +11 che obbliga la panchina romagnola al secondo minuto di sospensione. Quando sembrava pronta alla fuga, la GeVi subisce il ritorno di Cinciarini con 5 punti consecutivi; all’intervallo è 40-34 GeVi. È una ripresa che parte all’insegna della battaglia, serve una vera e propria magia di Parks a liberare Marini per i primi punti; Ravenna prova subito a rispondere ma Simioni viene cancellato da Zerini, ancora una volta deciso a dichiarare zona rossa il suo pitturato. L’esterno abruzzese allunga fino al +10 ma la GeVi pare incepparsi contro la zona 3-2 di coach Savignani, mentre controlla a fatica il folleggiare di Rebec, trottolino bellicoso che raccoglie molto meno di quanto semina perchè non seguito dai compagni. Carambola e spettacolo per il +12, Marini fa suo il rimbalzo offensivo ma non trova il compagno, ci pensa Parks a recuperare e schiacciare a due mani. Ma Ravenna non è assolutamente fuori dal match, ancora Cinciarini si accende e trova 6 punti consecutivi per il -9 ospite, due liberi di Monaldi e la stoppata di un ritrovato Iannuzzi spengono gli entusiasmi. Ravenna, però, ha problema di falli, è presto in bonus e Cinciarini si carica del terzo fallo; Parks ringrazia e sigla il massimo vantaggio azzurro (53-40). Ma la guardia classe ’83, è al calor bianco, arriva ad 11 punti di seguito per il -11, rintuzzato da Mayo; Oxilia ed una grande difesa permettono a Ravenna di essere, dopo tanto tempo, sotto la doppia cifra di svantaggio e con la palla in mano, Sacripanti decide che è il momento di fermare il gioco per spegnere l’inerzia giallorossa. Ma la GeVi è in evidente difficoltà, ancora una palla persa genera il gioco da tre punti che riporta a sole 4 lunghezze una rinfrancata OraSì, poi Simioni piazza la bomba che riporta i giallorossi a contatto (56-55) nel finale di terza frazione. Il sorpasso è nell’aria ed arriva per mano di uno scatenato Simioni, la risposta azzurra è immediata e porta la firma di Josh Mayo che, poco prima, aveva perso ingenuamente un pallone sul ritorno di Rebec. Il canestro del suo playmaker è una scossa per la difesa della GeVi che costringe Ravenna all’infrazione di 8”, ma non basta: ancora Simioni fa a sportellate con Zerini e porta davanti i suoi (58-59), poi Oxilia firma il +3, Napoli è in bambola. Tre cambi per Sacripanti, si rivede Parks che si procura subito una gita in lunetta, sfruttata in pieno; la risposta è di Oxilia ma da una palla recuperata letteralmente dal baratro da Zerini nasce la tripla di Marini che vale il pari a quota 63. È un finale intenso, entrambe le squadre mancano il vantaggio finchè non si accende la connessione tra Parks ed un Lombardi apparso in ombra, 65-63 e Savignani chiama l’immediato time out. Ravenna, però, sorpassa ancora con l’ennesima tripla di Simioni, così i giallorossi si affacciano all’ultimo giro di lancette con il naso davanti, complice anche un fallo in attacco chiamato a Lombardi che in pochi sembrano aver compreso. I fischietti decidono inopinatamente di ergersi a protagonisti indesiderati regalando una gita in lunetta a Denegri che passa all’incasso; serve una giocata da campione e Mayo la sfiora soltanto, realizzando due dei tre liberi ottenuti. Dall’altro lato, in lunetta, ci va Cinciarini che fa bottino pieno, finisce 67-70. IL COMMENTO Se ad un secondo tempo disastroso aggiungi due decisioni arbitrali quantomeno discutibili nel momento decisivo, su tutte il fallo in attacco chiamato a Lombardi che fa dubitare del regolamento della pallacanestro che tutti conosciamo, il risultato è la sconfitta. Ma guai ad usare i fischietti, degni rappresentanti del basso livello generale della classe arbitrale, come alibi; ancora una volta la GeVi ha buttato un match che aveva praticamente in pugno consegnandosi ad una Ravenna che è stata poco più di Cinciarini e Simioni, monumentali nei momenti chiave. Photo Credit: Alessandro Vitiello
L’Affarista di Rignano sull’Arno col suo tweet diffuso ieri non ha chiarito alcunché sui suoi rapporti con l’Arabia Saudita e con il Principe Ereditario Bin Salman, lo Sceicco ritenuto dalla Cia mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Kahshoggi. Senza pudore e senza vergogna, Matteo Renzi parla a vuoto evitando di entrare nel merito del suo blitz a pagamento ai confini del deserto. Senza pudore e senza vergogna il Ciarliero Toscano non spiega le ragioni del suo prodigarsi nella ruffiana e cortigiana intervista all’Amico Sovrano Finanziatore. Non una parola di rettifica, di chiarimento, di autocritica sullo strombazzato Rinascimento Saudita; non una parola sui Diritti Umani calpestati dal regime Saudita. Mette una toppa che appare