I toni ormai sono quelli delle Baruffe Chiozzotte di goldoiniana memoria. Non passa giorno che i Due – Luigi Di Maio e Matteo Salvini – non perdano occasione per mettere in mostra le rispettive qualità intellettuali e politiche.
Di fronte all’indecenza leghista una volta tanto ha ragione perfino Matteo Renzi quando afferma che l’Italia pagherà per anni i messaggi d’odio di Salvini.
Una indecenza intellettuale di cui anche ieri Matteo Salvini ha fatto vanto. È infatti accaduto che mentre la foto-choc del feroce assassino del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega faceva il giro del mondo, mentre l’Arma puniva l’autore del bendaggio durante l’interrogatorio, mentre il premier Giuseppe Conte bollava l’accaduto come trattamento lontano dai nostri valori di civiltà, il Signor Ministro dell’Interno non vedeva il problema. E liquidava la faccenda sostenendo che la vittima in questa storia è una sola. Vero. Ma le regole di civiltà vanno rispettate. Ed è grave che un Rappresentante delle Istituzioni non tenga ben presente ciò. Una ennesima dimostrazione di ignoranza o noncuranza delle norme del Diritto presenti nel nostro Paese.
Non se ne può più di questo Rozzo Personaggio in libera uscita dal Medioevo.
Ma non se ne può più neppure dei continui battibecchi tra i Soci di Governo, delle putecarelle (francesismo napoletano da “petit querelle” ndr) a cui Costoro quotidianamente danno vita, non se ne può più degli stracci lanciati da una parte all’altra, non se ne può più dei continui scambi di insulti tra Cinquestelle e Leghisti.
Tav, Flat tax, Sicurezza bis… Senza dire della Manovra di Bilancio prossima ventura. Si litiga su tutto. Possono farlo anche perché la Politica nel nostro Paese da tempo è in vacanza…
Ps. Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola attenzionata dalla maiuscola.
