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STOP ALLE ARMI ALLA TURCHIA. L’EUROPA DIETRO IL BUONISMO NASCONDE LA SUA GRANDE IPOCRISIA

Premesso che lucrare, costruire immense ricchezze su strumenti di morte e di sofferenza è tra quanto di più abietto possano generare le attività umane, l’Europa in questi giorni si sta facendo portatrice di una delle più grandi e schifose ipocrisie. Dire infatti ora No alla vendita delle Armi alla Turchia dopo averne stipati gli arsenali è semplicemente affermazione da vomito.

La tragedia del Popolo Curdo non può essere svenduta con ipocrita buonismo di facciata.

Le Armi non si vendono, punto!

Non si dovevano vendere ieri alla Turchia, non si devono vendere oggi, non si dovranno vendere domani. Alla Turchia come ad altri Paesi.

L’Europa e l’Italia non devono più figurare tra gli interpreti di questo losco commercio. Lo impone l’Etica e non lo detta la mutevole Legge Morale spesso costruita per essere assoggettata al conformismo sociale.

Già, l’Etica… Qualcuno dovrebbe spiegare a Sudditi e Governanti che non è una cosa che si mangia… Che tristezza!

Detto ciò –  e generalizzando – non è più tollerabile che la Società Umana – per quanto assoggettata alla Dittatura Affaristica – tolleri la vendita delle Armi a Paesi non produttori o scarsamente attrezzati in materia.

I Giocattoli di Morte – se proprio ritenuti indispensabili – se li produca ciascuna Nazione per fini difensivi e non offensivi.

E pur riconoscendo che la linea di confine tra fini difensivi e offensivi è labile e facilmente oltrepassabile (al pari di certe ingannevoli “missioni di pace”) bisognerebbe tentare di avviare nelle coscienze questa rivoluzione culturale.

Impresa improba, ahimé parole al vento…

Ps. Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola attenzionata dalla maiuscola.

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