peggiore del buco, insomma. Accade quando si smarrisce il senso della Morale Pubblica, accade quando la Politica si fa Affare per quanti la interpretano. Nel caso di Matteo Renzi sostanzioso il bottino: 80mila dollari all’anno per magnificare le virtù del Principe Mecenate e per decantare gli splendori dell’Arabia Saudita soprattutto in materia di Diritti Negati. Intanto - mentre gli Italiani attraverso i sondaggi settimanali continuano a mandarlo a quel paese relegandolo all’ultimo posto tra i Leaders in materia di gradimento – col contributo dei suoi Cavalli di Troia lasciati all’interno del Nazareno l’ex Capo Scout di Rignano sull’Arno ora punta a riprendersi il Pd. Può accadere nei Luoghi dove gli Oscuri Poteri non abbandonano le Proprie Pedine nonostante risultino invise alla stragrande maggioranza del Popolo... E’ proprio vero, al Peggio non c’è mai fine! Ps. “Sopra le Righe”, è uno spazio in progress che a seconda degli avvenimenti di giornata aggiornerà il commento arricchendolo. “Sopra le Righe” è uno spazio che offre a chi scrive il privilegio di potersi esprimere in prima persona su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui le opinioni del sottoscritto talvolta non appariranno coerenti con la linea editoriale. Voltaire docet… Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca,,,
Il comitato ''No scorie Puglia e Basilicata'' ha indetto una mobilitazione in contemporanea per esprimere la contrarietà alle ipotesi di localizzazione del deposito nucleare nazionale. Nell'area appulo-lucana sono 17 i siti individuati nella Cnapi (carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) su un totale di 67 in tutta Italia. I comitati di base hanno organizzato delle manifestazioni, in corso ad Altamura, Gravina in Puglia (Bari), Laterza (Taranto), Matera, Oppido Lucano (Potenza). Nelle piazze sono presenti cittadini, associazioni, comitati di base; in alcune di esse pure il mondo agricolo con qualche trattore. La maggior parte delle aree individuate, infatti, è utilizzata per la cerealicoltura. È una delle prime mobilitazioni in presenza organizzate finora a livello nazionale. Dal momento in cui la società Sogin ha pubblicato la Cnapi, il comitato interregionale si è più volte riunito con assemblee in video conferenza per discutere della questione e per un coordinamento unitario. Inoltre sono state formate delle commissioni tematiche, con la presenza di personalità scientifiche, del mondo universitario e associazionistico, con lo scopo di redigere le osservazioni alla documentazione in consultazione pubblica che anche il mondo associativo e i comitati di base, al pari delle istituzioni, possono inviare per partecipare alla consultazione pubblica. I siti ricadono soprattutto in Basilicata (12), altri 4 sono condivisi (in parte ricadenti in territorio lucano e per l'altra in territorio pugliese) e un altro in Puglia. La Regione Basilicata ha già predisposto il documento delle osservazioni tecniche-scientifiche (Dots) in cui tutti i siti individuati sono ritenuti ''non idonei'' per varie ragioni legate alla presenza dell'uomo e alle attività produttive, alle reti idriche, agli habitat naturalistici. Sebbene il termine per la presentazione delle osservazioni sia stato prolungato, da 60 a 180 giorni, la Regione Basilicata intende presentare il documento entro il 5 marzo. Pure la Regione Puglia ha redatto un documento, dopo una serie di tavoli tecnici, su cui è ancora in atto la consultazione. Previsto, inoltre, un confronto tecnico tra le due Regioni per una linea congiunta.
La Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti ha approvato l'uso di emergenza del vaccino monodose di Johnson & Johnson contro il Covid-19. Dopo aver consigliato l'autorizzazione di questo farmaco venerdì scorso, il vaccino Johnson & Johnson è diventato il terzo accettato negli Stati Uniti insieme a quelli di Pfizer e Moderna. "L'autorizzazione di questovaccino espande la disponibilità di vaccini, il miglior metodo di prevenzione medica per il Covid-19, ci aiuta nella lotta contro questa pandemia, che ha causato più di mezzo milione di vite negli Stati Uniti", ha detto il commissario della Fda Janet Woodcock in una dichiarazione. Gli Stati Uniti si aspettano di ricevere il primo lotto di 4 milioni di dosi lunedì prossimo e un totale di 20 milioni entro la fine di marzo, secondo NBC News. Le dosi possono essere conservate a temperature più basse rispetto ad altri vaccini e uno studio clinico mondiale ha dimostrato che il vaccino Johnson & Johnson è efficace al 66% nella prevenzione delle varianti del coronavirus e all'85% nella protezione dei casi gravi.
