Zerini ad #24: “Ho scelto Napoli pur potendo valutare offerte di A1”

Il pivot azzurro, intervenuto ai nostri microfoni, tiene alta la tensione: “Campionato equilibrato, è facile cadere in fallo”

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Il centro, l’influencer, sono solo due sfaccettature di Andrea Zerini, grande aggiunta al pacchetto italiano della GeVi 2020/21. La parola che lo definisce meglio è, però, appassionato, ed è difficile trovare un atleta ai massimi livelli che viva lo sport che pratica con la stessa genuina passione di quando ha cominciato. Lo dimostra l’aver creato Little Talks con gli amici di sempre, i primi con cui si scopre di avere in comune lo smisurato amore per quella palla arancione, prima ancora di capire, per esempio, cosa sia una zona 2-3 o box&one.

Allegro, pronto alla battuta come a stare allo scherzo, in campo si trasforma in un pivot difficile da marcare, di quelli che non puoi battezzare dall’arco e, quindi, ti portano fuori per batterti in palleggio o favorire il taglio di un compagno che attacca il pitturato. Mano educata, la sua, forse qualche problemino di falli, ma su quello ci sarebbe da discutere fra i 60 milioni di arbitri che popolano il Bel Paese (che, come il Mondo, è bello perché vario).

L’abbiamo “accalappiato” all’ora cara agli investigatori di parenti occulti, ciò che è venuto fuori è una chiacchierata leggera e piena di spunti.

 

Primo mese di competizione e vetta della classifica, prime impressioni su questo campionato?

È un campionato abbastanza equilibrato, a parte due-tre squadre che avranno difficoltà fino alla fine come la Stella Azzurra che abbiamo già incontrato ed ha tanti giovani, le altre le vedo comunque competitive, si può cadere in fallo molto facilmente, come abbiamo provato sulla nostra pelle a Ferrara, o come successo a Scafati a Forlì, quindi non ci si può rilassare un attimo. Le impressioni sono comunque molto positive, alla fine dell’anno solare siamo a 6 vittorie ed 1 sconfitta, in cima alla classifica.

 

È più temibile Scafati o Forlí?

Entrambe sono molto forti e le affronteremo in trasferta all’inizio di gennaio. Scafati l’abbiamo già affrontata, purtroppo è andata male e quindi, memori della Supercoppa e con voglia di rivalsa andremo ad affrontarli a casa loro; da Forlì non saprei cosa aspettarmi, al momento, con 6 vinte e 0 perse, sono la squadra da battere.

 

Come mai la scelta di lasciare il massimo campionato e sposare il progetto Napoli? Cosa ti ha convinto?

Innanzitutto il progetto di una piazza importante che punta a ritornare nel massimo campionato, quindi pur potendo valutare offerte per galleggiare in serie A, ho preferito puntare su un progetto che vuole vincere, vuole fare bene e tornare nella massima serie.
Inoltre mi ha contattato più volte coach Sacripanti, che ho già avuto ad Avellino, ed è stato un valore aggiunto perché mi ha esposto le sue idee su cosa la società potesse fare in questa serie A2.
E poi c’è la città perché, se bisogna stare in un posto, bisogna starci bene. Napoli ci ha accolto benissimo e ci sta trattando “da dio”.

 

Potremmo dire che “bidimensionale” sia l’aggettivo che più si addice al Zerini giocatore? E come ti definiresti fuori dal campo?

Sul campo si. Fuori non saprei. Sono una persona molto riservata a cui, però, piace girare il posto in cui vive: con mia moglie, campana, abbiamo girato abbastanza la città per quanto si potesse prima che ci fosse la zona rossa, ora non si può più e mi dispiace. Riservato e timido.

 

Gioco preferito della playstation?

In questo momento Call of Duty, a cui gioco con Monaldi, Parks e Lombardi. (Chi vince?) Per fortuna giochiamo in squadra, quindi non devo scegliere!

 

Sei atterrato qui da poco, e nella situazione che tutti conosciamo, senti comunque la vicinanza del pubblico nonostante gli siano preclusi gli spalti?

Si, per fortuna si, abbiamo l’opportunità di avere i social che ci mostrano quanto sia forte la passione dei tifosi che ci seguono in tutto e per tutto, abbiamo la fortuna di avere un servizio come LNP Pass che fa vedere ogni partita che giochiamo ed abbiamo avuto anche l’occasione di salutare i tifosi prima di Natale.
La passione è forte e si sente, per questo è ancora più grande il dispiacere nel vedere le tribune vuote; andando bene come stiamo andando e con gli obiettivi importanti che abbiamo sono certo che ci sarebbe un gran numero di spettatori al palazzetto.

 

Parliamo di Little Talks, il tuo progetto social, come è nata l’idea e come lo presenteresti a chi non lo conosce?

Lo presenterei come un video podcast sulla pallacanestro, è un’idea che è nata con due amici di Firenze, appassionatissimi di basket come me – specialmente NBA ma di tutta la pallacanestro – e che hanno giocato con me ai tempi delle giovanili, quindi sono due ex compagni di squadra. È nata fondamentalmente perché ci piace guardare e parlare di basket a tutti i livelli, e mi faceva piacere esplorare una piattaforma come Twitch, dedicata soprattutto ai videogiochi, che ho potuto conoscere in quarantena, per portare questa specie di video podcast o “bar sport”, visto che ci piace condividere con chi ci segue ed avere domande, risposte ed anche provocazioni o idee da tutti quelli che hanno il piacere di seguirci.

 

Intermezzo leggero, dicci la verità, quante volte il coach ha confuso te e Iannuzzi?

Come tutti gli altri, tantissime volte! Spesso e volentieri chiama o Andrea o Antonio automaticamente e sbaglia, è normale che sia così, come avete avuto modo di vedere anche fuori dal campo.

 

Arriva il derby con Scafati, c’è più voglia di rivalsa per la Supercoppa o consapevolezza che quello sia stato solo uno sfortunato episodio?

Ovviamente è stato un grande dispiacere non esserci andati a giocare le finali di Supercoppa, che poi Scafati ha vinto con merito, però credo sia più per il fatto che siamo arrivati a quella partita dopo mille vicissitudini tra partite spostate, pochi allenamenti e forma approssimativa. C’è la convinzione di non aver potuto dare il 100% che possiamo dare adesso; non ci è piaciuto il risultato finale, specialmente per lo scarto abbastanza ampio, è tanta la voglia di rivalsa, di dimostrare che non siamo la squadra vista in Supercoppa.

 

Charles Thomas assoluto mattatore la scorsa giornata, state preparando qualcosa di particolare per fermarlo?

La nostra settimana comincia domattina, quindi non abbiamo ancora potuto parlarne; sicuramente è il principale terminale offensivo, Scafati è una squadra completa che lotta, come dimostrato finora, per vincere il campionato ed ha già vinto la Supercoppa, quindi dovremo stare attenti a tutti, ma lui avrà qualche attenzione particolare.

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