Merkel, Macron e Sanchez lanciano ultimatum al Venezuela. Sfuma tentativo della Russia di bloccare il Consiglio di sicurezza Onu
Venezuela nel caos, come una bomba a orologeria: convocare elezioni libere, trasparenti e democratiche entro otto giorni oppure la Francia, la Spagna e la Germania riconosceranno Juan Guaidò come nuovo presidente del Venezuela. È l’ultimatum a Maduro lanciato ieri in coro dal presidente francese Emmanuel Macron, dal premier spagnolo Pedro Sanchez e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Guaidò ha ringraziato i leader di Germania, Francia e Spagna per aver manifestato pubblicamente il loro “impegno nei confronti del popolo venezuelano, nella nostra lotta per una nazione libera e democratica”. Nicolas Maduro “non è il leader legittimo del Venezuela”, visto che le elezioni presidenziali del 20 maggio del 2018 che lo hanno confermato per un secondo mandato erano “profondamente di parte”, e il Regno Unito “crede che Juan Guaido sia la persona giusta per portare avanti il Venezuela”.
Così il ministro degli Esteri inglese, Jeremy Hunt, aggiungendo che Londra sostiene “Usa, Canada, Brasile e Argentina per far sì che succeda”. Il ministro Salvini appoggia l’ultimatum: “Hanno fatto bene perché Maduro sta piegando con la violenza e con la fame un popolo e lo dico perché ci sono anche tanti italiani in Venezuela che stanno soffrendo, quindi spero che anche il governo italiano abbandoni ogni prudenza e sostenga il popolo venezuelano, il diritto a libere elezioni, alla democrazia”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini replica a chi gli chiede se appoggia l’ultimatum lanciato da Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna contro Nicolas Maduro per risolvere la crisi politica in Venezuela. “L’appoggio della comunità internazionale è molto importante, perché qui si tratta di ristabilire il rispetto più basilare dei diritti umani.
L’Unione europea, con l’Italia al suo interno che ha avuto un ruolo molto importante nella storia del Venezuela, è un baluardo di questi principi”. Lo ha affermato Juan Guaidò, presidente del Parlamento venezuelano, che ha assunto i poteri dell’esecutivo, in un’intervista alla Stampa. “La Ue potrebbe rappresentare un’istanza fondamentale, se il regime non accetta la transizione, sollevando con la sua autorità la questione dei diritti umani in Venezuela davanti alle corti internazionali”. “La Costituzione mi dà il diritto di assumere la carica di presidente ad interim, per convocare entro trenta giorni nuove elezioni legali”, spiega Guaidò, che respinge l’accusa di golpe avanzata da Maduro: “Lui è l’usurpatore che ha messo in prigione i suoi avversari politici”.