I limiti alle vacanze e agli spostamenti, l’osservanza delle regole, la chiusura dei centri commerciali, gli inviti a non fare i cenoni, rappresentano un tentativo da parte delle istituzioni, razionale, obbligato dal principio di realtà, di porre un argine alla diffusione del virus”. D’altro canto, “chi di noi vorrebbe passare la notte di Natale da solo? Chi di noi vorrebbe non ricevere la dimostrazione di affetto e conforto da parte di genitori, figli, coniugi?. E allora oggi, in attesa del vaccino che interromperà il circuito dei contagi, la nostra emotività è posta in un drammatico conflitto con la nostra razionalita’”.
Punta dritto al cuore del problema del Natale in tempi di Covid-19 Massimo Di Giannantonio, professore ordinario di Psichiatria presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, docente presso la Saint Camillus International School of medicine di Roma e presidente della Società italiana di psichiatria. “Uno degli elementi più drammatici di questo conflitto- chiarisce lo psichiatra- è rappresentato dalla domanda: cosa deve prevalere, la nostra salute o la nostra liberta’? Cos’è più importante, essere liberi e rischiare di infettare i nostri affetti o avere la garanzia di mantenere la nostra salute, quella dei nostri affetti più cari e spezzare il circolo vizioso della trasmissione del virus?”. Tuttavia quando pensiamo a tutto questo, quando “pensiamo alle ferie e all’obbligo di rispettare le regole dell’ultimo DPCM, dobbiamo partire da un dato molto doloroso ma altrettanto reale e concreto- ammonisce Di Giannatonio- ieri (3 dicembre, ndr) ci sono stati circa 1.000 italiani morti per Covid-19.
Possiamo immaginare quale sia la situazione delle famiglie e degli amici intimi che non hanno vinto la lotta contro il virus, la loro condizione emotiva, la loro sofferenza”. Questi sono i vissuti sui quali “la maggioranza di noi sta lavorando”, ribadisce l’esperto, tenendo poi anche a sottolineare “ad onore degli italiani, che brontolando, borbottando, facendo battute e ostruzione i cittadini stanno seguendo gli ordinamenti e le disposizioni, come dimostrano la curva epidemiologica che sta diminuendo, la trasmissione del virus che si sta riducendo, le limitazioni ai movimenti e la suddivisione in aree del territorio nazionale che stanno dando una concreta dimostrazione di essere utili per la salute pubblica. salute pubblica senza la quale- ricorda il professore di Psichiatria- non esiste salute privata e viceversa”. Riguardo a quanti tenteranno di aggirare le regole pur di ricongiungersi con i propri familiari e festeggiare così il Natale, il presidente della Società italiana di psichiatria ribadisce che, anche in questo caso, “siamo di nuovo alle prese col conflitto tra emisfero destro ed emisfero sinistro, tra l’osservanza concreta e reale della legge o l’osservanza formale e superficiale delle interpretazioni della norma giuridica.
Un proverbio- cita Di Giannantonio- dice ‘per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano’. In questo senso direi che si pensa a se stessi e alla propria cerchia ristretta come agli amici, mentre per tutti gli altri si diventa dei severi censori, coloro i quali gestiscono e custodiscono la applicazione delle leggi, sia pure severe”. Tutto questo, tiene a ricordare l’esperto, “è un sacrificio legato al tempo. In primavera, come sbocceranno i fiori, sboccerà il progetto della salute pubblica legato alla somministrazione del vaccino. Quello attuale è un sacrificio mirato al raggiungimento della soluzione definitiva di questo problema. Stiamo attraversando la parte più buia, piu’ centrale e drammatica del tunnel, ma- conclude- riusciamo a vedere alla fine di questo tunnel l’irradiarsi di una giornata luminosa e piena di soluzioni”.