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QUANDO IL TIFO GIORNALISTICO DISTORCE L’INFORMAZIONE…

Corretta informazione, fake news, e distorsioni nelle descrizioni e nelle interpretazioni dei fatti. La politica si fa ammuina. E la premessa è d’obbligo.

Anche il sottoscritto riconosce di appartenere alla categoria dei giornalisti di parte, giornalista di parte al pari di tutti gli altri colleghi. Giornalista di parte mai nascostosi dietro la bandiera fasulla dell’ “indipendenza”. Giornalista che comunque sta innanzitutto dalla parte delle proprie convinzioni ideali e politiche.

Giornalista di parte – il sottoscritto – che però non ha mai rinunciato né rinuncia al proprio spirito critico, imperativo categorico – questo – che lo obbliga a non negare l’oggettività dei fatti.

Detto ciò, i danni maggiori si fanno quando la pressoché diffusa appartenenza o vicinanza degli addetti all’Informazione a determinati soggetti politici si trasforma in tifo per i medesimi.

Un esempio? Prendete i titoli di oggi – sabato 9 marzo 2019 – de La Verità di Maurizio Belpietro e de Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio.

La Verità titola: “Di Maio si è infilato in un vicolo cieco”. Perché mai questo titolo? Forse perché il Capo Cinquestelle ha trovato per la prima volta la forza di sfanculare Salvini? Mah! Questione di punti di vista e di tifo…

Il Fatto invece scrive nel catenaccio dell’apertura di prima pagina: “Salvini prima fa il bullo, poi frena per paura della base”. (E su suggerimento di Giulia Buongiorno – avrebbe aggiunto il sottoscritto – in vista del voto alla Camera sulla Diciotti)

Dov’è la verità? Di fronte a Uno – Salvini – che prima fa il bullo, prima dice riferendosi al Socio di Governo Di Maio “Vediamo chi ha la testa più dura” e poi arretra e smorza i toni, è evidente che in questo caso è La Verità a fare informazione non corretta.

Accade da quando certi giornali hanno la missione di vendere soprattutto titoli e non articoli.

Ovviamente si è nel campo delle valutazioni e ciascuno ha il diritto di fare e di esprimere le proprie. Ma a condizione – ovviamente – che dette valutazioni siano fatte entro i limiti di fatti oggettivi.

Andare al di là dell’oggettività per un giornalista sarebbe come affermare che un pugile finito ko ha vinto il combattimento. Una bufala, nient’altro che un bufala (colgo l’occasione da non perdere di sfanculare l’inflazionata e conformistica inglesista “fake news”)!

Chiusa la lunga premessa, vengo al dunque:

Di Maio ha capito che soltanto alzando la voce con l’Oscurantista Socio di Governo potrà far recuperare consensi al M5s; Salvini – da parte sua – teme il voto della Camera sull’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania in merito al caso Diciotti. A ricordargli i rischi del voto derivanti da una eventuale crisi di Governo è stata Giulia Buongiorno, Ministra leghista e Avvocato di fama.

Morale della favola, Di Maio potrà continuare a tenere sotto schiaffo Salvini fino al giorno del voto della Camera previsto per fine marzo. Giusto il tempo per risolvere la questione Tav a proprio favore.

 

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