Dare una “scossa prepotente” ai propri sensi entrando in contatto diretto con la natura e vivendo per almeno tre giorni nella foresta, lasciando a casa cellulare, orologio, macchina fotografica e ogni tipo di preconcetto. È la sfida lanciata dall’associazione ‘La Grande via‘ in collaborazione con il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, che si divide tra Romagna e Toscana. Si chiama ‘La via delle foreste: il risveglio dei sensi’ il progetto che partirà il 21 marzo con l’ambizione di diventare il primo studio scientifico esperienziale italiano di terapia forestale e guidato dall’epidemiologo Franco Berrino. In concreto, ‘La via delle foreste’ si traduce in una serie di ritiri spirituali di una o più giornate che consentiranno ai partecipanti di sperimentare il ‘risveglio dei sensi’ attraverso il contatto con la natura, l’alimentazione, il movimento e la meditazione.
Le foreste Casentinesi negli anni sono state scelte come meta di pellegrinaggi, “suggestionando nei secoli santi, scrittori e artisti che le hanno elette a loro luogo di meditazione” e oggi sono patrimonio dell’Umanità Unesco. Oltre che alla meditazione, il progetto guiderà i partecipanti anche alla conoscenza dello Shinrin-Yoku, la terapia naturale giapponese dell’immersione nella foresta. Gli incontri di una giornata partiranno domenica 21 marzo, in replica anche l’11 aprile, il 16 maggio e il 13 giugno. Le esperienze residenziali invece, dal venerdì alla domenica, sono in programma in cinque fine settimana da luglio a settembre. “Sono sufficienti anche brevi periodi di cammino in foresta, dell’ordine di mezz’ora o un’ora, per riscontrare effetti fisiologici, ed è logico ipotizzare che periodi più lunghi abbiano un impatto significativo sul rischio di sviluppare o dell’aggravarsi di patologie croniche- spiega Berrino- grandi studi epidemiologici hanno coerentemente riscontrato che chi abita in aree ricche di alberi ha una mortalità significativamente ridotta rispetto a chi vive in aree più cementificate”.
La differenza esiste grazie “al minor inquinamento atmosferico, alla maggiore comodità di praticare esercizio fisico, ma anche alla bellezza e al silenzio, che conferiscono al sistema nervoso autonomo una maggiore capacità di gestire lo stress”. Un progetto che, secondo Luca Santini, presidente del Parco nazionale, farebbe bene anche ai bilanci sulla gestione della sanità pubblica nelle casse della Regione. “La frequentazione di questi luoghi garantirebbe ricadute su quella voce di spesa e un ulteriore importante incremento di molte forme di accoglienza turistica- spiega Santini- come se non bastasse le nostre straordinarie foreste contribuiscono alla tutela della biodiversità, svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo delle acque, garantiscono la difesa da frane e erosioni, e si prendono carico dell’assorbimento di tonnellate di carbonio”.