La Gomez parla di come convive con il Coronavirus: “Scrivo tanto per allontanare l’ansia. Credo che mi stia aiutando ad elaborare ciò che sta accadendo. Aiuta anche riconnettersi con persone”
Selena Gomez rivela in diretta Instagram di soffrire da anni del disturbo bipolare. Parla delle sue sofferenze, ostentando una certa tranquillità, a Miley Cyrus sua coetanea e regina del pop, che attraverso il suo profilo Instagram, ogni giorno, mette in piedi veri e propri “show” con personaggi famosi. “Io non ho paura”, così esordisce Selena. E’ nata in Texas, 28 anni a luglio. Il suo papà si chiama Ricardo, è messicano, la mamma, Mandy Dawn Cornett, fu adottata e risulta avere qualche grado di ascendenza italiana. Aveva solo sedici anni quando partorì Selena. “Sì, sono affetta da disturbo bipolare”, così la Gomez esce di nuovo allo scoperto sullo stato della sua salute e rivela che solo di recente gli è stata diagnosticata la patologia.
L’attrice e cantautrice americana, è stata ospite dello show di Miley Cyrus “Bright Minded” e ha rivelato che ha scoperto di essere bipolare per la prima volta dopo anni di battaglie con la sua salute mentale. “Di recente – ha spiegato Selena – sono stata in uno dei miglior ospedali di salute mentale in America, il McLean, e ho discusso del fatto che dopo anni in cui mi sono capitate diverse cose ho capito che ero bipolare. E mi ha aiutato saperne di più. Non fa paura se si sa”. Ha parlato anche di come affronta questo periodo con difficile con il Mondo che lotta contro il Coronavirus. “Scrivo tanto per allontanare l’ansia. Credo che mi stia aiutando ad elaborare ciò che sta accadendo. Aiuta anche riconnettersi con persone con le quali non sei stata molto carina? E magari approfittare per dire “Hey, spero che tu stia bene e al sicuro”. Storia travagliata la sua. Nel 2018 finisce in riabilitazione per ansia e depressione e dopo un tracollo di nervi causato da due ricoveri in ospedale per le sue condizioni di salute. Ha subito il trapianto di un rene ed è stata colpita dal “Lupus”, una malattia autoimmune che può colpire numerosi organi e apparati dell’organismo.
Ma cos’è il disturbo bipolare? Spesso viene confuso spesso con la schizofrenia ma i sintomi sono molto specifici. La persona vive alterazioni del tono dell’umore con polarità estreme del tipo “su” e “giù”. Si tratta di un disturbo cronico le cui cause sono ancora sconosciute. Non si guarisce da questo disturbo ma ci si può convivere. Il disturbo maniacodepressivo non è raro e ne soffre circa l’1-1,5% della popolazione. Ma veniamo al dunque: è un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza di stati d’umore eccessivamente alto (mania) e patologicamente basso (depressione). A dirla così sembra poco chiaro. Ma Steven Jones e Peter Hayward hanno descritto questa malattia in modo semplice nel saggio “Il disturbo bipolare – Una guida per affrontare la malattia” edito da Springer.
Il disturbo bipolare si distingue in altri sottotipi come “disturbo di tipo I”, “disturbo di tipo II”, “ciclotimia” e il “disturbo bipolare indotto da sostanze. Si tratta di una patologia psichiatrica complessa e uno dei disturbi psichiatrici più invalidanti se non adeguatamente curato. La caratteristica peculiare dei disturbi bipolari è l’alternanza di stati d’umore opposti nel corso del tempo. Depressione e mania si alternano infatti nel corso della vita dell’individuo. In generale per la diagnosi di disturbo bipolare è sufficiente la presenza di almeno un episodio maniacale. Cos’è un episodio maniacale? Un episodio maniacale si manifesta come un periodo di tempo di almeno 7 giorni nel quale si osserva un tono dell’umore eccessivamente elevato, espanso, eccitato o irritabile e un conseguente aumento anormale ed eccessivo delle normali attività quotidiane. In genere comunque gli episodi maniacali sono preceduti e seguiti da episodi depressivi o da episodi ipomaniacali.
L’episodio maniacale si caratterizza, inoltre, per una serie di sintomi tra cui elevata autostima e senso di grandiosità, riduzione del bisogno di dormire, logorrea (loquacità, verbosità irrefrenabile), accelerazione del pensiero e fuga delle idee, elevata distraibilità, aumento delle attività quotidiane, come ad esempio, aumento del tempo lavorato o delle ore di studio o agitazione psicomotoria, partecipazione ad attività rischiose come folli spese eccessive, rischiosi investimenti di capitale. La presenza di almeno tre di questi sintomi consente di poter fare diagnosi di episodio maniacale. Sia nel disturbo bipolare I che nel disturbo bipolare II i momenti di elevazione del tono dell’umore si alternano ad episodi depressivi che spesso sono molto pesanti e invalidanti. Spesso la fase depressiva del disturbo bipolare è particolarmente pesante e può durare a lungo. Poi annoveriamo il disturbo ciclotico, detto anche ciclotimia, che fa parte dei disturbi bipolari ed è caratterizzato da frequenti alterazioni del tono dell’umore (per almeno due anni) che però non raggiungano l’intensità dei sintomi del disturbo bipolare II.