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VENEZUELA, POSSIBILE SCONTRO USA-RUSSIA

Usa: “Azione militare è possibile”. Mosca: “Con ingerenza americana conseguenze gravi”

Il Venezuela diventa ufficialmente terreno di scontro tra Usa e Russia. Quella che doveva essere la spinta definitiva per portare Juan Guaidò alla guida del Paese si è rivelata una mezza sconfitta per l’autoproclamato presidente ad interim. Un morto e 90 feriti sono i numeri degli scontri ieri nel Paese venezuelano. Dove si è registrato caos anche oggi: manifestanti sono entrati nuovamente in contatto con la Guardia nazionale bolivariana. In corso a Caracas le marce contrarie di sostenitori di Maduro e degli oppositori. Il presidente è rimasto saldamente al suo posto, visto che la maggioranza dell’esercito gli è rimasta fedele. Solo venticinque militari hanno chiesto asilo all’ambasciata brasiliana a Caracas, dopo aver espresso il loro appoggio a Guaidò, mentre il leader dell’opposizione venezuelana Leopoldo López – arrestato nei mesi scorsi e liberato proprio ieri dai golpisti – si è rintanato all’ambasciata spagnola dopo aver lasciato quella cilena.

Lo stesso Guaidò – secondo il Corriere della Sera – rischia l’arresto. Ed è per questo motivo il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in un’intervista televisiva rilanciata da diversi media internazionali non ha escluso che gli Usa possano impegnarsi a breve con un’azione militare a Caracas: “È possibile. Se necessario è quello che faranno gli Stati Uniti” per restaurare la democrazia anche “se preferirebbero una transizione pacifica del potere”. Parole che provocano la replica del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: “L’ingerenza Usa negli affari interni del Venezuela” è una violazione del diritto internazionale,  ha detto il ministro di Mosca al suo omologo americano durante una conversazione telefonica, citata alle agenzie russe Interfax e Tass. Lavrov ha messo in guardia Pompeo sul fatto che ulteriori passi “aggressivi” di Washington nel Paese latinoamericano comporterebbero “conseguenze gravi”. Il ministro di Mosca ha parlato ancora di “influenza distruttiva” degli Stati Uniti allorché lo stesso Pompeo non ha escluso un intervento militare nel Paese latinoamericano. “È una violazione flagrante del diritto internazionale che non ha nulla a che fare con la democrazia”, si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri russo dopo il colloquio tra i due. Dall’altra parte del mondo, arriva la versione americana alla telefonata, riferita una portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus.

“La Russia e Cuba stanno destabilizzando il Venezuela” e il coinvolgimento russo nelle vicende del Paese latinoamericano “rischia di destabilizzare anche le relazioni bilaterali tra Washington e Mosca”, sono le parole usate da Pompeo durante la telefonata con Lavrov. Il capo della diplomazia americana ha insistito perché la Russia cessi immediatamente le attività di sostegno al presidente  Maduro. Che hanno come effetto quello di rafforzare la posizione di Maduro. Il presidente del Venezuela, da parte sua, ha smentito l’intenzione, attribuitagli dallo stesso Pompeo, di abbandonare il Paese per trasferirsi a Cuba quando è cominciata la rivolta militare. “Ha detto Mike Pompeo che Maduro aveva un aereo pronto per andarsene a Cuba, per fuggire, e che i russi lo hanno fatto scendere, proibendogli di lasciare il Paese. Signor Pompeo, per favore, che mancanza di serietà”, ha detto il leader venezuelano in un video. L’ennesima controprova che conferma come a Caracas il vero contrasto in corso sia quello tra Usa e Russia.

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