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NOTRE-DAME, L’APPELLO DEI 1.000 A MACRON: “AGIRE SENZA FRETTA”

Studiosi invitano presidente Macron a prudenza e responsabilità

Chi va piano va sano e va lontano: oltre 1.000 esperti tra conservatori, architetti e professori universitari, invitano Emmanuel Macron alla prudenza e chiedono di non cedere alla fretta per il restauro di Notre-Dame. Il presidente francese ha promesso di ricostruire la cattedrale parigina sfigurata dalle fiamme entro cinque anni, per le Olimpiadi del 2024. Ma i 1.170 firmatari dell’appello pubblicato oggi sul quotidiano Le Figaro temono che con la fretta non si ottenga nulla di buono, tutto il contrario. Quindi l’invito alla prudenza e alla responsabilità. Per loro c’è anzitutto bisogno di tempo per fare le dovute analisi e quindi le scelte più appropriate per ricostruire nel modo migliore la grande dama di Parigi colpita dall’incendio del 15 aprile.

“Prendiamoci il tempo di una diagnosi. L’esecutivo non può ignorare gli esperti, la Francia ne forma tra i migliori al mondo”, si legge nella lettera al capo dello Stato, firmata anche da diversi studiosi italiani, tra cui il professore di Storia dell’arte medievale all’Università di Napoli, Francesco Aceto, e la professoressa di Storia dell’architettura all’Università di Roma, Flaminia Bardati. L’incendio della cattedrale di Notre-Dame è stato un incendio avvenuto nella Cattedrale di Notre-Dame di Parigi nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019.  L’evento ha provocato all’edificio danni significativi, tra cui il crollo della flèche e del tetto, e ha causato il ferimento di tre persone: due agenti di polizia e un vigile del fuoco, intervenuti per spegnere le fiamme. L’incendio è scoppiato verso le 18:50. Si è originato nel sottotetto alla base della flèche, progettata dall’architetto Viollet-le-Duc, composto da 500 tonnellate di legno e 250 tonnellate di piombo, che sormonta i transetti che lo attraversano e culmina a 93 metri.  Secondo i vigili del fuoco, le fiamme si sono avviate su un ponteggio installato sul tetto dell’edificio. L e fiamme si sono poi diffuse velocemente, raggiungendo l’intero tetto e distruggendo la struttura, la più antica di Parigi, fatta di 1300 querce, 21 ettari di foresta.

Secondo il procuratore di Parigi Rémy Heitz, un primo allarme antincendio era stato segnalato alle 18:20, cinque minuti dopo l’inizio della messa. Dopo una procedura di controllo, senza aver rilevato alcun incendio a causa di un errore del computer sull’unità di controllo degli ufficiali di sicurezza dell’edificio, causato dall’attivazione erronea di un rilevatore di sicurezza, vengono trasmessi dei messaggi in francese e inglese chiedendo ai visitatori di restare calmi e di evacuare l’edificio.  Due minuti dopo che le persone presenti sono rientrate nell’edificio alle 18:43, un addetto alla sicurezza scopre le fiamme sul telaio, attivando un secondo avviso. Arrivati quindici minuti dopo il secondo allarme, i vigili del fuoco non riescono a domare l’incendio.

Il 16 aprile, intorno alle 4:00 del mattino, il tenente colonnello Gabriel Plus, portavoce dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che l’incendio era sotto controllo e che era parzialmente estinto.  Alle 9:50, ha riferito che l’incendio era stato spento e che era necessario entrare passare alla fase d’ispezione per esaminare tutte le strutture e determinare le condizioni del loro consolidamento. Il fuoco ha mobilitato più di seicento vigili del fuoco, supportati da diciotto lance e diversi camion su larga scala.

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