Papa, in Iraq il possibile incontro con l’ayatollah sciita al-Sistani 

Un incontro tra Papa Francesco e il leader sciita Ali al-Sistani in Iraq.

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Per ora è soltanto un’ipotesi allo studio, una possibilità che il cardinale Louis Sako, patriarca caldeo, si è lasciato sfuggire durante un punto stampa online con la conferenza episcopale francese. Il Vaticano non conferma, ma la notizia non impiega molto a fare il giro del mondo. La Santa Sede non ha ancora diffuso i dettagli del programma del viaggio, dal 5 all’8 marzo. Ufficialmente, si sa soltanto che tra le tappe di Francesco ci saranno Baghdad, la piana di Ur (legata alla memoria di Abramo), la città di Erbil, ma anche Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive. Sempre se, fino alla fine, il viaggio si farà. Le incognite sono legate all’evoluzione dell’emergenza sanitaria mondiale, ma anche alla situazione geopolitica nel Paese.

Un attentato kamikaze la scorsa settimana, infatti, ha risvegliato i timori di una ritorno dell’Isis. L’attacco ha colpito un affollato centro commerciale di Baghdad, uccidendo 32 persone e ferendone oltre 100, è stato il più letale che la capitale irachena abbia subìto negli ultimi anni. Secondo Sako, Francesco dovrebbe incontrare al-Sistani a Najaf il 6 marzo e prendere parte a un incontro interreligioso a Ur. Non si esclude che possa firmare anche con la parte sciita il documento sulla Fratellanza Umana siglato nel 2019 con il leader sunnita Ahmed al-Tayeb (grande imam dell’Università di Al Azhar in Egitto) ad Abu Dhabi, una pietra miliare nei rapporti tra cristianesimo e Islam.

In una recente intervista a Vatican Insider, il patriarca ha caldeggiato la firma, spiegando che la Chiesa cattolica locale condivide con gli sciiti il “desiderio” di un incontro tra il Papa e Sistani: “Abbiamo parlato con la Santa Sede di quanto sarebbe importante una simile visita. I capi sciiti hanno un ruolo importante nella zona e il Papa è un uomo del dialogo, ha il carisma di parlare con i musulmani”, ha osservato.Bergoglio ha scelto l’Iraq per la sua prima visita post-lockdown anche perché è un luogo in cui i cristiani hanno sperimentato le conseguenze peggiori delle persecuzioni jihadiste, tanto da rischiare l’estinzione. E, tra gli sciiti, anche Al Sistani è un leader religioso estremamente influente. La sua fatwa del 2014 è stata determinante per la creazione delle milizie che hanno combattuto lo Stato Islamico al fianco delle forze irachene. Nel 2019, il suo sermone ha portato alle dimissioni del primo ministro Adil Abdul-Mahdi, tra le pressioni delle proteste antigovernative.

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