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USA. TOCCATA QUOTA 4.591 DECESSI, PIÙ DELLO SBARCO OMAHA BEACH MA TRUMP VUOLE “RIAPRIRE DA DOMANI”

L’abisso, negli Usa, sembra non avere fine, oltre 4.591 in un solo giorno.

Dopo la serie di agghiaccianti bollettini al rialzo degli ultimi giorni, che si erano assestati attorno alle duemila unità, qualche ora fa l’ultimo dato reso disponibile in merito alla mortalità nelle 24 ore provocata negli Stati Uniti dalla pandemia da Covid-19 ha toccato la quota di 4.591 decessi, ovvero, per fare un tragico paragone, più dello sbarco a Omaha Beach in cui morirono 4.400 soldati. Nonostante ciò, incurante del fatto che le vittime accertate nell’Unione siano ormai oltre 32.000 (alle quali ne andrebbero verosimilmente aggiunte diverse centinaia, se non migliaia, sulle quali non è stato possibile effettuare test), il presidente Donald Trump nel consueto punto stampa, che ormai si è trasformato in un “faccia a faccia” con la nazione, non ha esitato ad affermare che gli Stati Uniti “possono letteralmente riaprire domani”.

 
L’inquilino della Casa Bianca ha dunque annunciato un piano a tappe per accompagnare l’Unione nell’uscita dal lockdown (che comunque è stato effettuato nei cinquanta con modalità molto meno stringenti che in diversi Paesi europei, primi tra tutti Italia, Spagna e, anche se più elasticamente, Francia). “Sulla base degli ultimi dati – ha detto Trump – i nostri esperti sono ormai d’accordo nell’affermare che si possa avviare la nuova fase di questa guerra, che noi abbiamo definito come ‘la ripartenza dell’America’”. Dopo aver ribadito gli imperativi di debellare il Covid-19 sostenendo e rilanciando al contempo la maggiore economia del pianeta, attualmente in fase di totale regresso a causa dell’emergenza sanitaria, il presidente (che, non scordiamolo, ha ben presente il fatto di trovarsi a sette mesi dalle prossime elezioni) ha ipotizzato una ripresa delle attività a geometria variabile. La sua messa in pratica sarà gestita dai governatori dei singoli Stati e per questo nessun calendario è stato fissato per il “lento ritorno alla normalità”. 
 
In pratica, la richiesta della Casa Bianca alle amministrazioni dei singoli Stati è quella di valutare la situazione sanitaria locale e di muoversi di conseguenza. Una strategia che si basa su quanto effettivamente sta accadendo sul vasto territorio dell’Unione, dove la realtà sul campo è effettivamente variabile da zona a zona. Ad esempio, una vasta parte degli Stati del Midwest non sono stati praticamente toccati dal virus, contrariamente a quanto sta accadendo a New York, nel New Jersey o in Louisiana. Trump ha del resto descritto, con un paragone senz’altro efficace, questa rimessa in carreggiata degli Stati Uniti come “un bel puzzle” i cui pezzi si dovranno assemblare con pazienza. “Un mosaico – ha aggiunto – per comporre il quale bisognerà impegnare un certo tempo”.
 
Una bella immagine, la cui evasività però non riesce a nascondere le tante risposte – e soprattutto le tante certezze – che la Casa Bianca non è in grado di fornire sul fronte della reale capacità di arginare quella che ogni giorno di più sta assumendo, negli States, le sembianze di una ecatombe senza fine. Da parte sua, la coordinatrice della task force messa in campo a Washinton per lottare contro il Coronavirus, Deborah Birx, ha spiegato che la prima fase della “riapertura” prevederà il mantenimento di un severo confinamento nonché del protrarsi della chiusura di scuole e università (laddove siano state già decretate) nonché dei commerci non essenziali svolti in locali che non possano garantire le distanze di sicurezza tra i clienti. Inoltre, verranno mantenute e anzi implementate delle “misure draconiane” nei confronti degli anziani e dei soggetti più a rischio, mantenendo la direttiva – per tutti – che consente gli spostamenti solo in caso di necessità. 
 
E mentre gli Usa annunciano una loro ripartenza, nel mondo il totale confermato dei contagi si avvicina alla soglia dei 2,2 milioni, mentre il dato complessivo dei morti è di più di 145mila. Come ripetono gli esperti, il modo più realistico per descrivere la propagazione del virus è quello che utilizza il concetto di “sciame”: uno sciame che si propaga in modo difficilmente prevedibile ma che, con alcune accortezze (ovvero con le misure-barriera) può essere arginato. Ebbene, questo sciame sta ancora impattando pesantemente soprattutto in Europa, a cominciare dal nostro Paese, dove anche ieri si è registrato un pesantissimo bilancio di sangue: 525 morti, che portano la somma complessiva dall’inizio dell’epidemia a 22.170.
 
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