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Salute: Un bambino su 4 soffre di dermatite atopica, arrivano linee guida

“Un bambino su 4 presenta la dermatite atopica” e le tipologie di questa malattia infiammatoria cronica della pelle sono variegate.

Da quella che provoca “lesioni contenute con riacutizzazioni, magari ogni 3-6 mesi”, a quei bambini che ne sperimentano “una forma stabile, con cute estremamente sottile, in alcuni casi indurita con estese lesioni e grattamento”. Ad approfondire la malattia è Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica dell’Umbria (Simeup), intervistata dall’agenzia Dire sulle nuove linee guida “su cute e tessuti molli” proposte dalla comunità scientifica pediatrica “per identificare le diverse infezioni e diagnosticarle”. L’impetigine è “un’infezione diffusiva”, tra le più comuni nei “bambini tra i 2 e i 5 anni. Tra i maggiori fattori di rischio emrgono la dermatite atopica, le lesioni della cute, oltre che quelle malattie che portano al trattamento con farmaci immunosoppressori”. Un bambino che gioca con il terriccio, o nella sabbia, e ha una semplice dermatite atopica o una lesione cutanea, può sperimentare con più facilità “l’insorgere di quest’infezione”. Vista poi la complessa “identificazione e differenziazione” rispetto alle infezioni micotiche, “le linee guida forniscono delle indicazioni su quando somministrare una terapia topica – che consiste nell’utilizzo di pomate anti-infettive – e quando invece è necessario passare a una terapia sistemica, per via orale”, continua Esposito.

Il panorama infettivologico dei bambini è così complesso che un’altra delle specifiche delle nuove linee guida riguarda “le infezioni cutanee recidivanti”. Ci sono bambini “che pur in assenza di condizioni note, presentano questo tipo di infezioni. Non si tratta soltanto di un problema relativo all’igiene- spiega la presidente Simeup- ma anche relativo al fatto che certi microrganismi possono colonizzare il naso faringe”. Per questo motivo è importante “operare una valutazione dermatologica per ricavarne una corretta diagnosi”. Le raccomandazione, recentemente pubblicate sulla rivista Clinical Therapeutics, sono inoltre il primo passo per un lavoro di più ampio respiro. “Il passo successivo, infatti- aggiunge la pediatra- è lo studio del coinvolgimento dei tessuti molli. Sempre più vediamo infezioni che si estendono in modo profondo, anche al tessuto muscolare, sottocutaneo”. E le infezioni osteoarticolari, poi, meritano la giusta attenzione: “Abbiamo creato un gruppo di lavoro che per il prossimo anno lavorerà su questo.

Considerando anche le nuove molecole e i nuovi farmaci messi a disposizione per queste infezioni specifiche; oltre che la necessità, in alcuni casi, di terapie estremamente prolungate, che rendono molto difficoltosa la gestione. Soprattutto se pensiamo a un bambino che frequenta la scuola e deve essere ricoverato per alcune settimane”. Tutte queste forme infettive, a partire dalla dermatite atopica, si possono verificare “in maniera ciclica e questo spesso può dar luogo a sovra-infezioni batteriche che rendono il prurito ancora più marcato”. Soprattutto per la dermatite atopica il consiglio degli specialisti è quello di “evitare il fai-da-te”. I genitori “vanno spesso in farmacia e acquistano pomate antibiotiche cortisoniche, mentre in realtà per l’impetigine servono pomate specifiche. Non tutte vanno bene e soprattutto non sempre il cortisone serve, magari una cute in cui è stato applicato ripetutamente porta a facilitare le sovra-infezioni. La prescrizione deve avvenire dal medico- conclude la presidente Simeup Umbria- così da utilizzare i prodotti più indicati ed efficaci, onde evitare recidive e problematiche di altro tipo”.

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