Recovery: fonti, nessun accordo tra Parlamento e Consiglio

La riunione sul bilancio pluriennale tra Parlamento europeo, Consiglio Ue e Commissione si è conclusa poco fa senza un accordo.

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Lo stallo nella delicata partita negoziale che comprende il Recovery Fund è dovuto alla distanza finanziaria, per il momento incolmabile, tra le pretese del Parlamento che spera di aumentare il budget dei programmi ‘bandiera’ Ue come Erasmus o Horizon e le resistenze del Consiglio determinato a mantenere i tetti di spesa concordati nel summit di luglio.

Il Parlamento, nella giornata di ieri, ha avanzato una proposta che “in uno spirito di compromesso”, si legge nella lettera del capo-negoziatore Johan Van Overtveldt, porta l’aumento di ‘soldi freschi’ da stanziare a 9 miliardi. La pretesa totale degli eurodeputati rimane di 39 miliardi, ma gran parte di questi ultimi dovrebbero arrivare da aggiustamenti di bilancio e somme destinate al Recovery Fund che si prevede non verranno utilizzate. Ma un diplomatico Ue fa notare che il Parlamento conta a parte i margini non assegnati e le flessibilità di bilancio “per iniziative future e esigenze impreviste”. Si tratta di fondi che “normalmente gli Stati membri non stanzierebbero – precisa la fonte informata sul dossier – a meno che non ce ne sia bisogno”.

Secondo il diplomatico, mettendo assieme i 39 miliardi ricavati da aumenti o aggiustamenti di spesa e le risorse di margini non assegnati si arriva “a una cifra vicina ai 90 miliardi”, che corrisponderebbe “alla vera pretesa del Parlamento europeo”. Una differenza “enorme” rispetto a quanto aveva proposto il Consiglio, ovvero un aumento ai tetti di spesa “di una cifra” (quindi massimo di 9 miliardi) da destinare ai programmi ‘bandiera’. Di qui la tensione tra le due istituzioni Ue che rischia di ritardare l’intero Recovery Fund.

Fonti di Bruxelles affermano inoltre che l’agenda della riunione di stamattina, che avrebbe dovuto riguardare i fondi di coesione, è stata invece estesa all’intera partita del negoziato, viste le distanze sui numeri fondamentali. Su richiesta del Parlamento sarebbe stato ristretto il numero di partecipanti alla riunione, che è iniziata alle 7,30 di questa mattina e si e’ conclusa pochi minuti fa.

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