Riciclare le arance amare che cadono dagli alberi simbolo di Siviglia per produrre energia verde: è il progetto innovativo che la città andalusa sta sperimentando, interamente gestito da istituzioni e aziende comunali. Fino a poco tempo fa i 48 mila alberi di arance amare, uno dei simboli della città, rappresentavano un problema per l'amministrazione comunale che impiega 200 dipendenti per far ripulire i frutti caduti a terra, pericolosi per i pedoni che non di rado scivolano sui marciapiedi. Grazie ad un progetto pilota lanciato dalla società comunale di gestione dell'acqua, Emasesa, le arance di Siviglia si sono trasformate da problema a risorsa, e ora dalla loro polpa viene prodotto un prezioso succo: l'energia elettrica. Dalla frutta fermentata, finora in quantità di 35 tonnellate, viene ricavato metano per alimentare gli impianti di depurazione dell'acqua comunale. Le arance vengono trattate in uno stabilimento esistente che genera elettricità da materia organica. "Emasesa è ora un modello in Spagna per la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico. Questo progetto ci aiuterà a raggiungere i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni, dell'autosufficienza energetica e dell'economia circolare" ha dichiarato Juan Espadas Cejas, il sindaco di Siviglia, nella conferenza stampa di lancio del progetto. Gli impianti di depurazione dell'acqua consumano quasi il 40% dell'energia necessaria per fornire alla città acqua potabile e servizi igienico-sanitari. "Ci auguriamo che presto saremo in grado di riciclare tutte le arance della città" ha riferito al Guardian Benigno Lopez, a capo del dipartimento ambiente della Emesa, precisando che per raggiungere il traguardo la municipalità dovrebbe investire circa 250 mila euro. "Il succo è il fruttosio costituito da catene di carbonio molto corte e il rendimento energetico di queste catene di carbonio durante il processo di fermentazione è molto alto. Non si tratta solo di risparmiare denaro. Le arance cadute sono un problema per la città e stiamo producendo valore aggiunto dai rifiuti" ha sottolineato il dirigente aziendale. In prospettiva il piano potenziato consentirà di produrre una quantità maggiore energia verde che sarà messa in circolo per rifornire di elettricità anche altri destinatari. Data l'enorme quantità di frutta che altrimenti andrebbe in discarica o sarebbe usata come fertilizzante, il potenziale è enorme. I test hanno dimostrato che da 1.000 kg di arance si ricavano 50 kWh, pari al fabbisogno di 5 case in una giornata. Se tutte le arance della città fossero riciclate e l'energia reimmessa nella rete, si potrebbero alimentare 73 mila case. Le arance amare sono parte integrante della storia della città andalusa e ora contribuiscono ad un servizio essenziale per i residenti: la sanificazione e il rifornimento in acqua potabile. Originari dall'Asia, gli alberi di arance amare sono stati introdotti a Siviglia dagli invasori arabi mille anni fa, adattandosi bene al clima del Sud della Spagna, e trasformando la città andalusa nel più grande aranceto al mondo. Gli alberi regalano a residenti e turisti scorci molto suggestivi ma solo fin quando i frutti non cadono e finiscono schiacciati sotto le ruote delle macchine, invadendo strade e marciapiedi, rendendoli sporchi, scivolosi e appiccicosi. La regione di Siviglia produce circa 15 mila tonnellate di questi agrumi che gli spagnoli non consumano, ma sono esportati in Gran Bretagna che li utilizza per produrre l'amata marmellata di arance amare e in Francia, per produrre Cointreau e Grand Marnier.
Domani contro il Benevento, alle 18, Mertens, dovrebbe ripresentarsi al centro dell’attacco azzurro. Trenta minuti con il Granada per dimostrare a se stesso e al mondo Napoli che gli appoggi sono migliorati. Per il tecnico azzurro, uomo solo al vento, con tutti i suoi limiti del momento, da settimane, è la prima buona notizia per il settore offensivo che arriva dall’infermeria. In attesa che Lozano e Osimhen siano anch’essi pronti allo sprint, si riparte da Mertens. Un passo avanti rispetto al duo Insigne-Politano di punta, oppure Elmas in zona gol. La prova, se ci fosse stato bisogno, che il Napoli per settimane, mesi, è stato contato, sempre in apnea di uomini e forze, un manipolo di atleti (mai troppo attaccati alla causa, va ricordato) in campo ogni tre giorni, senza allenamenti. Mertens, uguale gol. Cinque in stagione oltre a qualche assistenza, tante assenze, poche prove per consolidare l’idea tattica dell’allenatore, più volte criticata su questo sito, di piazzarlo alle spalle di Osimhen nel 4-2-3-1. Da trequartista, forse troppo campo da percorrere, a 34 anni. Ma Mertens sarebbe servito, eccome. Da punta, dall’inizio, in corso d’opera, a spaccare le difese avversarie con un velo di stanchezza nei muscoli. Ad Anversa per recuperare, lontano dal gruppo in difficoltà, estremamente silenzioso nel momento più complesso del Napoli dai tempi dell’ammutinamento, lui, uno dei senatori, con un contratto da poco rinnovato e a cifre extralarge. Ora però è tornato, tocca a lui, come alle altre eccellenze del gruppo azzurro, molte ancora ai box, mettere le marce alte per la corsa a un posto in Champions League, prima dell’addio scontato di Gattuso e di quello, necessario, di buona parte di questo gruppo, mai unito, se non di facciata, mai compatto, con poche cose in comune con la società-proprietà.
