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TRIONFO A CAPRI, HOLLYWOOD DI “VICE”, “PRYCE” E “FONTE”

Capri, Hollywood, fioccano i riconoscimenti della 23esima a edizione dell’International film fest che si chiude sull’isola azzurra. “Vice“, film d’apertura della kermesse, in anteprima europea, diretto da Adam McKay, ha ricevuto quattro premi, tra cui quello per il miglior film; successo per i due attori ospiti del festival, Marcello Fonte (miglior attore per “Dogman” di Matteo Garrone) e l’inglese Jonathan Pryce (miglior attore non protagonista, per “The Wife“), che ha ricevuto anche il “Legend Award“, massimo riconoscimento del festival. I premi sono stati annunciati da Lina Wertmuller, presidente onorario dell’Istitunto Capri in the World e dal produttore del festival Pascal Vicedomini. “Vice” vince anche grazie a Amy Adams, miglior attrice non protagonista oltre che per le categorie Best Film Editing e Best Makeup and Hairstyling.

A Capri premi anche a “Roma”, che ha ottenuto tre riconoscimenti da Lina Wertmuller

I film “A Star Is Born“, diretto da Bradley Cooper, e “Roma“, hanno ottenuto tre riconoscimenti. La premiazione arriva dopo quella conferita a Nick Nolte. L’attore 77enne, che sta girando “Last Words“, il Legend Award: “Se la politica non interviene riscaldamento globale porterà all’estinzione dell’uomo”. I riflettori sono stati tutti per lui. “Capri, Hollywood” ha incoronato Nolte, il leggendario attore americano. In questi giorni la troupe  al lavoro nel Parco Archeologico di Paestum, ma “siamo già stati alla cineteca di Bologna perché ci sarà anche un film nel film, e a Venezia». Capri gli regala un sole tiepido, che Nolte sembra apprezzare eccome. Come l’Italia e «la sua umanità: qui c’è ancora spazio per le storie e per l’umorismo”, dice. 77 anni, 200 film tra Hollywood e cinema indipendente, la sfida di quel che definisce “un film profetico”. E che fa seguito a una pellicola altrettanto profonda, una cui proiezione speciale è presentata in queste ore a Capri, “A Head full of honey” di Til Schweiger. Lui, Nolte, interpreta un anziano malato di Alzheimer che intreccia un rapporto profondo d’amore con la nipotina. L’obiettivo, spiega, “è insegnare al pubblico che ci si può rapportare in modo naturale con le persone malate: l’Alzheimer è una condizione diffusa tra gli anziani, io stesso mi rapportavo allegramente con mia nonna malata. Abbiamo voluto raccontare questa storia con un pizzico di ironia, senza pesantezze. Una scelta che può essere anche criticata”. Nel film c’è anche la figlia Sophia Lane: “Se farà l’attrice? Sarà una scelta sua”.

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