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TERREMOTO: IRPINIA, 39 ANNI FA LA SCOSSA CHE DEVASTÒ IL SUD

Irpinia: una data che non si cancella e che ormai appartiene non soltanto ai testi scientifici.

Trentanove anni fa, alle 19,34, una scossa di 90 secondi calcolata secondo la scala Mercalli al decimo grado devastò nel Mezzogiorno un’area grande quanto il Belgio, uccise quasi tremila persone e lasciò senza casa più di 280 mila persone. Il Terremoto del 1980 verrà ricordato anche oggi, come ogni anno, soprattutto nei comuni dell’Alta Irpinia, che pagarono il tributo più grande non soltanto in termini di vite umane, ma anche in uno stravolgimento sociale ed economico che, a distanza di tanti anni, si è tradotto in un inesorabile spopolamento. E sarà il primo anno senza l’uomo simbolo della ricostruzione post sismica, che da quell’esperienza, fece nascere la moderna protezione civile.

Giuseppe Zamberletti, morto a gennaio scorso, che anche nel 2018 era stato in Irpinia, tra la gente che all’epoca affidò tutte le speranze a lui, chiamato al ruolo di commissario straordinario, poi ministro, di fatto inventore della Protezione civile come la conosciamo oggi. Zamberletti era legato a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni rasi al suolo, che perse 600 tra uomini, donne, bambini. Crollò l’ospedale, crollò la caserma della compagnia dei carabinieri, dove morì il comandante, il capitano Antonio Pecora nello stesso istante in cui veniva al mondo suo figlio, e morì anche il sindaco Guglielmo Castellano. Il consiglio comunale si riunì, qualche giorno dopo, sotto una tenda di fortuna, coperta dalla neve, tra il fango e le macerie ed elesse una giovane donna, Rosanna Repole, che per anni ha poi guidato il paese alla rinascita. A Sant’Angelo dei Lombardi verrà inaugurata una mostra dal titolo ‘Come una foglia in Autunno – La Cattedrale e il sisma del 23 novembre 1980′. Il complesso medievale del piccolo centro, un tempo strategico nel ducato longobardo, perse l’abside, alcune volte, due stadi del campanile e subì gravisismi danni alla facciata. Ciò’ che rimase in piedi minacciava di cadere a ogni scossa di assestamento.

Soltanto nel 1999 la cattedrale fu riaperta, dopo lavori di ricostruzione e restauro particolarmente complessi. La cripta ospiterà la mostra che ripercorrerà attraverso la ricostruzione dell’edificio sacro, anche tante storie per immagini, suoni e testi. Dal passato al futuro, con la stazione sismologica che sarà inagurata oggi nel liceo De Sanctis sempre a Sant’Angelo dei Lombardi. La stazione è stata realizzata in collaborazione con l’università Federico II di Napoli che monitorerà l’attività sismica dell’area, controllo consultabile attraverso un’app accessibile dal portale internet della scuola. Gli aggiornamenti avranno una cadenza di 15 minuti. Per tutta la giornata sarà poi aperto il parco della Memoria di Conza della Campania. La frazione Sella del piccolo comune irpino fu individuata come epicentro della scossa e da allora il paese è rimasto disabitato, chiuso in un parco, fermo a quegli istanti, con le case diroccate, le suppellettili mosse, il paesaggio stravolto. Per capire cosa ha rappresentato il Terremoto per i picocli comuni dell’Alta Irpinia, il Parco di Conza è una sorta di fotografia tridimensionale. Il paese è stato ricostruito poi a valle. È uno dei pochi esempi di comunità delocalizzate, perché nei mesi che seguirono l’emergenza persino intellettuali come Leonardo Sciascia intervennero per cercare di conservare i ‘paesi presepe’. Il capoluogo provinciale Avellino, da anni celebra la giornata senza enfasi. Un concerto sinfonico nell’auditorium del conservatorio Cimarosa, il cui edificio fu donato dalla comunità australiana dopo il Terremoto, è l’evento più importante della giornata, dopo la tradizionale deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti del sisma in piazza del Popolo.

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