Contro la violenza sulle donne arrivano i consigli dei carabinieri che, nella giornata dell’8 marzo, in un vademecum spiegano tutele e leggi in difesa delle vittime.
Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare facilmente sulle modalità di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori. Si possono tuttavia dare dei suggerimenti in linea generale: “tenete presente che prendere consapevolezza del problema è già un primo passo per risolverlo – si legge nel documento -. A volte, invece si tende a sottovalutare il rischio e a non prendere le dovute precauzioni come per esempio, informarsi sull’argomento e adottare dei comportamenti tesi a scoraggiare, fin dall’inizio, comportamenti di molestia assillante; ricordate che, in alcune circostanze, di fronte ad una relazione indesiderata, è necessario ‘dire no’ in modo chiaro e fermo, evitando improvvisate interpretazioni psicologiche o tentativi di comprensione che potrebbero rinforzare i comportamenti persecutori dello stalker; la maggior parte delle ricerche ha rilevato che la strategia migliore sembra essere l’indifferenza.
Infatti, sebbene per la vittima risulti difficile gestire lo stress senza reagire, è indubbio che lo stalker rinforza i suoi atti sia dai comportamenti di paura della vittima, sia da quelli reattivi ai sentimenti di rabbia; cercate di essere prudenti e quando uscite di casa evitate di seguire sempre gli stessi itinerari e di fermarvi in luoghi isolati e appartati; in caso di molestie telefoniche, tentate di ottenere una seconda linea e utilizzate progressivamente solo quest’ultima. Registrate le chiamate (anche quelle mute). Ricordate che per far questo è necessario, al momento della telefonata, rispondere e mantenere la linea per qualche secondo (senza parlare), in modo da consentire l’attivazione del sistema di registrazione dei tabulati telefonici; tenete un diario per riportare e poter ricordare gli eventi più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia; raccogliete più dati possibili sui fastidi subiti, per esempio, conservate eventuali lettere o e-mail a contenuto offensivo o intimidatorio; tenete sempre a portata di mano un cellulare per chiamare in caso di emergenza; se vi sentite seguiti o in pericolo, chiedete aiuto, chiamate un numero di pronto intervento, come per esempio il 112 o rivolgetevi al più vicino Comando Carabinieri”.
Per difendersi da situazioni di abuso e violenze domestiche è necessario prima di tutto imparare a riconoscere “i comportamenti tipici dell’abusante – spiegano i carabinieri -. Occorre sapere che dalle ricerche condotte sulla problematica è emerso che, al contrario del pensiero comune, la violenza domestica non è sempre legata a patologie o al consumo cronico di sostanze alcoliche e di stupefacenti. I dati ci confermano che fra i casi sottoposti ad indagine solo il 10% degli abusanti era affetto da disturbi patologici e abusava normalmente di sostanze tossiche. Chi commette ripetutamente azioni violente fra le mura domestiche di solito ha un unico obiettivo: desidera porre la sua vittima in uno stato di ‘sudditanza’ perché vuole sentirsi potente e perché esercitare azioni di comando e di controllo su un membro della famiglia lo fa sentire appagato e sicuro di sé”.”Nelle storie raccontate dalle vittime di violenza domestica, si apprende che la vittima nel tempo impara a ‘sopportare’ eventi orribili – si legge nel vademecum -. Uscire da questo problema è possibile.
Prima di tutto la vittima deve rendersi conto che quello che sta accadendo fra le mura domestiche è un reato. Per arrivare a questa consapevolezza deve osservare e analizzare quello che le accade attorno, imparare ad essere obiettiva e giudicante nei confronti di chi sta abusando”.In caso di violenza domestica è importante rompere l’isolamento e trovare il coraggio di parlare con qualcuno di ciò che avviene fra le mura domestiche. “Ci si deve rivolgere alle forze dell’ordine oppure si può individuare una persona vicina con la quale si ha confidenza – spiega il vademecum -. Nella fase critica è importante individuare testimoni, se ci sono dei referti in casa vanno portati dove ci si reca per sporgere denuncia”.