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NETFLIX, LA CASA DI CARTA METAFORA DELLA RIBELLIONE ALLA FINANZA

Il serial targato Netflix “spiega” attraverso una banda di ladri la morale sul sistema iniqua- banche

La Casa de Papel ovvero “La Casa di Carta“, serie televisiva spagnola trasmessa da Netflix, in cui si narra la vicenda di una banda di rapinatori che tenta il colpo della vita rapinando la zecca di Stato, è entrata di diritto tra le icone del ribellismo al mondo della finanza. La serie televisiva strizza l’occhio al momento storico in cui stiamo vivendo, in cui tutti ci sentiamo vittime di un sistema che vorrebbe solo la nostra povertà e il nostro annientamento. Un successo di dimensioni planetarie che deve far riflettere soprattutto i manager delle banche visto che la popolarità della storia rappresenta, seppur indirettamente, un importante benchmark del livello di fiducia nei confronti del mondo della finanza.

Piuttosto che effettuare costose indagini di customer satisfaction, La Casa de Papel, a costo zero, ha fornito al paludato sistema creditizio molte più indicazioni delle taroccate analisi da cui emerge un sistema solido ed affidabile a cui non crede più nessuno.  Milioni di fan in tutto il mondo, boom di nomi dei protagonisti (Tokyo, Berlino, Nairobi e Rio) per i neonati, il travestimento dei rapinatori dentro la zecca dello Stato spagnolo (tuta rossa e maschera di Dalì) utilizzato da un gruppo di attivisti di Vicenza come abito di protesta davanti al Palazzo Thiene, sede della banca Popolare di Vicenza, “Bella ciao” – non certo l’ultima produzione dei Maneskin – tra le canzoni più scaricate sul web negli ultimi tempi. Senza l’eterna lotta fra il bene e il male, lo sappiamo bene, gran parte della letteratura e del cinema non avrebbe ragione di esistere. E quasi sempre, da lettori o spettatori, ci siamo schierati con il buono. Ma perché, in questo caso, tutti hanno fatto (e fanno) invece il tifo per il Professore, il protagonista carismatico, e per il resto dei membri della sua banda di criminali? Per un semplice meccanismo di immedesimazione. Questa volta siamo dalla parte dei cattivi perché dall’altro lato non c’è un buono ma un soggetto (il sistema finanziario) molto più crudele che nel nostro immaginario ha ormai azzerato il suo capitale di fiducia.

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