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UE: DIRETTORE DEL MES REGLING, ANCHE IL DEBITO DELL’ITALIA È SOSTENIBILE

Italia, aumento del Pil nel 2020 a circa il 160 per cento

A causa della crisi innescata dalla pandemia di coronavirus e delle misure adottate dal governo per farvi fronte, il debito dell’Italia aumenterà nel 2020 a circa il 160 per cento del Pil. Tuttavia, il disavanzo è sostenibile grazie ai bassi tassi di interesse. È quanto affermato oggi dal direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Klaus Regling, come riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung“. Per Regling, nonostante l’enorme aumento della spesa pubblica da parte degli Stati membri dell’Ue volto a fronteggiare la pandemia di Sars-Cov2, non vi sono segnali di una nuova crisi del debito sovrano.

La Commissione europea ha, infatti, certificato la sostenibilità del disavanzo in tutti i 19 paesi dell’eurozona. “Questa èla situazione attuale. Altrimenti non saremmo in grado di effettuare i prestiti a nessun paese”, ha dichiarato il direttore generale del Mes. Regling ha quindi respinto le preoccupazioni per il debito dell’Italia. Al riguardo, il direttore generale del Mes ha osservato: “Sappiamo che l’onere del debito italiano è elevato, ma sappiamo anche che al momento i tassi di interesse sono bassi”. Se i titoli di Stato a dieci anni dell’Italia scadessero in questa settimana, ha quindi aggiunto Regling, il paese potrebbe “rifinanziarli a un prezzo inferiore rispetto a dieci anni fa”. Pertanto, “in questo modo, anche i debiti elevati possono essere finanziati”.

Regling ha poi incoraggiato i 19 paesi dell’eurozona a ricorrere agli aiuti del Mes per far fronte alla crisi. Come concordato dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo, si tratta di linee di credito precauzionali fino a 240 miliardi di euro con cui gli Stati dell’aera dell’euro possono sostenere la spesa sanitaria diretta e indiretta volta ad affrontare l’emergenza coronavirus.

Per Regling, i prestiti del Mes sono “affidabili ed economici”, caratteristiche che costituiscono dei “vantaggi”, soprattutto in termini di interessi rispetto al mercato dei capitali. Grazie alle linee di credito del Mes, l’Italia potrebbe risparmiare sette miliardi di euro di interessi nei prossimi dieci anni, cifra che sarebbe pari a due miliardi di euro per la Spagna. Il direttore generale del Mes ha, inoltre, ricordato che la crisi del coronavirus “non è stata innescata da politiche sbagliate” e quindi “nessun governo può essere ritenuto responsabile di ciò che sta accadendo ora”. Di conseguenza, a differenza del passato, i prestiti del Mes non sono subordinati ad alcuna condizione diversa dall’utilizzare i finanziamenti per la spesa sanitaria. “Non c’è e non ci sara’ altro, nemmeno in futuro”, ha evidenziato Regling. Inoltre, per il direttore generale del Mes, non si deve ritenere che il ricorso ai prestiti possa inviare un segnale negativo ai mercati, dato che questi “comprendono esattamente come funziona il Meccanismo europeo di stabilita’”.

Gli investitori sanno, infatti, che con il Mes i paesi dell’Eurozona possono finanziarsi “piu’ a buon mercato”. Secondo Regling, cio’ “fa bene alla reputazione di un paese sui mercati”. Per il direttore generale del Mes, tale strumento ha attualmente una capacità di prestito inutilizzata di 410 miliardi di euro. Se venisse utilizzato circa un terzo degli aiuti contro il coronavirus, l’ammontare sarebbe pari a 80 miliardi di euro e il Mes avrebbe “ancora 330 miliardi di euro per tutto ciò che potrebbe venire in una nuova crisi che non voglio prevedere o che non posso prevedere”, ha concluso Regling.

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