Il cantante caprese commenta la proposta della Lega: ” La Francia già manda il 70% di musica locale e il 30% di musica straniera. Facciamolo anche noi”
Peppino Di Capri sostiene la proposta della Lega sulla valorizzazione della musica italiana. Lo chansonnier napoletano nel corso della trasmissione “I Lunatici”, su Rai Radio2, ha commentato la proposta di Salvini: “Sono d’accordissimo, solo che in Italia si arriva sempre dopo. La Francia già manda il 70% di musica locale e il 30% di musica straniera.
Facciamolo anche noi”. E aggiunge: Io vado dritto per la mia strada, ancora c’è spazio. Il trap? In sintonia con i tempi in cui viviamo. Ma quando si tocca la canzone all’italiana, quella è. Non è che puoi stravolgerla più di tanto. Io a fine anni ’50 con le prime canzoni che ho proposto già ho stravolto parecchio. E infatti gli anziani dell’epoca si chiedevano chi fosse questo pazzo che stravolgeva la loro musica”. Sui suoi esordi: “La prima canzone cantata? A casa mia. Poi una sera in un club mancò il cantante, io dissi al proprietario che avrei potuto provare io. Mi fece provare e da quella notte in poi mi fece cantare tutte le sere. La mia prima esibizione, però, fu a 4 anni. A casa non avevo giocattoli, l’unico giocattolo che avevo era un vecchio pianoforte. Iniziai a suonarlo, un mio zio disse a un generale americano che c’era questo bambino che a quattro anni suonava il pianoforte.
Da allora tutti i weekend andai a suonare per allietare le truppe alleate di passaggio sull’isola”. Su Gomorra: “Io non ho mai visto Gomorra e non la condivido. L’immagine di Napoli non è solo Gomorra”. Sul rapporto con le donne: “Il nostro mestiere si presta molto. Però ci vuole sempre quel pizzico di innamoramento, il tempo materiale per vivere un’emozione. La botta e via non è nel mio stile. Preferisco coccolarmi per due o tre giorni una conquista, anche se fatta dalla pedana, perché riesci a comunicare qualche cosa che va al di là del semplice sorriso ammiccante”.