E’ all’interno di questa interessante iniziativa che la X Municipalità e il suo presidente Carmine Sangiovanni, ha ospitato presso il teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare il 27 dicembre un evento gratuito che ha visto sul palco, in due momenti distinti, Luca ‘o Zulù Persico prima e Raiz poi.
Grazie ai fondi messi a disposizione dall’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli, nella persona di Teresa Armato, le municipalità hanno, infatti, attivato una serie di iniziative che hanno investito l’intera città, dai Colli Aminei a Bagnoli. Questo evento è frutto di una sinergia che ha visto, tra gli attori principali, l’assessore agli eventi culturali Titti Guazzo della X Municipalità e il presidente della Commissione Sport ed Eventi Sergio Lomasto i quali, a dispetto della contingenza dei tempi, sono riusciti a portare a casa un risultato straordinario.

Circa 500 persone, infatti, hanno potuto assistere ad uno spettacolo che ha visto lo storico front man dei 99 Posse in una performance più simile al reading letterario che agli happenings musicali a cui ‘o Zulù ci ha abituato nel corso degli ultimi 30 anni. “Vio-lenti” è pensato come una narrazione che attraversa, decennio dopo decennio, l’esistenza di un uomo che ha fatto della militanza politica il suo modus vivendi, mentre la vita scorre tra le mani, le sue e quelle di Carlo (Giuliani, ndr), di Giuann Palestina, dei compagni di Gianturco e di quelli dell’ University of Secondigliano. Il re è nudo, si potrebbe dire, con i suoi silenzi quando resta da solo e non è più “né Posse né ‘o Zulù” e va alla ricerca di risposte che non sempre trova. Un taglio minimal, accompagnato dalla meravigliosa presenza in scena del violino di Edo Notarloberti, ci hanno aiutato a focalizzare –e a non dimenticare- che sono ancora troppi quelli che fanno “tarantelle pè campà”. La performance si è conclusa, come per ogni concerto di Luca Persico, con una versione particolare di “Curre curre guagliò” che non ha mancato di incontrare il gradimento del pubblico.
Di taglio completamente diverso il percorso proposto da Raiz e Radicanto, il gruppo pugliese che unisce il canto alle radici popolari della musica.

La ricerca e la collaborazione tra questi artisti ha prodotto tre dischi e numerosi spettacoli in giro per il mondo nel corso degli anni. Ed è proprio il mondo, in particolare quella parte di mondo che si affaccia sul Mediterraneo, che ha preso vita nello spettacolo attraverso l’esecuzione di brani in cui i linguaggi e le sonorità si mescolano e spesso si sostituiscono gli uni alle altre. Ritmi del sud del mondo e lingua napoletana, suoni partenopei e idiomi mediorientali per ricordarci che siamo più simili di quanto si creda, e per continuare a porre l’accento sulle similitudini piuttosto che sulle diversità. Poi, la grande sfida di Raiz: quella di cantare i classici del canzoniere partenopeo, a dispetto di chi non lo reputava in sintonia con quel repertorio. Meno graffi nella voce, più grazia, una dolcezza da fine dicitore per omaggiare –mai per sfregiare- capi d’opera come “Carmela”, “Indifferentemente”, “Cammina cammina” e una versione più intimista di “Nun te scurdà”, eppure non meno sensuale di quella di Petra Montecorvino. Sfida vinta, dunque, e bis concesso ad un pubblico galvanizzato e dal repertorio e dalla presenza scenica di Raiz.