La mappatura genetica del cancro per mettere a punto cure su misura fa un passo in avanti all’Istituto Oncologico Veneto di Padova che ha recentemente pubblicato due studi condotti dall’oncologo Stefano Indraccolo. Il primo riguarda l’individuazione di un determinato marcatore tumorale con l’uso della biopsia liquida, quindi con un semplice prelievo del sangue, in pazienti con tumore al polmone. Il test, meno invasivo rispetto alla biopsia tissutale, consente di adattare la terapia personalizzata in tempi rapidi.
Il secondo studio invece si concentra sull’analisi genetica di un marcatore nei casi di glioblastoma in recidiva, una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale e più in particolare il cervello. Grazie alla “digital pathology” è stato scoperto un marcatore che indica quali pazienti rispondono meglio ad un certo tipo di farmaco. La “digital pathology” o patologia digitale si basa sulla possibilità di trasformare un preparato istologico o citologico, ovvero un intero vetrino, in un’ immagine digitale ad altissima definizione. “Due pazienti affetti da quello che sembra uno stesso tipo di tumore -rileva il dg Giorgio Roberti – possono rispondere in maniera diversa alla stessa terapia. La ragione di questo diverso comportamento e’ scritta nel DNA. Il genoma del tumore di ogni paziente è unico, ma esiste una serie finita di schemi ricorrenti”. Il primo studio riguarda l’individuazione precoce di una particolare mutazione genetica nelle persone con tumore al polmone in stadio avanzato o metastatico, neoplasia a prognosi severa.
“Partendo da una piccola biopsia tumorale – spiega l’oncologo Stefano Indraccolo – è possibile studiare il profilo genetico del tumore, individuando le mutazioni nel DNA che ne sostengono la crescita e spesso si possono utilizzare farmaci specifici per queste mutazioni, offrendo una terapia personalizzata. In questo studio proponiamo l’utilizzo di una fonte di DNA tumorale alternativa alla biopsia tissutale, ovvero la biopsia liquida, che consiste in un semplice prelievo di sangue”. Un esame, quindi, ripetibile e ben accettato dal paziente.L’altro studio riguarda l’individuazione di un particolare marcatore nei pazienti con glioblastoma recidivato. È l’unico studio al mondo che valuta l’efficacia di un nuovo trattamento chiamato regorafenib verso il glioblastoma.