A pochi giorni dall’avvio delle vaccinazioni in tutta Europa la nuova variante del Sars-CoV-2 continua a suscitare preoccupazioni per le conseguenze che potrebbe avere sull’incidenza dei contagi. Uno degli aspetti che più preoccupa, ha rilevato oggi anche l’Oms, è che questo nuovo ceppo “sembra essere più facilmente trasmissibile da giovani e bambini”, e i timori sono stati raccolti anche dal premier Giuseppe Conte, secondo cui la variante potrebbe spiegare i ‘dati strani’ osservati in Veneto. L’osservazione è dell’inviato speciale dell’Oms per la pandemia, David Nabarro. Questo, ha spiegato a Skynews, potrebbe accrescere i timori per la riapertura delle scuole a gennaio. Se la variante “si sta davvero replicando o crescendo meglio nei bambini, potrebbe avere un effetto a catena sulla diffusione del virus nell’intera popolazione britannica”, ha detto sempre a Skynews Mark Harris, virologo dell’Università di Leeds. Proprio dalla Gran Bretagna arriva l’allarme per l’arrivo di un’altra variante, originaria del Sud Africa, che potrebbe essere ancora più contagiosa. La ‘versione inglese’ del Sars-Cov-2 è comunque già diffusa nella quasi totalità del territorio europeo, secondo gli infettivologi dell’Imperial College di Londra, e fra questi c’è anche l’Italia probabilmente, con paesi come Israele che ha segnalato 4 casi.
“È possibile che questa ‘variante inglese’ circoli da tempo in Italia ma non ce ne siamo accorti perché non abbiamo fatto una sorveglianza molecolare – ha affermato Massimo Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia molecolare all’Università Campus Bio-Medico di Roma -. Abbiamo fatto un lavoro dove dimostriamo come ci siano almeno 13 varianti che circolano in Italia”. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo alla trasmissione Porta a Porta, ha mostrato qualche preoccupazione, citando anche i dati dell’Ecdc che parlano di un indice di trasmissibilità del virus inglese più alto di 0,4, che corrisponde al 70% in più di contagiosità. “Ora spunta una variante inglese del coronavirus che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più, e spiegherebbe molte cose – ha affermato il premier -. Ma non voglio avanzare ipotesi. In Veneto stranamente i dati stanno crescendo, dobbiamo capire come e perche'”. Il timore principale, in vista del ‘v-day’ del 27 gennaio in cui saranno inoculati i primi vaccini in Europa, è che varianti come questa possano rendere meno efficaci i sieri, anche se su questo per ora gli esperti sono ottimisti.
Per il presidente dell’Aifa Giorgio Palù vi è un “allarme eccessivo” rispetto alla variante inglese, e i dati iniziali del vaccino “indicano che è valido anche per questa nuova variante inglese del virus”. Teoria confermata anche dalla stessa Pfizer, che ha sviluppato insieme a Biontech il primo vaccino approvato. “Ci sono dei test in corso, iniziati la settimana scorsa, – ha spiegato Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia -. Visto che la variante UK corrisponde a un paio di mutazioni della proteina Spike, sembrerebbe improbabile che possano andare a inficiare l’efficacia del vaccino”.