Passate le feste, in casa Napoli i temi caldi sono due: Cavani e il razzismo contro Koulibaly. Il direttore sportivo della società azzurra, Cristiano Giuntoli, vicino al rinnovo del contratto, affronta l’affaire Cavani. “Edinson è fortissimo, ma non credo che certi nomi siano coerenti con la filosofia del Napoli. La forza del Napoli è stata sempre quella di avere calciatori con nuove motivazioni, di avere nuovi Cavani” spiega Giuntoli in un’intervista a Sky Sport. Il ds azzurro, racconta un retroscena sul polacco Milik: “Portai il giocatore a Capri, se l’avessi fatto venire a Castel Volturno avevo paura di un contraccolpo. Gli spiegai che stavamo facendo dei lavori, cosa che era vera”. Il ds ha anche confermato la trattativa per Cristiano Ronaldo già annunciata dal presidente De Laurentiis: “Ci è stato proposto – ha continuato – abbiamo un ottimo rapporto con Mendes dai tempi del rinnovo di Ghoulam, ci sentiamo spesso. Lo propose sia a De Laurentiis che a me, io rimasi zitto: quando approfondimmo, ci rendemmo conto che era un’operazione fuori portata”.
In casa Napoli, nel “day after” delle feste si parla di razzismo e dell’affaire Cavani.
Sul fronte razzismo negli stadi, ieri la Fifa è intervenuta con fermezza: “I dirigenti sportivi abbassino i toni, perché certa aggressività che poi sfocia in razzismo o violenza a volte è anche dovuta a toni non sempre adatti di alcuni dirigenti. Servono atti concreti per fermare la violenza e il razzismo negli stadi”. Così il presidente della Fifa Gianni Infantino che, a Dubai per il Globe Soccer, parlando a Skysport, ha detto di aver provato “tristezza e sdegno” per gli insulti razzisti rivolti da una parte dei tifosi interisti al giocatore del Napoli nell’ultima partita di campionato, il 26 dicembre scorso. ” È inconcepibile che ancora si possa morire per una partita di calcio. Leggi dure, andare a cercare i violenti uno per uno, e metterli dentro. Come fece la Thatcher in Inghilterra”: il presidente della Fifa ribadisce la necessità del pugno duro contro la violenza commentando la morte dell’ultrà fuori San Siro. “Vanno cambiate le leggi, soprattutto vanno applicate – ha detto a Skysport -. Basta guardare i Paesi che hanno avuto situazioni ben più gravi dell’Italia. I violenti non sono tanti, vanno presi e messi fuori dal calcio. Così si rompe il ciclo vizioso”. I Mondiali di calcio del 2022 “potrebbero essere allargati da 32 a 48 squadre e svolgersi non solamente in Qatar, ma anche in atri Paesi del golfo arabo”. “Stiamo lavorando a questa ipotesi di ampliamento, perchè la partecipazione al Mondiale per il movimento calcistico di un Paese è molto importante”. Il numero uno della federcalcio mondiale ha precisato però che “solo in Qatar sarà difficile ampliare” il torneo, ma si “potrebbe coinvolgere qualche paese in più che ha infrastrutture che già oggi potrebbero ospitare partite, aprendo al calcio una regione del mondo, il golfo arabo, che è una parte importante per il futuro del mondo”.