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SIRIA, LIBERATO L’ITALIANO ALESSANDRO SANDRINI RAPITO NEL 2016

Sandrini è stato liberato dal “governo di Salvezza” nella zona di Idlib

Alessandro Sandrini, rapito al confine tra Siria e Turchia nel 2016, è stato liberato dal “governo di Salvezza”, gruppo antigovernativo della zona di Idlib. Lo hanno annunciato le stesse forze pubblicando le foto del ragazzo bresciano sui social e affermando che era nelle mani di una banda criminale. Il padre Gianfranco Sandrini ha confermato: “Mio figlio è libero. Si trova ancora in Siria ma nelle mani dei nostri carabinieri. Sono felicissimo. È la fine di un incubo. Adesso sto andando a Roma e spero di potergli parlare al telefono stanotte”.

La conferma della sua liberazione è arrivata in prima battuta da una conferenza stampa tenuta dal gruppo a Bab al-Hawa, al confine tra Turchia e Siria, nella provincia di Idlib. Nella dichiarazione rilasciata dal ministero dell’Interno della Salvezza (guidata dal gruppo salafita Jabhat al-Nusra ) si dice che la polizia ha agito dopo aver ricevuto informazioni su un ostaggio straniero rapito da una banda criminale specializzata in rapimenti e furti. Per la sicurezza dell’ostaggio, continua la dichiarazione, la polizia ha negoziato la sua liberazione attraverso dei mediatori e quindi avrebbe contattato il governo italiano per la consegna. Del suo rapimento si apprese solo un anno dopo la scomparsa, nel dicembre 2017. Riapparve in video il 19 luglio del 2018. Vestito con una tuta arancione che ricordava i filmati dell’Isis, in ginocchio, di fronte a due uomini armati mascherati, pronunciò queste parole: “Vi prego aiutatemi., Sono stanco. Mi uccideranno se la cosa non si risolve in tempi rapidi. Non vedo futuro. Non so più cosa pensare”.

Nell’ultimo anno il nome di Alessandro Sandrini è comparso due volte tra gli imputati in tribunale a Brescia. In un processo per rapina e ricettazione per aver tentato di vendere a cinesi dei tablet rubati da un fast food a Desenzano del Garda e per una rapina che avrebbe messo a segno prima dell’ottobre 2016. Adesso verrà ascoltato dai pm della Procura di Roma. Sulla vicenda la Procura capitolina aveva aperto un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo. La liberazione dell’ostaggio italiano in Siria è stata resa possibile grazie a un negoziato tra i miliziani della galassia qaidista, che rivendicano il merito della liberazione, e una “banda di criminali” della zona di Idlib, fuori dal controllo governativo. Lo riferisce in un comunicato il sedicente ministero degli interni del Governo di salvezza nazionale, braccio politico di Hayat Tahrir Sham, la più influente milizia qaidista di Idlib e dintorni. Nel comunicato non si fa riferimento al pagamento di un eventuale riscatto. E si afferma che Sandrini è stato consegnato al “governo del suo paese” senza menzione di ogni eventuale ruolo turco nella vicenda.

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