Primarie Pd, Romano Prodi si sveglia dal letargo è invita parenti, amici e compagni ad andare domani a votare per uno dei tre candidati alla Segreteria del Pd.
Ma perché mai la gente dovrebbe bruciare parte della primaverile domenica in omaggio al discutibile e sgangherato rito Dem? E poi: come si fa a scegliere tra tre candidati tutto sommato in parte sovrapponibili e senza bussola?
Costoro – Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti – avviluppati in lacci e lacciuoli non sono stati capaci di pronunciare parole chiare su come intendano il futuro del Partito e su come intendano porsi rispetto al passato e al renzismo.
Tutto ciò è disarmante, avvilente, deprimente! Tutto ciò denuncia deficit di attributi!
Da parte dei tre candidati in corsa per la Segreteria del Nazareno soltanto vani e vuoti bla bla conditi di aria fritta.
L’unica parola d’ordine pronunciata all’unisono dai Tre è: “Mai col M5s!”.
Nessuno scandalo se ad affermarlo sono Maurizio Martina e Roberto Giachetti, i finti avversari che corrono con i colori della scuderia renziana. I Due notoriamente sono ghiotti di pop corn, leccornia che amano consumare insieme con il loro Capo, il Convitato di pietra Matteo Renzi.
Ma che “Mai col M5s!” lo ripeta anche Nicola Zingaretti è grave. Ed è inquietante per quanti fidavano in un suo successo per iniziare a liberare il Paese dal giogo della barbarie e dell’oscurantismo culturale imposto da Matteo Salvini.
In prima battuta – come è noto – fu Matteo Renzi – da senatorino semplice a capo della pattuglia da lui stesso nominata in Parlamento – a favorire la regressione culturale del Paese col suo stop alla trattativa appena avviata tra Pd e M5s.
Domani – alla luce delle dichiarazioni all’unisono – sarà Zingaretti o saranno i suoi avversari renziani candidati alla Segreteria a ripetere la scelleratezza e a imprigionare – di fatto – il Paese nella morsa della grettezza e della ignoranza e leghista.
Né potrà cambiare le cose il disegno del perfettino pariolino Carlo Calenda che tra un tuffo nella neve e una cena mancata sogna il listone antisovranista da servire agli elettori in occasione delle prossime Europee.
Resta una voce nel deserto – dunque – quella di Massimo Cacciari, il filosofo perennemente sull’orlo di una crisi di nervi di fronte alle scelleratezze del Partito al quale una volta fu vicino.
Visto il contesto, Cacciari – come è noto – considera doveroso un confronto e una ricerca di punti comuni tra Pd e M5s. Ma la saggezza è bene sconosciuto, estraneo alla Politica del Terzo Millennio…
Il tempo della barbarie, del resto, non contempla spazi per intellettuali e uomini di cultura. Ha ragione lo scrittore montanaro Mauro Corona, ospite fisso di Bianca Berlinguer: bisognerebbe lasciar fare la politica sulla base dei libri letti dagli aspiranti ai Palazzi…