È la proposta del ricercatore francese Camille Locht. L’Oms: “Subito test in Africa, le comunità vulnerabili potrebbero subire gravi devastazioni”
Il “Terzo Mondo” è tutto racchiuso in un pericoloso manipolo di scienziati francesi capeggiati dal “dottor-morte” Camille Locht, capo ricercatore dell’Inserm, l’Istituto francese di ricerca medica: “Esiste un progetto di studio in Africa, insieme ad altri in Europa ed Australia”. La dichiarazione è arrivata nel corso di un dibattito sul canale francese all-news “Lci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità questa volta si è mostra più rapida che mai nel contrastare il virus razzista degli scienziati “folli” mentre nell’Africa sub-sahariana potrebbe accadere un’ecatombe. “L’Africa non sarà un laboratorio di test per trovare un vaccino contro il nuovo coronavirus”, ha subito replicato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, condannando le considerazioni espresse dai ricercatori che hanno indicato l’Africa come un “banco di prova” per testare un eventuale vaccino. “Questo tipo di considerazioni razziste non aiuta.
L’Africa non sarà un laboratorio di test per un vaccino qualsiasi: seguiremo il medesimo protocollo e le stesse regole per tutte le prove di terapia o vaccino nel mondo. Questa riemergere di mentalità coloniali deve cessare, è una vergogna ascoltare cose simili nel 21esimo secolo e soprattutto da parte di uomini di scienza2, ha proseguito Tedros ai microfoni dell’emittente francese “Rfi”, dicendosi, tra l’altro, “costernato” e ribadendo che “tutti gli uomini testati saranno trattati come tali”. Ma com’è nato questo assurdo dibattito? Tutto è iniziato dopo uno scambio tenuto sull’emittente francese “Lci” fra un capo ricercatore dell’Istituto francese di ricerca medica Inserm, Camille Locht, ed il responsabile del servizio di terapia intensiva di un ospedale di Parigi. Secondo “Rfi”, quest’ultimo avrebbe interrogato Locht sulle possibilità di fare test di ricerca in Africa.
Il giornalista domanda al medico francese: “Se posso essere provocatore, non dovremmo fare questo studio (di vaccino) in Africa, dove non ci sono mascherine, nessun trattamento, nessuna rianimazione, un po’ come fatto altrove per alcuni studi sull’Aids o le prostitute, testando sulle persone più esposte?”. La risposta di Locht: “Esiste un progetto di studio nel continente africano, insieme ad altri in Europa ed Australia”. Il ministero degli Esteri di Parigi ha immediatamente preso le distanze: “Le dichiarazioni del dottor Camille Locht non riflettevano la posizione delle autorità francesi”. Subito dopo sono arrivate le pubbliche ammende dello scienziato francese, ma intanto la frittata è fatta. Le idee restano. E forse non solo quelle.
Intanto sempre l’Oms lancia l’allarme Covid-19 in Africa: “Alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana potrebbero registrare un picco di casi di coronavirus nelle prossime settimane, per questo occorre incrementare rapidamente i test nella regione”. lo ha dichiarato il responsabile dell’Organizzazione mondiale della sanità Oms per la risposta alle emergenze in Africa, Michel Yao. “Negli ultimi quattro giorni possiamo constatare che i numeri sono già raddoppiati”, ha detto il funzionario nel corso di un briefing con la stampa a Ginevra. “Se la tendenza continua, e anche imparando da quello che è successo in Cina e in Europa, alcuni paesi potrebbero affrontare un picco enorme molto presto”, ha aggiunto Yao. Il rappresentante dell’Oms per l’Africa, Matshidiso Moeti, ha affermato da parte sua che esiste un “bisogno urgente” di espandere la capacità di test oltre le capitali dell’Africa, mentre il virus si diffonde nei diversi paesi. “Senza aiuti e senza agire adesso, i paesi poveri e le comunità vulnerabili potrebbero subire gravi devastazioni”. Attualmente in Africa si registrano più di 11.500 casi confermati di contagio e 576 morti.