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Morto Bertolucci. Benigni: È andato via l’ultimo imperatore del cinema italiano.

HOLLYWOOD, CA - NOVEMBER 19: Director Bernardo Bertolucci celebrates his Star on the Hollywood Walk of Fame on November 19, 2013 in Hollywood, California. (Photo by Valerie Macon/Getty Images)

Bertolucci si è spento all’età di 77 anni dopo una lunga malattia.

“E’ un dolore immenso la morte di Bernardo Bertolucci. Se ne è andato il più grande di tutti, l’ultimo imperatore del cinema italiano. Un pezzo della nostra famiglia, un amico fraterno, amoroso, intelligente, pieno di genio, imprevedibile, rigorosissimo ed implacabile nel dirci sempre la verità. Il suo cinema rimarrà tra le meraviglie del ventesimo secolo”.

Sono le queste le parole colme di commozione di Nicoletta Braschi e Roberto Benigni. Il regista, nato a Parma nel 1941, si è spento stamattina all’età di 77 anni dopo una lunga malattia. Suoi alcuni capolavori del cinema come Ultimo tango a Parigi, Il te’ nel deserto, Piccolo Buddha, Novecento e L’ultimo imperatore. Proprio questo film gli valse l’Oscar al miglior regista e alla migliore sceneggiatura non originale. Nel 2007 gli fu conferito il Leone d’oro alla carriera alla 64/a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e nel 2011 la Palma d’oro onoraria al 64/o festival di Cannes. L’ultimo film da lui diretto è Io e te del 2012, tratto dal romanzo di Nicolò Ammaniti. La sua città natale Parma era tutto per Bertolucci, primogenito del poeta Attilio, cresciuto al cinema da Pier Paolo Pasolini (ne fu aiutoregista tra il ’60 e il ’61) e alla poesia da suo padre che lo incoraggiò a pubblicare la prima raccolta In cerca del mistero con cui vinse nel ’62 il Premio Viareggio.

Nello stesso anno Bernardo debuttava come regista con La commare secca da un racconto di Pasolini, conquistandosi due anni più’ tardi, con Prima della rivoluzione, la fama incontrastata di miglior autore di una nuova generazione di cineasti in cui l’ispirazione creativa va di pari passo con l’impegno civile. Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone (per cui scrisse insieme a Dario Argento il soggetto di C’era una volta il west) acquisì statura internazionale nel 1970 con due capolavori: Strategia del ragno e Il conformista dal racconto dell’amico Alberto Moravia. Due anni dopo scandalizzava il mondo intero con Ultimo tango a Parigi (mandato al rogo in Italia nel ’76 con sentenza definitiva). E nello stesso 1976 saldava la sua anima poetica, fortemente legata alla terra natale, e quella internazionale, figlia degli umori americani e del cinema inteso come prodigio meraviglioso, firmando il fluviale Novecento diviso in due atti.

Dopo alcune regie minori in cui, vedi La luna del ’79, dedica un atto d’amore al prediletto melodramma, si trasferisce a Londra, adottato da Hollywood a cui regala la trilogia esotica, i nove Oscar de L’ultimo imperatore, il viaggio disperato del Te’ nel deserto, la pace interiore del Piccolo Buddha. Rientrato in Italia con rinnovato desiderio di coglierne l’inquietudine con l’occhio ormai distaccato del grande viaggiatore stava preparando un Novecento Atto III destinato a concludersi alle soglie del nuovo secolo. Cineasta innamorato del bello e del lirico, Bertolucci ha piegato tutto il suo cinema al gusto del melodramma e alla fisicita’ della vita in cui va ricercata una pace interiore che forse coincide con la meditazione buddista.

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