Sono passati cent’anni dalla nascita di Gianni Rodari, giornalista e scrittore per l’infanzia. Nato a Omegna, nel Piemonte orientale, il 23 ottobre 1920, ha vinto nel 1970 il Premio “Hans Christian Andersen“, considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia. Uno dei suoi più grandi successi è stato “Grammatica della Fantasia” ma a Omegna, sua città natale, viene ricordato soprattutto per ‘C’era due volte il barone Lamberto’, ambientato nella zona del Lago d’Orta. Qui scorre il torrente Nigoglia, che porta le acque verso Nord invece che verso Sud, e che ha sempre ispirato Rodari.
Per il centenario della nascita di Rodari è anche uscito un francobollo dedicato: ritrae un bimbo con un palloncino e reca la scritta “Omegna”. Parte della sua eredità è stata raccolta dal Parco della Fantasia Gianni Rodari di Omegna, dove si svolgono laboratori per bambini e per le famiglie. “Secondo Rodari non bisogna essere ‘bambini di gesso’” spiega Alberto Poletti, direttore del Parco. “È un’espressione tratta da una filastrocca di Rodari: il bambino di gesso è quello che non mette in discussione l’autorità. Farlo è problematico, e lo dico da papà, ma serve a sviluppare la propria testa”. Ed è proprio questo uno dei messaggi principali che vuole trasmettere il Parco. “Nella ludoteca diamo ai bambini la possibilità di infrangere le regole per mettere in discussione l’autorità: se in una sala c’è scritto non saltare sul letto, invece devi farlo. Se ti dico non guardare il soffitto, significa che invece lì ci sono dei giocattoli”.
Addentrarsi nel Parco è un’avventura: “Non c’è un biglietto di ingresso, è un parco virtuale che comprende una ludoteca, un Forum e una parte naturalistica” spiega ancora Poletti. Nei “Giardini della torta in cielo” si guarda il lago e ci si perde con lo sguardo. Al suo interno sono contenute sculture di Mauro Maurini, che fu anche designer per ‘Alessi’. “A Omegna la commistione tra le realtà importanti è forte” commenta Poletti. Tra gli spazi ce ne è uno speciale: una lavatrice che “pulisce” le parole. “I bambini, si sa, non dicono parolacce. Qui invece è consentito dirle in uno spazio dove nessuno può sentire, perché insonorizzato” spiega il direttore. “Dalla lavatrice, che è un pezzo d’epoca, escono nuove parole, speciali e ‘pulite’”.
Il Parco è nato nel 2001 da un progetto di rigenerazione urbana di alcuni edifici di un’ex acciaieria della zona. “Tra i messaggi di Rodari c’è la volontà di dare ai bambini lo strumento del pensiero e della parola, la possibilità di usare il loro potenziale cognitivo per la costruzione di un pensiero critico, originale, consapevole” spiega ancora il direttore. Le attività sono rimaste parzialmente bloccate per via del Coronavirus. “Siamo ripartiti con qualche attività durante l’estate ma il prossimo evento, domenica, sarà virtuale” dice Poletti, che poi conclude: “Rodari voleva che a scuola si insegnasse la materia della ‘Fantastica’. E forse, in questo periodo di pandemia, un pò di fantasia è un’ancora di salvezza”.