L’incidente nelle acque davanti al distretto di Ayvalik nel nord-ovest della Turchia
Era partito dalla Turchia, diretto verso la Grecia, con 17 persone a bordo. È affondato nel Mar Egeo, provocando la morte di 9 persone. Tra queste anche 5 bambini. Secondo la guardia costiera turca, cinque persone sono state soccorse ed altre tre risultano al momento disperse. L’incidente è avvenuto nelle acque davanti al distretto di Ayvalik, nella provincia di Balikesir, nel nord-ovest della Turchia. I guardacoste hanno precisato che sono in corso le operazioni di ricerca dei dispersi con l’appoggio di quattro imbarcazioni e due elicotteri. La guardia costiera è intervenuta con quattro mezzi navali e un elicottero a ovest dell’isolotto disabitato di Ciplak, nella provincia turca di Balikesir, recuperando i 9 corpi e portando in salvo altre 5 delle 17 persone stimate a bordo. Le ricerche dei 3 dispersi proseguono. Secondo le autorità, uno di loro potrebbe essere lo scafista. La strage che giunge a poche ore dalla morte di un altro migrante sempre nelle acque dell’Egeo ma più a sud, al largo di Bodrum. La vittima era un siriano di 37 anni. Con l’avvicinarsi dell’estate, infatti, potrebbe esserci un’impennata dei tentativi di attraversamento, dopo che nei primi quattro mesi dell’anno i viaggi della speranza in questo tratto di mare erano diminuiti. Secondo il ministero dell’Interno di Ankara, a effettuare la traversata è stato il 17,6% in meno rispetto al 2018, scendendo a 6.864. Un calo confermato anche dai dati dell’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Intanto, l’Onu torna a puntare il dito contro l’Ungheria: secondo l’Alto Commissario per i diritti umani Michelle Bachelet, le autorità di Budapest continuano ad affamare i richiedenti asilo che non hanno ottenuto il permesso di restare nel Paese e che sono reclusi nei centri di detenzione in attesa di essere espulsi. La pratica già stata condannata dalla Bachelet, che torna a stigmatizzare questa ‘regola’ sottolineando che non si rileva un cambiamento giuridico nel Paese e che questo trattamento inumano persiste.