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Volterra è spesso detta “la città di pietra”: di pietra sono le strade, di pietra sono le sue torri e i suoi palazzi e di pietra sono le sue mura austere.
E di pietra, l’alabastro, è anche l’artigianato della città. Sono trascorsi più di due millenni da quando gli Etruschi ne iniziarono la lavorazione, ma l’alabastro è ancora l’elemento caratterizzante della sua cultura e della sua stessa storia. Oggi poche sono le botteghe artigiane rimaste nel centro storico, ma ad esse e a quei pochi veri artigiani è affidata la conservazione della tradizione e il compito di indirizzare la produzione verso la sua rinascita. Proprio a partire da questo prezioso materiale e dalla tradizione che lega la sua lavorazione a Volterra, e in occasione della candidatura di Volterra Capitale Italiana della Cultura 2021, sarà avviata una collaborazione con l’Istituto Europeo di Design.
È previsto infatti per il prossimo anno l’avvio di 21 residenze artistiche di altrettanti grandi designer internazionali che lavoreranno insieme agli artigiani locali, realizzando prodotti ad hoc raffinati e moderni, mettendo in dialogo la tradizione e l’estetica contemporanea. Il dossier di candidatura è statp consegnato al MiBACT lo scorso 13 marzo.
Il lavoro svolto dagli alabastrieri e i designer sfocerà in una grande mostra che servirà ad inaugurare il nuovo allestimento del rinnovato Museo dell’Alabastro. Il progetto verrà realizzato con il coordinamento artistica di Luisa Bocchietto – Istituto Europeo di Design di Firenze, già presidente dell’organizzazione mondiale del design. L’alabastro di Volterra è considerato il più pregiato d’Europa; si tratta di una pietra gessosa formatasi 6-7 milioni di anni fa che cambia aspetto, colorazione e consistenza al variare della composizione chimica del terreno; la presenza del ferro per esempio donerà sfumature rosse mentre quella dello zolfo virerà la pietra verso il giallo.