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VENEZUELA NEL CAOS, GUAIDÒ ATTACCA CON I MILITARI. MADURO TWITTA: VINCEREMO

La Guardia Nacional del Venezuela ha fatto uso di lacrimogeni davanti alla base militare

Torna il caos in Venezuela. In un video girato nella base militare di Carlota, l’autoproclamatosi presidente ad interim, Juan Guaidò ha annunciato di aver dato inizio “alla fase finale dell’Operazione Libertà”, sotto la premessa che “il momento è ora”. “Mi trovo con le principali unità militari della nostra Forza armata” ha spiegato Guaidò, rimarcando di avere l’appoggio avere l’appoggio di “un gruppo molto importante” di membri delle Forze Armate e non solo a Caracas, ma “in tutto il Paese”. “Resisteremo fino a quando non avremo un Venezuela libero” ha poi scritto su Twitter. Dopo l’annuncio il Paese è sprofondato sull’orlo della guerra civile, con migliaia di manifestanti scesi in piazza a protestare. La Guardia Nacional per reprimere la sollevazione civile e militare, ha fatto uso di lacrimogeni davanti alla base militare La Carlota fuori Caracas. Ma la situazione non si è placata: almeno due mezzi antisommossa del le forze armate venezuelane si sono lanciati contro i gruppi di manifestanti, come documentano le immagini mostrate dalle emittenti televisive. I due veicoli hanno puntato verso i civili nella zona di plaza Altamira.

Nel corso dei disordini, un militare venezuelano è stato ferito davanti alla base di La Carlota. A riferirlo il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrino. Il ministro si è detto ‘pronto a usare le armi’ per frenare ogni tentativo di insurrezione. Intervenuto in tv, dove ha detto che il golpe “insignificante” è stato respinto, Padrino ha minacciato di aprire il fuoco contro i manifestanti, aggiungendo che se vi sarà spargimento di sangue ne sarà responsabile Guaidò. In mattinata il leader dell’opposizione venezuelano, Leopoldo López, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato liberato in un’azione condotta da forze anti-chiaviste e coordinata da Guaidò. Lopez – incarcerato da Maduro il 18 febbraio 2014, nel pieno delle proteste – era stato condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione ed era stato rinchiuso nel carcere di Ramo Verde, fino alla decisione di concedergli i domiciliari nel luglio 2017. Accompagnato da López e da un gruppo di soldati, Guaidò ha voluto esortare i militari e la popolazione civile a scendere in strada per chiedere la “cessazione definitiva dell’usurpazione”. L’appello è stato rivolto anche “ai dipendenti pubblici” per “recuperare la sovranità nazionale”. Intanto, secondo quanto riportano fonti giornalistiche locali, i militari che appoggiano Guaidò avrebbero arrestato a Maracay il generale Carlos Armas Lopez, presidente della Cavim, l’azienda pubblica che controlla e gestisce gli armamenti e le dotazioni delle forze. Il governo venezuelano, dal canto suo, ha denunciato che è in corso un tentativo di “colpo di Stato” da parte di “militari traditori”: “Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento ci stiamo scontrando e stiamo neutralizzando un piccolo gruppo di militari traditori” ha scritto su Twitter il portavoce del governo di Maduro, Jorge Rodriguez. Mentre Maduro, via Twitter, ha ribadito di tenere i “nervi d’acciaio”. “Chiedo la massima mobilitazione popolare per garantire la vittoria della pace – ha scritto -. Vinceremo!”

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