Barbara D'Urso rinuncerà al prime time della domenica ma si allugherà nel pomeriggio. Il 28 marzo si conclude infatti "LIVE - NON è la D'URSO" ma dall'11 aprile 2021, dalle 15.00 alle 17.00, debutta un nuovo spazio dedicato all'informazione e all'attualità che andrà ad arricchire ''Domenica LIVE''. Il programma festivo di Canale 5 dedicato al costume e all'intrattenimento andrà in onda fino alle 18.45 con quattro ore di diretta. Contemporaneamente si conclude il 28 marzo la stagione di ''LIVE - NON è la D'URSO'' la domenica sera. Missione compiuta per il talk show più visto del prime time domenicale dopo un ciclo che fino a oggi ha visto 76 puntate con oltre 300 ore di informazione e di servizio costruite con tenacia anche nelle fasi più difficili dell'emergenza sanitaria. Un programma che ha ospitato anche decine di esperti oltre a protagonisti della politica come Domenico Arcuri, Silvio Berlusconi, Stefano Bonaccini, Maria Elena Boschi, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Roberto Speranza, Giovanni Toti, Luca Zaia, Nicola Zingaretti e tanti altri. Come tutti i programmi che rappresentano un appuntamento per il pubblico, il talk serale riprenderà con le nuove edizioni. Barbara D'Urso nel frattempo proseguirà fino all'estate con l'impegno quotidiano del contenitore ''Pomeriggio Cinque''. ''Barbara D'Urso - afferma Mauro Crippa, direttore generale dell'informazione Mediaset - è capace di guardare oltre i confini del tradizionale pubblico delle news. Sa parlare un linguaggio semplice, informa e diverte le famiglie che trascorrono a casa la domenica. Sa spiegare la politica anche a chi normalmente non la segue. Barbara è una risorsa per Mediaset, una professionista che non ha mai tradito il suo pubblico".
l presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato l'ordinanza che dispone la sospensione dell'attività didattica in presenza dei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché nelle Università. La misura ha decorrenza da lunedì 1° marzo e fino a domenica 14 marzo. La misura era stata annunciata ieri dal governatore campano nel corso di una diretta Facebook.

Il Napoli è sconfitto 3-1 nella semifinale di ritorno della Coppa Italia ed è eliminato. Niente finale con la Juventus, quindi, come l’anno scorso.
Gli azzurri sono propositivi, sfiorano per due volte la rete con Insigne ma non riesce a centrare il bersaglio grosso. L’Atalanta è sempre pericolosa e al 10’ passa in vantaggio con Zapata. L’attaccante colombiano riceve palla al limite. La difesa non lo affronta e tira una bomba che si insacca nell’angolino dove non può arrivare Ospina. Il 2-0 arriva dopo 5’ con Pessina che riceve un assist di Zapata e mette in rete. Napoli in bambola e ancora gol davvero indecenti subiti. Il solito errore al centro dell’area ed è buio pesto. Gli azzurri non riescono a imbastire un’azione degna di nota. C’è confusione e anche tanta. Il gioco latita. Qualche combinazione ma nulla di concreto. Passaggi all’indietro e Insigne costretto ad arretrare per avere un pallone giocabile. L’Atalanta fa quello che vuole e i difensori azzurri sono troppo distanti dagli attaccanti orobici. Il Napoli sembra più volitivo nella ripresa, macina finalmente gioco ma non sfonda La squadra di Gasperini controlla ma subisce il gol del Napoli con Lozano che con un tap-in vincente mette alle spalle di Gollini. Gli azzurri mettono in difficoltà i nerazzurri ma non riescono a pareggiare. Un pari che vuol dire qualificazione in finale di Coppa Italia. L’Atalanta però riprende a giocare e colleziona diverse azioni da gol con Pessina e Ilicic. Pessina però segna il 3-1 e chiude i conti approfittando di un altro buco della difesa azzurra immobile. Incredibile, ancora una volta un gol folle subito. Ed è notte fonda per il Napoli