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VASCO ROSSI, “A SAN SIRO UN CONCERTO DURO E PURO”

L’appuntamento è per oggi 1 giugno e domenica 2, giovedì 6 e venerdì 7 e martedì 11 e mercoledì 12 giugno 2019 nell’ambito del Non Stop Live Tour di Vasco Rossi.

Un concerto “duro e puro” quello che Vasco Rossi porta da oggi a San Siro con sei appuntamenti, così tanti che, finora, non li aveva mai fatti nessuno, neanche Vasco. “Duro, perché lo sono i tempi” e “puro perché lo sono io”. Puro, dice Vasco, perché “quando inizio una canzone e non so neanche di che cosa parlerà, io la lascio uscire fuori, viene fuori frase per frase”, perché “ti devi spogliare nudo per avere il diritto di stare su un palco”. “Fate meglio a mettervi comodi – annuncia Vasco – perché occuperemo lo stadio per una quindicina di giorni”. 29 volte a San Siro in 29 anni, con 29 canzoni. Chi ha visto il concerto l’anno scorso, dice Vasco, “se lo scordi”. “Non sono abituato a stare davanti a tutta questa gente”, scherza con i giornalisti, ma le parole delle sue canzoni, come dice lui stesso, “parlano già per me”. Questo tour parte dalla disperazione. Quella disperazione che, ‘forse tu non lo sai/ la disperazione è già qui, c’è solo un modo/ che io conosco’, come canta Vasco dal palco. E la disperazione di un mondo “grigio, brutto, antipatico, un mondo triste, pieno di gente cattiva, pieno di stress pieno di rabbia, ma noi, con la musica, usciamo fuori, è un po’ una fuga dalla realtà, per una sera. Secondo me – aggiunge – la disperazione c’è, di fondo, sempre”. Negli anni ’80 era una disperazione dovuta alla disillusione, “di noi degli anni ’70 che credevamo di fare la rivoluzione, e avevamo tanti pensieri, che oggi sembra di essere tornati indietro di 100 anni”. Oggi invece, è una “disperazione più cupa”, ma forse, scherza “ero più giovane io”. Nel concerto non ci sono medley né autocelebrazioni, tutte le canzoni sono intere, “una dopo l’altra, ed anche molto dure, perché molte lasciano un senso molto amaro”. Vasco ricorda anche Massimo Riva, “una parte di lui è sempre dentro di me – dice-, per me era come un fratello più piccolo, quando è morto per me è stato un po’ un tradimento, ma è vissuto come voleva, ed è morto come voleva”. A chi gli domanda se pensa già al 30esimo anno di concerti risponde “Chi vivrà, vedrà”, ma aggiunge, “intanto, dal ’79, io sono ancora qua!”.

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