Prima la visita al cantiere Tav, poi le capriole sul caso Diciotti in cui ha coinvolto anche i cofirmatari del Contratto, infine la rimpatriata in Abruzzo con l’Immarcescibile di Arcore e la Valletta di Fratelli d’Italia.
Della serie “me ne frego di cosa pensino i Soci di Governo”, il Leader della Lega continua a provocare senza ritegno i Cinquestelle. Il Tav, le capriole sul caso Diciotti, la rimpatriata con gli Amici di sempre… Sono le ultime perle in ordine di tempo in materia di tatto e correttezza messe in vetrina da Matteo Salvini. Perle sbattute in faccia agli Alleati. E la domanda – direbbe qualcuno – sorge spontanea: quanti schiaffi prima di rinsavire i Cinquestelle saranno ancora disposti a prendersi dal rozzo e invadente Socio di Governo? Quando capiranno gli appannati fustigatori grillini che il Socio di Governo è il portabandiera dell’Italia dei borghesi piccoli piccoli, è lo sbandieratore di piccoli e grandi egoismi, è il portacolori della crassa ignoranza nazionale? Ciliegina sulla torta ora i pentastellati – anziché votare a favore dell’autorizzazione a procedere contro il Leader leghista – vorrebbero processare Nicola Morra, il filosofo presidente della Commissione Antimafia, reo di aver ricordato quali erano i principi che muovevano il M5s in materia di Giustizia. Roba da matti, avanti tutta – insomma – a passo di carica verso lo sputtanamento finale!
Per non dire della gaffe istituzionale di cui si è reso autore Luigi Di Maio quando è andato a complimentarsi con i gilet gialli d’Oltralpe. E per non dire della conseguente crisi diplomatica apertasi col Governo francese il cui Capo, peraltro, non è esente da schifezze nei riguardi del nostro Paese. Per carità, nulla da parte del sottoscritto contro gli incazzati francesi e molto contro il premier Emmanuel Macron autore di insulti agli Inquilini di Palazzo Chigi. Ma – proprio per distinguersi dallo stile macroniano – certe cose non si devono fare quando si rivestono ruoli governativi. E – come è noto – Di Maio è vice premier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico… Si tratta del resto di incidenti diplomatici sempre in agguato quando si sovrappongono i ruoli di Capo politico e di Ministro. La distinzione tra ruoli partitici e istituzionali è alla base del corretto funzionamento della Politica. Tutto il resto è confusione, è caos. E non a caso l’ammuina la sta facendo da padrona nelle attuali Stanze del Potere…