Matteo Salvini torna a lanciare “messaggi d’amore” ai delusi del Movimento 5 Stelle.
Rompendo anche gli schemi del silenzio elettorale per le elezioni regionali in Umbria, l’ex ministro dell’Interno usa Facebook per mandare “un abbraccio agli elettori, agli eletti, ai tanti cinquestelle che sono confusi, delusi, incazzati” e fargli sapere: “Se volete continuare la vostra battaglia di libertà e di onestà, fatte salve le differenze, le porte della Lega sono aperte”. Il leader del Carroccio, dopo aver aperto la crisi di governo in pieno agosto la scorsa estate, pensando di poter tornare alle urne e fare ‘jackpot’ grazie ai sondaggi molto favorevoli, si è ritrovato nel giro di un mese all’opposizione e costretto a riaprire in fretta e furia il cantiere del centrodestra con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni dopo quindici mesi di convivenza giallo-verde.
Dal momento in cui M5S e Pd hanno dato vita alla nuova maggioranza, però, Salvini e i suoi colonnelli hanno subito attivato un canale di ascolto verso chi, tra i pentastellati, proprio non è riuscito a digerire questa alleanza. E in alcuni casi hanno provato a trattare con gli scontenti, offrendo riparo per le loro battaglie politiche sotto l’effige di Alberto da Giussano. Solo Gian Marco Centinaio disse – pubblicamente – di essere in contatto con almeno sette colleghi. Togliendo parlamentari (e ossigeno) all’asse che si è creato tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, il progetto di spallata al Conte bis sarebbe molto più rapido. Finora, comunque, nessuno dei portavoce Cinquestelle ha scelto di fare il salto sul Carroccio, nemmeno chi viene ritenuto culturalmente compatibile con la Lega, come Gianluigi Paragone, che in passato ha frequentato via Bellerio, o ha qualche conto aperto con il capo politico. Non a caso il “Capitano” usa espressioni forti per ribattere “agli insulti di Conte, Di Maio, Zingaretti e Renzi”, che hanno “lo stesso effetto degli insetti sulle vacche”. Dai piani alti del Movimento 5 Stelle, come già accaduto in passato, non è arrivata alcuna risposta, sostanzialmente perché le uscite di Salvini vengono ritenute solo provocazioni. Gli ufficiali di collegamento, però, tastano costantemente il polso delle truppe di Camera e Senato, per capire se in vista possano spuntare eventuali ‘ammutinamenti’. Della serie, meglio tenere la guardia sempre alta e gli occhi bene aperti.